Heaven: to the Land of happiness (2021): un viaggio verso la morte – Florence Korea Film Fest 2022

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Heaven to the Land of happiness locandina

Heaven: to the Land of happiness

Titolo originale: Hebeun: Haengbokeui Nararo

Anno: 2021

Nazione: Corea del Sud

Genere: Commedia, road movie, poliziesco

Casa di produzione: Hive Media

Distribuzione:

Durata: 1h 40 minuti

Regia: Im Sang-soo

Sceneggiatura: Im Sang-soo

Fotografia: Kim Tae-kyung

Montaggio: Jung Eun-eun, Kim Hyung-joo

Musiche: Kim Hong-jip

Attori: Lee El, Park Hae-il, Jo Han-chul, Min-sung Jung, Choi Min-sik, Kim Yeo-jin, Youn Yuh-jung, Je-mun Yun

Trailer del film Heaven: to the Land of happiness

Film drammatico sudcoreano, Heaven: to the Land of happiness (let. Paradiso: nella terra della felicità), vede alla regia Im Sang-soo, cineasta conosciuto per pellicole campioni d’incassi come “La moglie dell’avvocato” del 2003 e “The “Housemaid” del 2010, ma anche per lavori minori come “Girls’ night out” (1999); “Tears” (2000) e “The President’s Last Bang” del 2005, mentre nel ruolo dei protagonisti troviamo Choi Min-sik (Oldboy del 2003, Lady Vendetta del 2005 e Lucy del 2014) e Park Hae-il. Il lungometraggio, liberamente ispirato alla pellicola tedesca del 1997 Knockin’ on Heaven’s Door, è stato selezionato al Festival di Cannes 2020, edizione, però, mai tenutasi a causa della pandemia di Covid.

La pellicola proprio a causa della pandemia ha trovato grosse difficoltà distributive, tanto che in Corea Del Sud il film è ancora del tutto inedito, anche perché l’autore nel suo paese nativo non è del tutto apprezzato come lo è, invece, all’estero e in particolare in Europa. In Italia, Im Sang-soo inaugura la 20esima edizione del Florence Korea Film Fest, l’unico festival in Italia dedicato alla cinematografia sudcoreana, che decide di mostrare, giovedì 7 aprile, alle 20:30, al cinema La Compagnia di Firenze (in via Cavour 50/r), mostrando in anteprima nazionale, Heaven: to the Land of happiness, con la presenza del regista in sala.

Im Sang Soo è uno dei registi più quotati del panorama cinematografico, con il suo percorso artistico variegato, rappresenta il volto della nouvelle vague coreana. Il regista si aggiunge agli ospiti già annunciati come l’attore Lee Jung-jae e il regista Hwang Dong-hyuk, che compongono il parterre delle star che verranno a festeggiare i venti anni di festival con noi.

Riccardo Gelli, direttore del Florence Korea Film Fest

Trama di Heaven: to the Land of happiness

Il detenuto 203 si trova in carcere da svariati anni per una condanna per frode, ora, però il suo tempo in carcere sta per terminare e tra qualche mese sarà nuovamente un uomo libero e potrà riabbracciare sua figlia, colei che non sente più dal momento in cui è stato arrestato. Nam – sik, invece, è un giovane portiere di un ospedale che soffre di una grave malattia che lo richiede una fornitura costante di medicine molto costose. Il ragazzo, incapace di accumulare i 25.000 $ per la sua prescrizione mensile, ha trovato un metodo: spostarsi da ospedale a ospedale, rubando poco alla volta, i farmaci di cui necessità. Un giorno però non si accorge che quell’ospedale in cui ora lavora ha messo nelle telecamere in HD e, c’è il pericolo, che l’amministratore dell’ospedale lo scopra a breve.

Il giorno stesso in cui Nam – sik rischia di essere scoperto nell’ospedale in cui lui lavora, viene condotto dagli agenti della polizia il detenuto 203 per una Tac, dopo aver avuto un attacco epilettico in carcere. A dover condurre sul luogo della visita viene scelto proprio Nam – sik. La Tac è nefasta per l’anziano, poiché gli diagnostica un tumore al cervello in fase molto avanzata e un tempo di vista restante di massimo due settimane. Presso dallo sconforto 203, mentre è in bagno, mette al tappetto l’agente carcerario e, con l’aiuto (impensato) di Nam – sik riesce a fuggire dal luogo, rubando un vecchio carro funebre, non sapendo però che con quel gesto non avranno alle calcagna solo la polizia ma anche degli spietati mafiosi, perché nella barra non c’è un morto, ma dei soldi.

Fotogramma del film Heaven to the Land of happiness
Fotogramma del film Heaven: to the Land of happiness

Recensione di Heaven: to the Land of happiness

Un road movie tenero e umoristico, dove l’azione poliziesca si unisce in maniera saggia con una storia drammatica narrata con estrema leggerezza e umanità. Im Sang Soo crea dei personaggi pieni di poesia e ingenuità, due uomini che s’incontrano in un momento nero come la pece della loro esistenza dove la fuga, verso l’ignoto, sembra essere l’unica scelta giusta che loro passano decidere. Non hanno un piano preciso, non sanno come sopravvivere e dove andare, ma tutto ciò non li ferma dal desiderio di allontanarsi, anche solo per un attimo, dalla loro vita per sperare che al di là di tutta questa sofferenza interiore ci sia qualcos’altro. I nostri protagonisti (ma anche alcuni personaggi secondari come il cosiddetto “mafioso filosofico”) sono anime rotte, solitarie abbandonate da tutti. Numero 203 (di cui scopriremo il nome solo nel finale della pellicola) non ha più contatti con la sua famiglia, soprattutto con la figlia da cui ha scelto di allontanarsi per vergogna di ciò che è e l’unica persona che gli è leggermente vicina è un agente del carcere con cui ha un buon rapporto. Nam – sik per certi versi è ancora più un essere solitario, privo di qualche persona che tenga realmente a lui, perfino sua madre non nutre amore per lui, contattandolo solo per richieste di denari, soldi di cui lui necessità per curarsi. La malattia, componente che unisce e connette i due uomini, viene analizzata con una chiave di lettura critica nei confronti della società che tende ad abbandonare i suoi cittadini in difficoltà, perché come fa Nam – sik a comprarsi quelle medicine fondamentali per vivere se non ha accesso a quelle cifre economiche? Dov’è lo Stato? Dov’è l’umanità?  Nam – sik è un uomo buono ma profondamente solo, dimenticato da tutti e troverà all’interno di questo viaggio l’unica persona in grado di comprenderlo e di volergli bene per ciò che è. All’interno di Heaven: to the Land of happiness abbiamo due personaggi che si conoscono e che sviluppano tra loro, attraverso sfumature tra il dramma e la commedia, un rapporto alla pari, dove entrambi hanno diritto di dire la loro, passando da uno status iniziale tra rapinatore e ostaggi a divenire due amici e alleati.

Questa storia d’amicizia e di umanità, con tocchi puramente sentimentali, è ben immessa entro una trama d’azione, utile per far procedere in maniera interessante la narrazione, di una storia che ruota tutto su un concetto: la morte, perché Heaven: to the Land of happiness è un viaggio verso la morte, quella del detenuto 203 che sta per morire e che ha un solo sogno e desideri, morire come vuole, su una riva del mare abbracciato dalle onde. Seppur questo tema è analizzato con estrema leggerezza, vediamo in alcune scene la paura che possiede 203, di un uomo che è condannato a morire ma che né è spaventato, tale sensazione è resa poetica grazie alla regia e a una canzone coreana veramente splendida e che potenzia il messaggio.

I protagonisti del film Heaven to the Land of happiness
I protagonisti del film Heaven: to the Land of happiness

In conclusione

Un film intenso e leggero che pur entro atmosfere non tragiche racconta un viaggio verso la morte e redenzione, verso l’amicizia e la voglia di fuggire alle proprie vite, il tutto mostrato attraverso dei personaggi, primari e secondari, ben scritti.

Note positive

  • Sceneggiatura
  • Interpretazioni
  • Musica

Note negative

  • /
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