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Quasi Famosi
Titolo originale: Almost Famous
Anno: 2000
Paese: Stati Uniti D’America
Genere: Commedia, Drammatico, Musicale
Produzione: DreamWorks SKG
Distribuzione: Columbia Tristar
Durata: 2h 2m
Regia: Cameron Crowe
Sceneggiatura: Cameron Crowe
Fotografia: John Toll
Montaggio: Joe Hutshing, Saar Klein
Musiche: Nancy Wilson
Attori: Billy Crudup, Frances McDormand, Kate Hudson, Jason Lee, Anna Paquin, Philip Seymour Hoffman, Zooey Deschanel, Noah Taylor, Patrick Fugit, Michael Angarano
Quasi Famosi costituisce un salto nel passato per un’intera generazione; è un viaggio nel profondo tra le origini di un regista che, nato come giornalista della rivista Rolling Stones, ha accompagnato nelle loro tournée gruppi come i Led Zeppellin, gli Who e gli Allmann Brothers. Il punto cardine di tutto il film è il viaggio che assume una grande rilevanza, sia dal punto di vista stilistico che narrativo, non solo perché si assiste alla crescita del protagonista, ma anche perché vi percepiamo la mutazione di un certo modo di fare e di vivere il rock e, con essa, l’inesorabile trasformazione della critica musicale.
Trama di Quasi Famosi
William è un ragazzino come tanti, timido, insicuro, confuso. Ha un’enorme passione per la musica che lo porterà a scrivere sulle prestigiose pagine di “Rolling Stones”, la celebre rivista musicale che, ignorando la sua età ma colpita dalla sua perspicacia, gli offre di seguire e documentare la tournè di una rock band in ascesa, gli Stillwater.
Recensione di Quasi Famosi
Quasi Famosi non è un film sulla nostalgia dei “Settanta”, è un film sulla “coming of age”, sulla maturazione di un ragazzo e sulla realizzazione di un sogno; il sogno del rock che libera l’anima e la testa, ma che alla fine tradisce tutti e si sottomette alla legge del mercato.
La pellicola è divertente, realistica ma soprattutto molto interessante per chi voglia approfondire lo scenario musicale e l’esperienza concertistica di quegli anni partendo da un’ottica più moderna. Ciò simbolizza come il rock and roll abbia costituito (e costituisca) una base culturale imprescindibile nel rapporto tra le diverse generazioni in America.
Cameron Crowe non mescola solo la realtà autobiografica alla finzione, ma restituisce il senso di un’epoca attraverso un progetto visivo che utilizza i colori caldi dell’universo degli “hippies” e la musica di un gruppo, gli Stillwater, che incarna tutte le band di quegli anni, famose o quasi, spesso finite schiacciate tra i meccanismi del “business” musicale. Lo spirito autobiografico del film fa si che il regista/critico si getti all’interno all’interno della narrazione, come se fosse direttamente invischiato nella trama; non a caso la macchina da presa mantiene sempre una certa distanza dai personaggi, come per testimoniare quanto questa materia sia ancora troppo “fresca” nella memoria del regista, tanto da rendergli visibilmente dolorosa ogni piccola presa di posizione. Grazie a questa emotività non celata Quasi famosi acquista fascino ed energia e finisce per assumere la stessa magnetica fluidità della vita, dei sentimenti e della musica.
Un film di oltre due ore che fugge via con una leggerezza e una ricchezza che abbiamo dimenticato: storie, volti, telefonate, tappe dell’Almost Famous Tour ’73 si intrecciano in un affresco che non cade mai nella maniera. L’autore agguanta un’immagine suggestiva, la incornicia, le dà spazio, ma subito l’abbandona. Non c’è un metro di pellicola sprecato in “Quasi famosi”, né una battuta, un sorriso, una lacrima. È il cinema come dovrebbe essere. Nelle parole di Lester Bangs c’è tutto il senso del film, dall’euforia alla crescente disillusione, c’è la sensazione che, certo, hanno vinto loro…ma noi siamo ancora qua.
NOTE POSITIVE
- Regia, sceneggiatura e fotografia ammalianti
- Interpreti perfetti per il contesto
- Trama semplice e immediata
NOTE NEGATIVE
- Il particolare coinvolgimento del regista a volte è troppo evidente