The Silence (2019): Il fratello di A Quiet Place

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The Silence locandina film

The Silence

Titolo originale:

Anno: 2019

Paese: Germania, Stati Uniti d’America

Genere: Horror, Thriller

Produzione: Constantin Film, EMJAG Productions

Distribuzione: Netflix

Durata: 90 min

Regia: John R. Leonetti

Sceneggiatura: Carey Van Dyke, Shane Van Dyke

Fotografia: Michael Galbraith

Montaggio: Michele Conroy

Musiche: tomandandy

Attori: Kiernan ShipkaStanley TucciMiranda Otto, Kate Trotter, John Corbett, Kyle Harrison Breitkopf, Dempsey Bryk, Billy MacLellan

Trailer italiano di The Silence

Per la regia di John R. Leonetti esce sulla piattaforma Netflix, il 10 aprile 2019, The Silence il lungometraggio post apocalittico a tinte horror liberamente basato sul omonimo romanzo di Tim Lebbon.

Il cast attoriale vede la partecipazione di figure di spicco del cinema contemporaneo come Stanley Tucci vincitore di due golden globe per il film Amabili resti (The Lovely Bones) di Peter Jackson e Miranda Otto che ha preso parte a due film de Il Signore degli Anelli come Le due torri e Il ritorno del re e che ha collaborato insieme alla protagonista del lungometraggio Kiernan Shipka, famosa per la serie Mad Men, alla serie tv di successo Le terrificanti avventure di Sabrina.

I protagonisti di The Silence
I protagonisti di The Silence

Trama di The Silence

Nelle profondità di un sistema inesplorato di grotte situato sotto i monti Appalachi, una spedizione archeologica scopre una specie altamente evoluta che in passato era conosciuta come i Vesps, tale terminologia prende il proprio nome dal termine spagnolo “avispa”. Questa specie preistorica ha la tendenza a vivere all’interno di un nutrito gruppo di suoi simili e caccia le sue prede attraverso il senso uditivo non possedendo né la vista né l’olfatto.

Gli archeologi aprendo il varco di una grotta gli danno il via libera e questi esseri iniziano a propagarsi nel mondo e a prolificare a grande velocità, impiantando nel corpo umano o animale morto le loro uova.

Seguiamo le vicende dalla vita di Ally Andrews (Kiernan Shipka), una ragazzina di sedici anni che ha perso l’udito in un terribile incidente automobilistico dove i suoi nonni sono deceduti. Lei vive con la sua famiglia composta dai genitori, un fratellino e una nonna gravemente malata. La loro esistenza serena è sconvolta dall’arrivo dei Vesps che stanno razziando e uccidendo tutto ciò che trovano nel loro cammino. In un mondo dove non è più possibile fare un minimo rumore ma in cui il silenzio è l’unica possibilità di salvezza ecco che gli Andrews dovranno cercare di adattarsi per sopravvivere a questa apocalisse.

Kiernan Shipka e Stanley Tucci in The Silence
Kiernan Shipka e Stanley Tucci in The Silence

Recensione di The Silence

Pur considerando che The Silence nasce da un romanzo non possiamo che andarci a porre un quesito: avevamo veramente bisogno di questo ulteriore lungometraggio postapocalittico a tinta horror?

Soltanto un anno prima, nel 2018, era uscito un lungometraggio che ha ottenuto un ottimo successo di critica e di pubblico come A Quiet Place – Un posto tranquillo diretto da John Krasinski, che parte dal medesimo spunto narrativo e dalla medesima struttura familiare di partenza: una bambina sorda che insieme alla sua famiglia deve sopravvivere in un mondo in cui delle creature cacciano sfruttando il senso uditivo. Unica divergenza è che qui la catastrofe è già avvenuta mentre in The Silence viene mostrato l’inizio di tutto, ma proprio questa sua struttura ricorda alla mente un altro prodotto “sensoriale” e apocalittico – horror come Bird Box (2018). Tutto ciò dona alla pellicola un senso di già visto e di ripetizione drammaturgica di un genere fin troppo abusato nel 2000, sopratutto per la sua assenza d’innovazione e d’originalità nel raccontare gli eventi, che conducono lo spettatore a fare costantemente il paragone con il cult di Krasinski da cui The Silence non può che uscirne male.

Il lungometraggio di John R. Leonetti del resto risulta un film riuscito dal punto di vista tecnico e recitativo donando al pubblico delle buone scene di tensione narrativa ma mostra alcuni limiti logici da quando avviene l’attacco dei Vesps, resi visivamente in maniera accattivante grazie ad un discreto uso della CGI. The Silence parte dal sunto che per sopravvivere non si deve fare nessun tipo di rumore, in effetti basta un sibilo di un serpente per far scaturire la sete omicida degli Uccelli, ma ciò non è completamente rispettato nell’opera dato che vediamo per lunga parte del film i nostri protagonisti viaggiare in macchina per sfuggire alla catastrofe (come mai gli uccelli non vanno ad attaccarli sentendo tutto quel rumore?), stesso discorso vale per il loro costante parlare nei momenti meno adatti, ovvero quando i Vesps sono li fuori, ma allora perché questi rimangono impassibili? Tale problematica del parlato rimane ancora più incomprensibile quando uno dei personaggi è sordo e continua a comunicare con la parola invece che con l’uso dei segni che tutti i suoi familiari comprendono pienamente.

Risulta però interessante aver immesso, in vari momenti del racconto, delle sottotrame prettamente religiose che vedono il loro apice narrativo con la comparsa di una setta cristiana che ha deciso di tagliarsi la lingua in onore di Dio per poter sopravvivere in questo nuovo mondo. Tale parte, che risulta anche il momento di maggior pathos di The Silence, viene svolta con troppa fretta e rapidità di eventi, togliendo potenza alla storia. Tale problematica di una seconda parte narrativa fin troppo sbrigativa e quasi tirata via è riscontrabile nel finale che pur essendo interessante arriva senza che il pubblico abbia assorbito quel mondo e senza essere riuscito a creare una reale paura per i suoi personaggi, che dobbiamo ammettere, possiedono una loro buona tridimensionalità e risultano ben interpretati dai loro attori.

The Silence rimane vittima della sua poca originalità creativa che lo differenzia dagli altri prodotti di genere, senza riuscire a sfruttare al meglio i suoi personaggi e cadendo in qualche contraddizione narrativa, ma nonostante ciò la visione risulta gradevole e anche se non sarà memorabile riesce a far passare in “tranquillità” un ora e quaranta. Se amate questo genere vi consigliamo la visione ma allo stesso tempo vi chiediamo di non avere nessun tipo di aspettativa da questa opera.

Note positive

  • Prima parte prima della fine della civiltà
  • Gli attori

Note negative

  • Assenza di verosimiglianza a causa di alcune contraddizioni di sceneggiatura
  • La seconda parte è troppo sbrigativa
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