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Moonfall
Titolo originale: Moonfall
Anno: 2022
Nazione: Stati Uniti d’America
Genere: Azione, avventura, fantascienza
Casa di produzione: Centropolis Entertainment, AGC Studios, H Brothers, Huayi Brothers Media, Lionsgate, Street Entertainment, UK Moonfall
Distribuzione: 01 Distribution, Italian International Film, Gruppo Lucisano
Durata: 2h 10min
Regia: Roland Emmerich
Sceneggiatura: Roland Emmerich, Harald Kloser, Spenser Cohen
Fotografia: Robby Baumgartner
Montaggio: Ryan Stevens Harris, Adam Wolfe
Musiche: Harald Kloser, Thomas Wanker
Attori: Halle Berry, Patrick Wilson, John Bradley, Charlie Plummer, Michael Peña, Carolina Bartczak, Zayn Maloney, Ava Weiss, Hazel Nugent
Trama di Moonfall
Il 16 luglio 1969 gli Stati Uniti grazie alla missione Apollo11 riescono a realizzare il sogno di portare l’uomo sulla luna. Sulla scia di questo evento, Moonfall “racconta” come durante la storica impresa sia stato nascosto un segreto (esplicitato in copertina come “dark side of the moon“) che provocherà proprio nell’anno corrente, il 2022, la caduta del satellite sulla Terra. Mentre le città vengono evacuate, a poche settimane dall’impatto fatale, la direttrice della NASA Jocinda “Jo” Fowler (Halle Berry) elabora un piano per salvare il pianeta, assieme al suo ex collega Brian Harper (Patrick Wilson) e al complottista K.C Houseman (John Bradley). Un terzetto insolito per evitare ancora una volta l’estinzione del genere umano.

Recensione di Moonfall
Dopo il sequel Indipendence day – rigenerazione (2016) e Midway (2019), Roland Emmerich torna a proporre l’ennesimo disaster-movie della sua carriera, che si va ad aggiungere a Sci-Fi come The day after tomorrow (2004), Indipendence Day (1996) e Stargate (1994). Tutte pellicole nel bene o nel male talmente popolari al livello internazionale da aver reso il regista molto apprezzato dal grande pubblico. A “guidare” questo pop-corn movie, in sala dal 17 Marzo, Patrick Wilson (già presente in Midway), Halle Berry (premio oscar come miglior attrice in Monster’s ball ) e John Bradley (star della serie HBO: Game of Thrones). Un’avventura apocalittica non differente dai lavori già noti del cineasta, sia da un punto di vista tecnico che narrativo, lo stesso tema di fondo non è così scandalistico dato che l’autore non è nuovo a simili dietrologie. Per citare alcuni lungometraggi precedenti, Emmerich ha messo in scena teorie inconsistenti anche in 10.000 A.C (costruzione delle piramidi di Giza risalente a 14.000 anni fa), in “2012” (interpretazione del calendario Maya) e in Anonymous dove s’insinuano dubbi sulla figura di William Shakespeare.
Mi piace la fantascienza perché è semplice e seducente, è molto visuale ed affascinante. Inoltre mi permette di contrabbandare idee importanti per il pubblico sotto la patina di storie spettacolari
Roland Emmerich (pressbook MoonFall)
Per non scadere nell’anacronismo non è quindi sotto questo aspetto che bisogna andare a criticare l’ultimo racconto del regista, anche sé molto spesso le sue storie tendono (come in questo caso) a glorificare eccessivamente ipotesi alquanto controverse, motivo per cui in un’epoca di estrema facilità divulgativa, supposizioni infondate come quelle premesse da Moonfall rischiano nella loro spettacolarizzazione di contribuire all’esaltazione di qualche fanatico. Uscendo infatti per un attimo dal film, la geologa Mika McKinnon, consulente scientifica per vari blockbuster hollywoodiani (incluso questo), nonostante abbia apprezzato il prodotto e dunque non creda che questo possa alimentare ulteriori complottismi, ci tiene lo stesso a ribadire che:
Nel caso delle premesse di Moonfall fantascienza e scienza non possono coesistere… Se il satellite fosse stato diverso da come lo conosciamo oggi ce ne saremo accorti il giorno in cui Neil Armstrong mise piede sul suolo lunare.
Mika McKinnon, esperta di disastri per il Fema (Federal Emergency Management Agency)
Chiusa la parentesi scientifica e tornando ad un piano strettamente cinematografico, la pellicola si mantiene sui canoni estetici tipici del cineasta teutonico, attraverso il riciclo di sequenze visive trite e ritrite, senza preoccuparsi troppo di aggiornare effetti fermi agli anni 90′ e condendo il tutto con una recitazione discutibile (mai stata un punto di forza dell’autore) e con un’estrema semplificazione dei vari snodi logici all’interno della vicenda.
In conclusione
Bisogna però ammettere che il cinema di Roland Emmerich non si sia mai preso troppo sul serio, limitandosi invece quasi sempre alla realizzazione di storie per lo più intrattenenti. Peccato che in questo caso seppur il regista ci tenga a non risultare pretenzioso, la pellicola possiede comunque il demerito di non essere riuscita a rielaborare dinamiche e modalità a oggi superate, minando la credibilità (già esile) della narrazione.
Note positive
- storia che non si prende troppo sul serio
Note negative
- estetica visiva ferma agli anni 90′
- eccessiva semplificazione di snodi narrativi all’interno della vicenda
- recitazione discutibile