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Top of the Lake – Il mistero del lago
Titolo originale: Top of the Lake
Anno: 2013
Paese: Nuova Zelanda, Australia, Inghilterra, Stati Uniti
Genere: crime, mistery, drammatico
Casa di Produzione: Sea-Saw Films, Escapade Pictures, Screen Australia
Distribuzione: BBC Worldwide, Sundance TV
Ideatore: Jane Campion, Gerard Lee
Stagione: 1
Puntate: 6
Regia: Jane Campion, Garth Davis
Sceneggiatura: Jane Campion, Gerard Lee
Fotografia: Adam Arkapaw
Montaggio: Alexandre De Franceschi, Scott Gray
Musica: Mark Bradshaw
Attori: Elizabeth Moss, Peter Mullan, David Wenham, Thomas M.Wright, Jacqueline Joe, Holly Hunter, Geneviève Lemon, Robyn Malcolm, Kip Chapman, Jay Ryan, Luke Buchanan, Calvin Tuteao, Mirrah Foulkes, Darren Gilshenan, Jacek Koman, Oscar Redding, Lucy Lawless, Erica Englert, Chris Haywood, Anthony Phelan
In collaborazione con Gerard Lee, la regista neozelandese Jane Campion torna nel 2013 a lavorare nuovamente in televisione con Top of the Lake, una miniserie dallo sfondo crime che riporta le tematiche principali che hanno da sempre caratterizzato la sua filmografia: la condizione della donna e il suo rapporto/conflitto con l’altro sesso e la realtà che la circonda. Presentata al Sundance Film Festival del 2013 ha riscosso sin da subito un discreto successo.
Trama Top of the Lake – prima stagione
Ambientata in una zona montuosa della Nuova Zelanda, la vicenda ruota attorno alla scomparsa della dodicenne incinta Tui Mitcham. A occuparsi del caso sarà la detective Robin Griffin, specializzata in crimini sessuali. Durante le indagini, Robin non solo scoprirà i segreti del luogo, ma dovrà fare i conti anche con il proprio passato.

Recensione Top of the Lake – prima stagione
La serie televisiva Top of the Lake non segna solo il ritorno alla televisione della regista neozelandese Jane Campion dopo Dancing Daze, Le due amiche e Un angelo alla mia tavola, ma la vede collaborare nuovamente con Gerard Lee, già sceneggiatore dei precedenti lavori: il cortometraggio Passionless Moments e il lungometraggio Sweetie. Presentata al Sundance Film Festival del 2013 e distribuita dalla BBC Worldwide, Top of the Lake ha conquistato diversi riconoscimenti, tra cui il Golden Globe a Elizabeth Moss come migliore attrice in una miniserie per il ruolo della detective Robin Griffin.
Campion, accompagnata alla regia da Garth Davis, inserisce nel suggestivo paesaggio neozelandese le vicende della giovanissima Tui Mitcham (Jacqueline Joe) che, dopo aver scoperto di essere incinta, tenta il suicidio nelle gelide acque del lago Wakatipu. Il caso viene affidato alla detective Robin Griffin (Elizabeth Moss) specializzata in crimini sessuali e tornata da Sidney nel suo paese d’origine per far visita alla madre malata di cancro. La scomparsa improvvisa della dodicenne Tui metterà la giovane detective alla prova. La forte diffidenza da parte degli abitanti del posto, dovuta in primo luogo dal legame di ognuno con il boss locale, Matt Mitcham (Peter Mullan), non le renderanno vita facile. Inoltre, Matt è anche padre di Tui e farà di tutto per ritrovare la figlia, anche ostacolare le indagini avendo una grande influenza sulla maggior parte degli abitanti, a causa delle sue losche attività.

La particolare vicenda di Tui coinvolgerà totalmente Robin, la quale, nel corso delle investigazioni, si troverà a dover affrontare alcuni traumi legati al suo passato. Ritrova persone a cui un tempo era legata, tra cui il suo ex ragazzo Johnno (Thomas M.Wright), figlio anche lui di Matt Mitcham. Ogni persona, ogni luogo, ogni evento sembra essere legato alla famiglia Mitcham e in particolare alla figura spietata di Matt.
Nel frattempo, ha luogo un’altra vicenda parallela che porterà alla luce altre importanti questioni. Non lontano dalla cittadina, in una vasta radura chiamata Paradise, si sono insediate un gruppo di donne ultraquarantenni ormai provate dalla vita e dai rapporti sociali in particolare con l’altro sesso. Guidate da una sorta di Guru, GJ (Holly Hunter), cercano un’alternativa, una soluzione alla propria condizione. Saranno di grande aiuto per Robin, sia per il suo percorso professionale che personale. Ben presto però entreranno in conflitto con Matt Mitcham, perché egli ritiene illegittimo l’acquisto della terra su cui si sono stabilite. Questo scontro, nel corso degli episodi, permetterà di comprendere ancora di più la personalità disturbata di Matt.

Dalla scomparsa di Tui, quindi, prendono vita altre vicende e altri personaggi legati da un simile destino e inseriti in un contesto violento, maschilista, chiuso che altro non è che lo specchio della realtà contemporanea e di tutte le problematiche presenti, a partire dai rapporti familiari, dal conflitto uomo-donna fino ad arrivare alla corruzione e alla brutale criminalità. Campion riesce, come dimostrato anche dai suoi precedenti lavori, a portare i suoi personaggi, principalmente quelli femminili, a un’auto-analisi, a una vera e propria esplorazione di se e del rapporto che ogni donna ha in primis con se stessa e poi con gli altri. Basti pensare alla (ri)scoperta di Robin su se stessa e sul suo passato che va di pari passo con le sue indagini, ma ovviamente anche la condizione di Tui è di particolare importanza.
In un ambiente così cupo e oscuro, dominato da un paesaggio che sembra rispecchiare a pieno la condizione e lo stato d’animo dei suoi abitanti, è possibile una via d’uscita? Questa è la riflessione che lo spettatore si trova a fare dopo aver concluso la visione. Una visione coinvolgente emotivamente e di grande impatto, anche grazie all’eccellente fotografia di Adam Karpaw e alla colonna sonora di Mark Bradshaw.
In conclusione
In conclusione, Top of the Lake è un prodotto ben riuscito che solleva questioni di particolare importanza e soprattutto attuali. Campion si dimostra nuovamente LA regista di storie femminili, capace d’indagare alla perfezione la condizione della donna in qualsiasi contesto sociale. Il ritorno alla collaborazione con Gerard Lee ha dimostrato inoltre, nonostante siano passati anni, la loro capacità di osservare senza mai giudicare l’essere umano e il rispettivo atteggiamento nei confronti dell’altro e della vita, basti anche solo pensare al sopracitato lungometraggio Sweetie (1989).
Note positive
- Regia
- Attrice protagonista
- Tematiche trattate
- Fotografia
Note negative
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