Macbeth (2021): quando il teatro e il cinema si prendono per mano

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Macbeth

Titolo originale: The Tragedy of Macbeth

Anno: 2021

Nazione: Stati Uniti d’America

Genere: Drammatico

Casa di produzione: A24, IAC Films

Distribuzione: Apple TV+

Durata: 1 hr e 45 (105 min)

Regia: Joel Coen

Sceneggiatura: Joel Coen

Fotografia: Bruno Delbonnel

Montaggio: Lucian Johnston, Reginald Jaynes

Musiche: Carter Burwell

Attori: Denzel Washington, Frances McDormand, Brendan Gleeson, Corey Hawkins

Trailer italiano del film Macbeth

The Tragedy of Macbeth, intitolata Macbeth in italia, è il primo lungometraggio alla regia di Joel Coen senza il fratello Ethan Jesse Coen alla regia, un duo che ha creato pellicola di grande spessore come: Fargo (1996), Il grande Lebowski (1998), Fratello, dove sei? (2000). La storia si rifà all’omonima opera del drammaturgo inglese William Shakespeare, pubblicata per la prima volta nel Folio del 1623, probabilmente da un copione teatrale. La pellicola, che ha ricevuto un plauso dalla critica tanto da essere in corsa per gli Academy Award 2022 con ben 3 nomination (Candidatura per il miglior attore a Denzel Washington, Candidatura per la migliore fotografia a Bruno Delbonnel e candidatura per la migliore scenografia a Stefan Dechant e Nancy Haigh) è disponibile sulla piattaforma streaming  Apple TV+ dal 14 Gennaio.

Trama del film Macbeth

Macbeth e Banquo, dopo aver condotto l’esercito di re Duncan alla vittoria contro i traditori del regno, incontrano tre spiriti sotto le vesti di streghe. Le tre profetizzano a Macbeth sarà promosso signore di Cawdor e in seguito diverrà re. Anche il futuro di Banquo a detta delle tre veggenti sarà roseo, in quanto egli sarà padre di una stirpe di grandi re. Mentre i due, ormai tornati all’accampamento, dormono sonni e tranquilli nei loro letti vengono improvvisamente svegliati da dei messaggeri che annunciano a Macbeth che visto il suo coraggio e lealtà mostrati sul campo è stato nominato signore di Cawdor, così come gli era stato profetizzato dalle streghe. Macbeth inizia così a credere alla predizione, e dopo aver scritto una lettera alla moglie (Lady Macbeth) per informarla sui fatti, i due cominciano ad architettare un sanguinoso piano per prendersi il trono del regno di Scozia, avverando così il volere del fato.

Recensione del film Macbeth


“Venite spiriti che presidiate pensieri di morte, cancellate ora il mio sesso e riempitemi dalla testa fino ai piedi della crudeltà più troce”

— Lady Macbeth

Da un punto di vista tecnico ci troviamo difronte a un film eccezionale. Girato all’interno di teatri di posa per dare un maggior senso d’irrealtà alla narrazione, il lungometraggio possiede una regia che dona una congeniale commistione tra cinema e teatro, difatti i personaggi non sono seguiti dalla macchina da presa ma sono loro che seguono l’obbiettivo e parlano al pubblico in sala, spaccando la cosiddetta terza parete. Stesso principio vale per le scenografiche che sono ottimamente realizzate da Stefan Dechant, che crea una scenografia minimale e semplice che oltre a ispirarsi a quelle teatrali più imponenti omaggia il maestro del cinema Orson Welles e il suo Macbeth del 1948, con lo stesso Orson Welles nel ruolo del nobile scozzese.

Eccezionale poi la fotografia di Bruno Delbonnel, che crea un bianco e nero spettrale, inquietante e freddo, che dona un tono assolutamente unico alle inquadrature di Joel Coen. Ottimo anche l’adattamento dello scritto, la sceneggiatura risulta attuale nella scrittura, ma i dialoghi sono solenni e regali come nell’opera originale. Che dire poi delle interpretazioni, Denzel Washington e Frances McDormand portano sullo schermo i migliori Macbeth e Lady Macbeth degli ultimi decenni, rendendoli propri nei movimenti e nella gestualità.

Punti di contatto con i Macbeth del passato

Molti sono state le rappresentazioni cinematografiche del Macbeth in passato, tra le più importanti ricordiamo sicuramente quella la prima, di John Emerson del 1916, la versione a sfondo nipponica feudale di Akira Kurosawa del 1957 e infine la versione del 1971 di Roman Polansky. Come sopracitato però, la versione al quale si è ispirato maggiormente Joel Coen è sicuramente quella di Orson Welles del 1948. Vediamo di seguito i punti comuni tra le due opere.

La scenografia: In entrambe i prodotti, la scenografia risulta essere protagonista, essa è caratterizzata da una forte influenza teatrale che ne caratterizza i tratti semplici e artigianali.

La fotografia: Sia nel lavoro di Welles, che in quello di Coen la fotografia in bianco e nero è estremamente funzionale, essa da dei toni cupi e macabri non solo all’ambiente circostante, ma anche ai volti dei personaggi in scena.

La regia: La regia messa in atto in entrambe le pellicole è di tipo teatrale, la macchina da presa di rado segue i personaggi, ma sono i personaggi che si avviano verso l’obbiettivo, che qui assume il ruolo di primo osservatore dell’opera.

Il protagonista: In ambedue i lavori il Macbeth, interpretato nel 1948 dallo stesso Welles ed in quello odierno da Denzel Washington, si prende tutta la scena grazie ad il carisma ed alla gestualità degli attori che lo interpretano.

In conclusione

Questo nuovo adattamento del Macbeth è assolutamente da vedere, un film popolare ma che non dimentica le nobili origini a cui attinge, grandioso e autoriale ma non pesante e autocitazionistico, un opera per tutti ma che strizza l’occhio agli amanti di Shakespeare e dei grandi registi che ai sui lavori si sono ispirati.

Note positive

  • La regia di Joel Coen
  • La scenaggiatura
  • Le interpretazioni attoriali, in particolare quella di Denzel Washington
  • Fotografia

Note negative

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