Mes Petites Amoureuses – I miei Primi Piccoli Amori (1974). Alla scoperta delle ragazze

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Locandina di Mes Petites Amoureuses - I miei Primi Piccoli Amori

Mes Petites Amoureuses – I miei Primi Piccoli Amori

Titolo originale: Mes Petites Amoureuses

Anno: 1974

Nazione: Francia

Genere: Drammatico

Casa di produzione: CAPAC, Orphée Arts, Pomereu

Distribuzione italiana: I WONDER CLASSICS, divisione di I Wonder Pictures

Durata: 123 min

Regia: Jean Eustache

Sceneggiatura: Jean Eustache

Fotografia: Pierre Lhomme

Montaggio: Denise de Casabianca

Musiche:

Attori: Martin Loeb, Jacqueline Dufranne, Jacques Romain, Ingrid Caven

Trailer di Mes Petites Amoureuses – I miei Primi Piccoli Amori

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Dopo quasi 50 anni, finalmente il 19 settembre 2023, Mes petites amoureuses di Jean Eustache arriva, per la prima volta in Italia e nelle sale cinematografiche italiane grazie a I WONDER CLASSICS, la divisione di I Wonder Pictures dedicata alla riscoperta dei classici d’autore. Il film è presentato in una versione restaurata in 4k a cura del laboratorio L’Immagine Ritrovata, in collaborazione con la Cinematheque Suisse, ed è stato presentato nella sezione Venice Classics della 79esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Dopo essere rimasto a lungo inedito in Italia, Mes Petites Amoureuses – I miei Primi Piccoli Amori del 1974, diretto da Jean Eustache, membro della Nouvelle Vague, giunge finalmente sul grande schermo italiano. Questo film rappresenta il secondo lavoro cinematografico non documentaristico di Eustache, dopo il grande successo di pubblico e scandalo de La maman et la putain, presentato al festival di Cannes nel 1973 e vincitore del Gran premio della Giuria. Dopo le polemiche suscitate dal suo lavoro precedente, Eustache decide di ritornare nella sua nativa Pessac, il piccolo paese nella Gironda che spesso ha ispirato le sue storie. Qui, gira questo film intimista, anch’esso fortemente autobiografico, che racconta un’estate pre-adolescenziale, tra piccoli amori, delusioni, dissapori familiari, passioni cinefile e fughe nella fantasia e nell’astrazione. Mes petites amoureuses oscilla tra elegia, malinconia e leggerezza, diventando così un classico dimenticato del “cinema d’infanzia” francese. Tutti i cortometraggi, i documentari e i lavori televisivi di Jean Eustache sono ora disponibili sulla piattaforma I Wonderfull, in versione originale restaurata e sottotitolata in italiano. I Wonder Classics ha curato l’uscita in sala dei due lungometraggi cinematografici di Eustache e continuerà a promuovere il lavoro del regista francese con il mediometraggio curioso Pere Noel a les yeux bleu, scritto e diretto da Eustache, interpretato da Jean-Pierre Leud e prodotto da Jean-Luc Godard, che sarà distribuito durante le festività natalizie del 2023.

Trama di Mes Petites Amoureuses – I miei Primi Piccoli Amori

Daniel è un bambino che sta entrando nella fase calda dell’adolescenza. Vive con la nonna in un piccolo paese di campagna, dove comanda un gruppo di amici e trascorre le giornate con spensieratezza, giocando e ridendo nei campi. Ma l’arrivo dell’estate e la fine dell’ultimo anno delle medie portano dei cambiamenti per Daniel. La madre fa il suo ingresso nel paese con il suo nuovo compagno e decide che Daniel dovrà andare a vivere con loro in città, lasciando la nonna. Il ragazzo si trova così catapultato in un ambiente urbano, dove la madre e il suo patrigno decidono di non mandarlo a scuola, come lui vorrebbe, ma di farlo lavorare come meccanico in un’officina, per contribuire finanziariamente alla famiglia. Quest’estate e l’anno che seguirà saranno per Daniel molto diversi, pieni di scoperte, crescita, nuove amicizie e tante prime esperienze, tra piccoli amori, delusioni, conflitti e passioni cinematografiche.

Il bacio al cinema - Mes Petites Amoureuses - I miei Primi Piccoli Amori
Il bacio al cinema – Mes Petites Amoureuses – I miei Primi Piccoli Amori

Recensione di Mes Petites Amoureuses – I miei Primi Piccoli Amori 

Jean Eustache è un regista che si colloca all’interno del linguaggio narrativo e dello stile cinematografico tipici della scuola francese della Nouvelle Vague degli anni ’50 – ’70. Nel suo film “Mes Petites Amoureuses” ritroviamo tutti gli elementi caratteristici di questo movimento cinematografico. Il film adotta un’estetica drammaturgica incentrata sulla non narrazione tradizionale, privilegiando invece un racconto intimistico in cui gli eventi rilevanti sono pochi, ma tutto si svolge a livello introspettivo del personaggio. Dal primo all’ultimo frame del lungometraggio, il protagonista attraversa un profondo cambiamento, segnando il suo definitivo passaggio dalla sfera della purezza a quella del peccato. Come i grandi registi della Nouvelle Vague, Jean Eustache esplora la vita quotidiana e le sue monotone ripetizioni, preservando i momenti morti e contrastando l’idea di cinema di Alfred Hitchcock secondo cui “Un film è la vita a cui sono state tagliate le parti noiose.” In un certo senso, i registi della Nouvelle Vague danno rilievo alle parti quotidiane della vita per esplorare più a fondo la psicologia dei loro personaggi. Questi personaggi vengono rappresentati in una routine quotidiana, in cui l’azione è relegata ai margini della narrazione, lasciando spazio all’introspezione interiore.

Jean Eustache in “Mes Petites Amoureuses” ci porta nella vita di un bambino, narrandone la quotidianità in un momento di drastico cambiamento. Daniel lascia il suo ambiente familiare per trasferirsi in città con sua madre e il suo nuovo patrigno. Il regista segue attentamente la vita del nostro protagonista, giorno dopo giorno, tra istanti infantili, giornate lavorative, l’inizio di nuove amicizie notevolmente diverse da quelle del passato, senza tralasciare le sue passeggiate per le strade della città e i primi approcci romantici con le ragazze. Il regista sceglie di esplorare la storia di Daniel attraverso il filtro della sua sessualità emergente. Il bambino comincia a scrutare le ragazzine e le donne con uno sguardo sempre meno innocente e più desideroso, influenzato dalle esperienze che vive in città, dove la sessualità sembra dominare il comportamento dei giovani e degli adulti, che scrutano le donne cercando un approccio sessuale con queste, come avviene come avviene nei cinema dove non si va tanto per guardare il film, ma per trovare una ragazzina pronta per scambiarsi un bacio tra le luci soffuse della sala cinematografica. Questa tematica è fondamentale nel film e si fa evidente sin dai primi momenti, quando durante la sua prima comunione, David sperimenta un’erezione e si avvicina a una ragazzina che lo guarda con disapprovazione. Questo bisogno di stabilire un contatto con l’altro sesso sembra essere essenziale per David, nonostante la sua giovane età. Come nei film di Truffaut, Jean Eustache utilizza l’artificio del narratore interno, consentendo al pubblico di accedere ai pensieri del protagonista e comprendere meglio il suo stato interiore. Questo è reso in modo magistrale grazie alla competenza nella regia e all’interpretazione di Martin Loeb, che rende il personaggio visivamente coinvolgente. Tuttavia, ciò che sembra mancare nella pellicola è un ritmo più vivace. Mentre i film di Truffaut e altri registi della Nouvelle Vague erano noti per narrare la realtà con dinamismo, Jean Eustache si immerge in una narrazione essenzialmente piatta, che nel lungo andare rende il film eccessivamente pesante, anche a causa di una durata prolungata di mezz’ora.

Frame di Mes Petites Amoureuses - I miei Primi Piccoli Amori
Frame di Mes Petites Amoureuses – I miei Primi Piccoli Amori

In conclusione

“Mes Petites Amoureuses” di Jean Eustache incarna appieno lo stile della Nouvelle Vague, offrendo una narrazione intima e introspettiva che si concentra sul cambiamento psicologico del giovane protagonista, Daniel, mentre transita dall’innocenza all’esperienza. Il film abbraccia la quotidianità, mantenendo i momenti morti e sfidando l’idea di un cinema privo di noia. La prospettiva sessuale è centrale, rivelando i primi turbamenti sessuali di Daniel in una città che sembra orientarsi verso l’osservazione e l’approccio romantico tra i giovani. Tuttavia, la pellicola manca di ritmo, risultando pesante a tratti, con una durata eccessiva.

Note positive:

  • Fedeltà allo stile della Nouvelle Vague con una narrazione intima.
  • Rappresentazione sincera del passaggio dall’infanzia all’adolescenza.
  • Interpretazione notevole di Martin Loeb nel ruolo del protagonista.

Note negative:

  • Mancanza di ritmo e durata eccessiva.
  • Narrazione piatta che potrebbe risultare pesante per alcuni spettatori
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