Star Wars: The Bad Batch (2021). Tante potenzialità naufragate in un mare di noia

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Poster di: Star Wars: The Bad Batch

Star Wars: The Bad Batch

Titolo originale: Star Wars: The Bad Batch

Anno: 2021

Paese: USA

Genere: Azione, avventura, fantascienza, animazione

Produzione: Lucasfilm, Lucasfilm Animation

Distribuzione: Disney+

Ideatore: Dave Filoni

Stagione: 1

Puntate: 16

Musiche: Kevin Kiner

Animatori: Keith Kellog, Guido Muzzarelli, Fei Chen, Jessie Liao

Doppiatori italiani: Alessandro Ballico, Tiziana Martello

Trailer di: “Star Wars: The Bad Batch”

Star Wars the Bad Batch (concepito come spin-off della fortunatissima serie Star Wars: The Clone Wars) racconta le peripezie della Clone Force 99, la Bad Batch (introdotta nel primo episodio della settima stagione di The Clone Wars) all’alba del neonato Impero Galattico. Molte le premesse, numerosi gli spunti ma solo sufficiente il risultato.

Fotogramma da: "Star Wars: The Bad Batch"
Fotogramma da: Star Wars: The Bad Batch

Trama di: Star Wars: The Bad Batch

La prima stagione di Star Wars: The Bad Batch si apre sul pianeta Kaller dove la Bad Batch – formata dai cloni geneticamente modificati Hunter, Echo, Tech, Wrecker e Crosshair – sotto il comando della maestra jedi Depa Billaba, sta combattendo una delle ultime battaglie della Guerra; durante uno scontro a fuoco contro i Separatisti, viene emanato l’Ordine 66 e la Batch osserva i cloni “Reg” assassinare la Jedi. I cinque però riescono a salvare il suo apprendista Caleb Dume prima di fare ritorno a Kamino dove apprendono che la Repubblica ha lasciato il posto all’Impero Galattico guidato da Palpatine.

Sul Pianeta, la Bad Batch viene incaricata dall’ammiraglio Tarkin – che ha intenzione di testarne la lealtà all’Impero – di partire alla volta di Onderon per sedare una rivolta separatista. Arrivata su Onderon, pronta a ingaggiare il nemico, la squadra scopre che i rivoltosi sono per la maggior parte un gruppo di civili e di combattenti fedeli all’ormai distrutta Repubblica; impossibilitati a portare a termine la missione i cinque fanno ritorno su Kamino dove vengono arrestati e condotti in cella assieme a Omega, una giovane clone femmina costretta in cella perché sorpresa a ficcanasare. Crosshair viene fatto uscire di prigione perché più propenso a eseguire gli ordini e la sua programmazione viene migliorata per ordine di Tarkin. Ai quattro non resta che evadere portandosi dietro la giovane Omega lasciando indietro Crosshair che ora è intenzionato a dar loro la caccia.

Braccata dall’Impero e da Crosshair, la Bad Batch di cui ora fa parte anche Omega, deve trovare un modo per salvarsi e capire che posto occupare nella nuova Galassia.

Fotogramma da: Star Wars: The Bad Batch
Fotogramma da: Star Wars: The Bad Batch

Recensione di Star Wars: The Bad Batch

Non tutto quello che tocca Dave Filoni diventa oro e Star Wars: The Bad Batch ne è la prova. Dopo un primo episodio che, nonostante un’inusuale lunghezza (ben 75 minuti), risulta ben costruito e tutto sommato avvincente, il resto della prima stagione di questa nuova serie animata, è un continuo innestare situazioni differenti su una struttura sempre uguale, non c’è mai un vero e proprio climax, a partire dalle prime scene dei vari episodi capiamo già come si andrà a risolvere l’episodio; molte volte è la noia a farla da padrona tra le varie emozioni (poche a detta di chi scrive) che si susseguono nel corso degli episodi. I membri della Clone Force 99, in molte delle puntate, sembrano essere meri comprimari d’inesistenti protagonisti e l’apice della cosa lo si raggiunge negli episodi 11 e 12 dove la Bad Batch non viene mai praticamente presa in considerazione; questi due episodi tra l’altro sono fra i meglio gestiti di questa stagione ma, non fosse per una interessante dinamica che occorre all’interno dell’esercito imperiale (in questo caso ancora composto da soli cloni), si potrebbero saltare tranquillamente perché sono puro fan service (a detta di chi scrive).

Hunter, Echo, Tech, Wrecker e Crosshair soffrono di una mancanza di analisi e maturazione personale enorme ed è questo (in aggiunta a una quasi totale “auto-conclusione” degli episodi) il vero punto debole della serie; in sedici episodi tutti e cinque i nostri, non riescono a evolversi veramente e non può bastare il colpo di scena sul finale di stagione per migliorare le cose.

Star Wars: The Bad Batch non è però un lavoro completamente da buttare perché se ha dei seri problemi nella caratterizzazione dei personaggi, è riuscita a mostrare con efficacia i primi passi del nuovo Impero Galattico, dal controllo dei vari pianeti alla graduale sostituzione dei cloni con il reclutamento di cittadini nel neonato esercito imperiale. Di particolare importanza, soprattutto per quel che riguarda l’ultima e discussa trilogia cinematografica, il discorso sulla clonazione che l’Impero vuole portare avanti assoldando la kaminoana Nala Se. Con la conferma di una seconda stagione, si spera che certe lacune presenti in questa prima, possano essere colmate per riuscire così a dare ai fan – nuovi o della vecchia guardia – una storia più avvincente e raccontata in maniera migliore.

Note positive

  • L’organizzazione del neonato Impero Galattico è ben raccontata
  • I vari rimandi alle altre opere dell’universo Star Wars

Note negative

  • Salvo qualche raro caso, lo stile degli episodi si ripete sempre uguale a se stesso correndo il rischio di annoiare presto lo spettatore
  • I protagonisti, in sedici episodi, hanno un’evoluzione psicologia pressoché inesistente
  • Molti degli episodi non hanno praticamente climax e si capisce già come si risolveranno nei primissimi minuti di racconto

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