Tom of Finland (2017): la conformazione di una storia di ricerca personale, fra arte e sesso.

Condividi su
Trailer di Tom of Finland

Il film, scelto come rappresentante per la Finlandia agli Oscar 2018, narra la vita di Touko Laaksonen, artista baltico che divenne celebre per i suoi disegni a tematica leather bear gay. Laaksonen, che divenne un’icona del mondo omosessuale, fu già protagonista del documentario Daddy and the Muscle Academy (1991). Il film ha aperto la 32ª edizione del Lovers Film Festival di Torino.

Trama di Tom of Finland

La pellicola racconta la vita di Touko Laaksonen, sia personale che artistica: il suo congedo, avvenuto alla fine della Seconda Guerra Mondiale; il closet in cui si trincera; l’inizio della sua storia d’amore; la sua tenacia verso la promozione della sua arte. Il protagonista, grazie ai suoi fumetti omoerotici, arriverà alla fama internazionale. tanto da divenire una icona gay in un periodo storico particolare – in quello che sfocerà negli anni della comparsa dell’AIDS.

tom of finland - Pekka Strang Jessica Grabowsky, and Lauri Tilkanen
Tom of Finland – Lauri Tilkanen, Jessica Grabowsky, e Pekka Strang

Recensione di Tom of Finland

Il film di Dome Karukoski ha tutte le prerogative per essere una pellicola di consumo: belle immagini, storia scorrevole, niente che possa infastidire lo spettatore moderno, magari svogliato e poco incline ad essere preso in un meccanismo che lo porti a elaborare ciò che sta guardando. Del resto, diverse pellicole nascono con il presupposto di essere un prodotto commerciale il che, sia ben chiaro, non è un male, soprattutto se ciò viene palesato. Però, visto l’argomento trattato, da questa opera ci si aspetterebbe un impegno diverso e una profondità che, in realtà, manca.

Karukoski è un giovane regista finlandese che ha respirato arte e cultura fin dall’infanzia – suo padre era un attore e un poeta mentre la madre lavorava nel giornalismo. Si distinse già con il suo primo lungometraggio Tyttö sinä olet tähti, vincitore di diversi premi; in seguito si dedicherà anche a video musicali e spot pubblicitari. Con Tom of Finland ha iniziato a dedicarsi a storie biografiche e, probabilmente, forte delle sue esperienze passate, ha lavorato molto sulla qualità dell’immagine.

tom of finland - Pekka Strang and Lauri Tilkanen
Tom of Finland – Lauri Tilkanen (Veli) e Pekka Strang (Tom)

Il film inizia, senza indugi, proponendo delle sequenze che sottolineano la presenza della tematica lgbtqi+: i nudi – mai frontali – del gruppo di soldati in sauna; gli sguardi del protagonista; gli adescamenti nel bosco. Non esplicita mai, in maniera diretta, l’omosessualità dell’artista: Tom, interpretato dall’attore finlandese Pekka Strang, è closeted e non ha intenzione di uscire da quel suo status, sfogando nel disegno i suoi pensieri e le sue pulsioni. Anche nella rappresentazione dei suoi contatti omoerotici, le immagini e i contenuti vengono proposti in modo che non disturbino, con l’uso di un filtro narrativo necessario per rendere l’argomento accettabile. Questa modalità è presente in tutto il film: mentre Tom vive la sua storia d’amore piuttosto che nel rapporto che ha con la sorella – più rivale che confidente.

Le scene dedicate all’amore trasgressivo sono sempre buie, caratterizzate da promiscuità e da rapporti che non vanno mai a indagare oltre ciò che può avvenire sotto le coperte (e non solo). Situazioni che sono vecchie modalità di rappresentazione che possiamo ricondurre già agli anni Ottanta: in tal senso, Cruising di William Friedkin può essere considerato il precursore.

Tom of Finland honors its subject with an empathetic, even-handed, and above all entertaining look at the pioneering art he produced from private turmoil.

Rotten Tomatoes

Oggettivamente, il lavoro di Karukoski non è un brutto film: gli attori sono guidati verso una interpretazione quasi distaccata, volta a rimarcare la situazione più che l’introspezione. Anche la musica viene usata con parsimonia ma in maniera efficace. Il montaggio è lineare, agevolando così la fluidità del racconto, e la fotografia è accurata, andando a creare– più con i giochi di ombre che di luci – delle suggestioni oramai conosciute. Anche qualche trovata registica è degna di nota, come il coniglio bianco che ogni tanto appare – che può rappresentare sia la porta su un mondo fantastico alla Lewis Carroll sia simboleggiare la frenesia sessuale – o il sogno erotico di Tom, impersonato dal personaggio fumettistico di Kake.

Le lacune della sceneggiatura vengono ben celate da una narrazione scorrevole: il triangolo amoroso fra Tom, sua sorella e il futuro compagno di vita dell’artista – a cui avrebbero affittato una stanza, non si sa in base a quale esigenza – piuttosto che il ritrovarsi di Tom e Alijoki, compagno di scorribande notturne nei parchi divenuto, in seguito, diplomatico – l’incontro avviene in un’altra nazione e in carcere, luogo dove Tom era stato portato a seguito di un appuntamento amoroso finito male.

tom of finland - Niklas Hogner
Tom of Finland – Kake

Mentre il resto del cast è imbrigliato, fra scelte registiche e sceneggiatura, Taisto Oksanen (Alijoki) riesce a dare uno spessore che è apprezzabile, nella sua doppia veste di closeted e di persona costretta ad affrontare il suo outing. Gli altri: Pekka Strang (Tom) e Lauri Tilkanen (Veli, amante di Tom) sono contenuti nella loro rappresentazione omonormativa; Jessica Grabowsky (Kaija, sorella di Tom) nella sua forzata figura antagonista e moralizzatrice, diventa una macchietta poco credibile.

L’argomento trattato e l’inizio del film lasciano supporre una volontà consapevole all’uso del queer baiting; pensiero confermato con il proseguo della visione del film. Il percorso intimo di Laaksonen non viene scandagliato, se non brevemente, a vantaggio di un racconto più facile da accettare: persino la provocazione estrema dell’artista di usare le divise naziste per alcuni suoi personaggi non è indagata ma, del resto, sono molti i momenti incompiuti – il viaggio negli Stati Uniti o l’avvento dell’AIDS sono degli esempi. La conclusione, con il classico lieto fine, rende ancor più evanescente tutto il percorso dell’illustratore finnico.

tom of finland - Pekka Strang and Jessica Grabowsky
Tom of Finland – Pekka Strang e Jessica Grabowsky (Kaija) nella scena in cui il protagonista si palesa alla sorella

In conclusione

Non meraviglia che la pellicola finlandese non sia stata selezionata fra le finaliste nella categoria Miglior film in lingua straniera al 90° Premio Oscar: nonostante sia un prodotto ben confezionato, le aspettative vengono disilluse. Ciò nonostante, rimane un discreto lavoro di cassetta: il clima domestico è più che sufficiente per godersi questa pellicola.

Note positive

  • Racconto fruibile di una biografia complessa
  • Belle immagini e buona fotografia

Note negative

  • Uso del queer baiting
  • Attori troppo limitati
  • Storia non approfondita
Condividi su

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.