Young Adult Matters (2020): adolescenti in fuga

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Young Adult Matters locandina film

Young Adult Matters

Titolo originale: Young Adult Matters

Anno: 2020

Paese: Corea Del Sud

Genere: drammatico

Produzione: Little Big Pictures

Durata: 2h 7m

Regia: Hwan Lee

Sceneggiatura: Hwan Lee

Fotografia: Hyun-oc Kim

Montaggio: Hyun-ju Jo

Attori: Hee-Yeon Ahn, Yoo-Mi Lee, Heat-bit Shin, Hwan Lee, Kang-sub Park, Eun-junh Heo

Trailer di Young Adult Matters

Presentato in anteprima mondiale al Busan 2020, Young Adult Matters (lett. Anche i giovani contano) diretto e sceneggiato da Hwan Lee, in Italia è uscito solo nel 2021 all’interno del 19th Florence Korea Film Fest, tenutosi a Firenze presso il Cinema La Compagnia e in streaming su MyMovies.

Trama di Young Adult Matters

La liceale Sejin (Lee Yoo Mi) è una ragazza problematica, segnata da qualche disturbo psichico che la porta ad avere un comportamento alquanto particolare riguardo agli eventi del mondo sia tristi che positivi, prendendo il tutto come se fosse un gioco e un mero divertimento. Sejin vive insieme alla sorella minore, cercando sempre di mettersi nei guai e in pericolo passando dai tagli che si fa in diretta sulle storie Instagram, ai rapporti sessuali e occasionali con il figlio del preside, oppure dalla relazione amorosa con una delle sue compagnie di classe che di giorno la bullizza davanti alle altre ma di sera si scusa, segretamente con lei, dimostrandogli tutto il suo amore. La vita della giovane però viene scossa da due eventi ravvicinati: la scoperta di essere incinta con il conseguente desiderio di abortire, e la morte improvvisa della sua amata Eun-jeong, schiacciata da un container, sotto il suo sguardo.

Caduta in un maggior torpore emozionale, la giovane, vagabondando per strada, incontra la “diciottenne” fuggitiva di casa Juyeong (Ahn Heeyeon, famosa in corea come la star del gruppo musicale Exid). Le due, tra alcune rapine, faranno immediatamente amicizia e nel loro giorovagare incontreranno due coetanei fuggitivi come Jaepil (interpretato da Lee Hwan, regista del film) e Sinji (Sin Haetbit). Tra i quattro inizia subito uno strano rapporto, dove tutti cercano di ottenere maggiori soldi per aiutare Sejin ad abortire. Questo viaggio però li porterà a scontrarsi con la violenza intorno a loro.

Lee Yoo Mi in Young Adult Matters
Lee Yoo Mi in Young Adult Matters

Recensione di Young Adult Matters

Lungometraggio a tinte adolescenziali, Young Adult Matters parte da delle ottime premesse narrative per poi creare una storia che non soddisfa pienamente lo spettatore a causa di alcuni evidenti mancanze di sceneggiatura che non vanno a spiegare molti elementi chiave interni alla storia, donandoci una pellicola che se possiede dei personaggi interessanti non si dimostra in grado di dargli un solido supporto sceneggiativo o anche scenografico, dove la stessa città su cui i giovani si muovono non dona quel contesto sociale utile per rafforzare e portare tridimensionalità alla vicenda narrata, tanto che la vita di strada, le sue sofferenze o il mondo della droga e la stessa condizione di povertà dei personaggi vengono completamente dimenticati dal cineasta attore Hwan Lee, giunto alla sua seconda regia.

La storia del resto inizia in maniera accattivante mostrandoci una liceale che all’interno della sua cameretta si sta facendo dei tagli sul braccio in diretta Instagram, ponendo una denuncia nitida a quel mondo social dove tutti vedono e sanno ma nessuno fa niente per aiutare nella vita reale. Alla giovane infatti giungono i più disparati commenti, come “La tua vita è preziosa”, “Finisicla, stupida troietta”, “La troietta cerca attenzioni!”, “Perché non fai più tagli e più profondi?” Tale scena mostra in maniera chiara come la società del 2020 sia segnato da una forte vena egocentrica individuale fondata spesso e volentieri sulla cattiveria, tale pensiero è l’elemento su cui si fonda l’intera pellicola di Hwan Lee che sembra voler asserire un concetto chiaro e deciso: Nessuno (o solo in pochi) ti aiuteranno o ti vorranno realmente bene, ma i più ti faranno del male e se ne fregheranno di te, come se non esistessi. Tale concetto è ben esposto anche nella seconda scena dove troviamo Sejin vittima di bullismo scolastico proprio da quelle ragazze che sanno esattamente come la giovane stia soffrendo e invece di porgli una mano di salvezza, rincarano la dose maltrattandola.

Frame di Young Adult Matters
Frame di Young Adult Matters

Il primo atto drammaturgico con ogni probabilità è l’elemento di miglior fattura all’interno della storia dove ci viene presentata la giovane disadattata Sjin, una ragazza affetta da qualche disturbo sociale o mentale, da apparire alle sue coetanee come una stramba e una stupida, proprio per il suo atteggiamento che sembra non dare a nessun evento la giusta importanza ma più subisce più mostra il suo sorriso come se tutto ciò che le accadesse non fosse altro che uno strano e misterioso gioco. Tale elemento è ben evidente dalla sue reazioni a degli eventi drammatici con cui si imbatte:

  1. Scoperta di essere incinta: non sembra prendere sul serio la faccenda, tanto da considerare l’operazione per l’aborto poca cosa e senza considerare minimamente che dentro di lei c’è un’altra vita. Questo elemento diviene il motore centrale del suo personaggio che avrà un unico obiettivo: ottenere dei soldi per pagarsi l’operazione.
  2. La morte della sua innamorata: la giovane assiste alla catastrofe ma se lì per lì appare scossa da tale evento, questo trauma non sembra cambiarla minimamente, anzi lei continua ad andare avanti come se niente fosse.
  3. Il pestaggio avvenuto a fine secondo atto dove lei non pare provare nessun rancore o rabbia per l’evento, come se l’accaduto fosse insignificante, mentre invece ha rischiato di morire

Se un personaggio del genere risulta interessante drammaturgicamente, ciò non avviene all’interno di Young Adult Matters dove in ben 127 minuti non sappiamo niente su molti elementi fondamentali riguardo al background di Sijin e inoltre non avviene un vero arco di trasformazione del personaggio tanto che a fine visione la pellicola lascia davvero poco nel cuore dello spettatore. Indubbiamente le interpretazioni del cast sono notevoli, ma la bravura stessa di Lee Yoo Mi nell’interpretare un personaggio così complesso come quello di Sijin non può di certo nascondere i problemi narrativi di sviluppo dei personaggi. Tanto che alla fine della visione lo spettatore avrà alcuni dubbi, i soliti che aveva all’inizio della storia:

  1. Come mai Sijin è così? Da quale malattia è affetta? Oppure la sua situazione è stata causata da un trauma? In effetti si può ipotizzare che questo personaggio indossi una maschera per evitare di mostrare o di sentire i suoi stessi dolori interiori ma se ciò può essere vero, non né abbiamo minimamente una conferma concreta da parte della sceneggiatura, tanto che questa non sembra andare a spiegare niente sul passato della giovane protagonista
  2. La famiglia di Sijin e i suoi genitori. Ma è possibile che lei viva da sola con la sua unica sorella? Non dovrebbero venire gli assistenti sociali a occuparsi del caso? Come mai la sorellina di quattordici anni continua a vivere da sola e perché lei decide di abbandonarla? I genitori della ragazza sono morti o sono scappati?

Il tutto dona al pubblico un film superficiale a tratti violento e che non dona speranze reali ai personaggi incastrati in un mondo orribile dove gli stessi personaggi adulti o maschili vengono ritenuti e mostrati come esseri mostruosi in gradi di fare esclusivamente del male, mentre i giovani appaiono come personaggi insicuri che non sanno cosa fare vagabondando senza scopo nei vicoli della città.

Note positive

  • Primo atto

Note negative

  • Superficialità
  • Sviluppo assente della protagonista
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