Matthias & Maxime: amicizie maschili e conflitti interiori

Condividi su
matthias&maxime locandina

Matthias & Maxime

Anno: 2019

Paese di produzione: Canada

Genere: drama, romance

Produzione: Sons of Manual, Fonds Quebecor

Distribuzione: Seville International

Durata: 119 min

Regia: Xavier Dolan

Sceneggiatura: Xavier Dolan

Montaggio: Xavier Dolan

Direttore della fotografia: André Turpin

Cast: Gabriel D’Almedia Freitas, Xavier Dolan, Pier-Luc Funk, Samuel Gauthier, Anne Dorval, Harris Dickinson.

Trailer italiano di Matthias & Maxime

Trama di Matthias & Maxime

Matthias (interpretato dallo splendido attore di origini portoghesi Gabriel D’Almeida Freitas) è fidanzato con una ragazza amorevole e comprensiva, sta per essere promosso nel suo prestigioso studio legale ed ha una madre presente e affettuosa. Maxime (Xavier Dolan) segnato da un angioma sul volto come segno particolare della sua dolente esistenza, sta per andare in Australia e lasciare una vita che arranca vissuta con una madre tossicodipendente (irriconoscibile Anne Dorval già madre in Mommy), un fratello assente e un lavoro precario come barista. I due non potrebbero essere più diversi, ma come nelle amicizie più durature M&M si completano come fossero due pezzi di un puzzle incastrato nelle differenze ma anche da una comprensione e un attaccamento profondissimo.

Quel bacio sarà la freccia che scatenerà la ricerca di un altro, di un sé possibile e dunque considerato impossibile. Quel bacio a favore di una telecamera che però non ci viene mai mostrato, diventa per Dolan il pretesto drammaturgico per indagare il terremoto sentimentale che quel gesto innesca tra i due. Un attimo che fa vacillare le proprie sicurezze, innescando dubbi e domande sulla natura di quel sentimento. I due si cercano, poi si evitano, si guardano, si avvicinano. Per Matthias ora è lui il suo oggetto del desiderio. E viceversa lo è per Maxime.

Recensione di Matthias & Maxime

Xavier Dolan torna a correre. Dopo il precedente inciampo in La mia vita con di John F. Donovan, il cineasta canadese innalza ancor più su il suo cinema con un film sui confini sfumati tra amore e amicizia.

I film di Xavier Dolan sono esattamente come Xavier Dolan. Esteti, narcisi, ultrapop, sottolineati, emozionali ed emotivi, abbaglianti, carismatici. La sua filmografia sembra conservare la sua vera essenza di enfant prodige ormai 30enne, consapevole del suo talento e della forte presa che esercita su un nutrito gruppo di fan e critici che lo venerano sin dagli esordi. Nel 2018 La mia vita con di John F. Donovan il suo primo film in lingua inglese, con grandi attori hollywoodiani e un budget di 35 milioni dollari, si era concluso con un fallimento di critica e di botteghino. Una produzione interrotta, una lavorazione problematica, Jessica Chastain tagliata in montaggio per motivi drammaturgici rivisti, ripensati, ricostruiti.

Poco importa però se un inciampo significa tornare a camminare, anzi a correre, in un film come questo. Annunciato con un post su Instagram (il social network che sembra appartenergli di più) dopo aver visto film come God’s Own Country e Chiamami col tuo nome (che avevano suscitato in lui la volontà di tornare a raccontare l’amore omosessuale in personaggi che non sono necessariamente gay), Matthias & Maxime racconta l’amicizia tra due ragazzi cresciuti insieme che inizia a traballare dopo un bacio recitato richiesto da un’amica che sta girando un cortometraggio a tema gender.

Analisi di Matthias & Maxime

Les copains d’abord.

Come sempre il regista canadese utilizza e mischia più stili ed elementi che accentuano le sensazioni e le vibrazioni emotive. Cristallizza l’impercettibile con una telecamera che si muove come a voler entrare nella testa dei due per farci vedere le tensioni e i conflitti interni; scompone la superfice dell’acqua mossa da Matthias in una nuotata senza meta che gli farà perdere la strada di casa. Usa i sensi come il tatto e la vista per scatenare il ricordo, il ralenti, gli zoom, le riprese in simil super8, le luci naturali e quelle al neon. Dolan sospende pensideri ed emozioni a metà rendendole volutamente irrisolte, cambia l’aspect ratio in un momento a due in cui finalmente la passione trattenuta tenta di sbrigliarsi, usa simbolismi e trovate visive interessanti. Ci mostra sguardi interrotti, parole non dette, desideri incomprensibili. Insomma ci apre una porta su quello che è, e la lascia volontariamente socchiusa su quello che potrebbe essere.

Xavier é tornato a casa dunque. Nelle sue villette a schiera tra i vialoni alberati di Montreal. Torna dagli amici, dai dialoghi rumorosi, dalle voci che si affollano, si coprono, si confondono in urla e battute in quella particolare sonorità che è la lingua francese quebecchese. In Matthias & Maxime torna a raccontare le dinamiche irate e reiterate tra una madre e un figlio come già aveva fatto in Mommy e in J’ai tuè mère. Ma stavolta tutto sembra più organico, più maturo. Nella sua consueta semantica cinematografica che costruisce sequenze sempre al limite tra la forte caratterizzazione e personalità linguistica e la possibile caduta verso il kitsch (quella troppa enfatizzazione che rischia di esagerare), stavolta Dolan, sceglie di sottrarre, di controllare il suo stile. Scrive, dirige e monta un film pastiche vibrante di emozioni ma equilibrato nel raccontarle.

Momenti e tensioni nervose sottolineati e adagiati dalla musica che, come nei precedenti film dolaniani, spazia tra le libertà pop/commerciali (Britney Spears, Arcade Fire, Florence & The Machines) e la poeticita’ di una colonna sonora originale (magnifiche le musiche al pianoforte del compositore Jean-Michel Blais). E come sempre Dolan cita il cinema che ama. L’impronta della mano di Kate Winslet sul vetro dell’auto d’epoca in quella memorabile e sensuale scena di Titanic verrà omaggiata in un’altrettanto splendida sequenza che evoca un universale immaginario cinematografico (Dolan ha sempre considerato il film di James Cameron come sua ispirazione).

Matthias & Maxime celebra i legami costruiti nel tempo e l’identità in costruzione, l’amicizia che mette in discussione sé stessa verso un salto nel buio tra sentimenti ignoti e oscuri. Il film, presentato a Cannes lo scorso anno, torna a confermare la grande capacità del regista di parlare di sentimenti e tumulti interiori confusi e che confondono. E se i film di Xavier Dolan sono esattamente come Xavier Dolan, impossibile non notare come nei suoi film (e dunque in lui) l’amore per i personaggi e per un cinema libero che dia sempre un’altra possibilità, sia forte e ancora più forte di prima.

Note positive:

  • Matthias & Maxime è il film più maturo di Dolan ma nel suo pieno stile visivo e narrativo.
  • Evocativo e sentito

Note negative

  • Moltissimi dialoghi in francese canadese che richiedono sottotitoli o doppiaggio
Condividi su

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.