Un vizio di famiglia (2022): dark comedy di Sébastien Marnier

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Trailer del film Un vizio di famiglia (L’origine du mal)

Un vizio di famiglia (L’origine du mal) terzo lungometraggio di Sébastien Marnier è stato presentato alla 79a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, in Orizzonti Extra. Dopo il premio a Venezia per Full Time – Al cento per cento, la straordinaria Laure Calamy torna in un imprevedibile dramma familiare dalle tinte thriller, affiancando un cast d’eccezione su cui campeggiano Jacques Weber, Dominique Blanc e Dora Tillier, già musa di Daniel Auteuil in La Belle Époque.

Trama di Un vizio di famiglia

In una lussuosa villa in riva al mare, Stéphane, una giovane donna, operaia in un conservificio, si ritrova in una famiglia ultraricca con un padre sconosciuto, la sua stravagante moglie, la loro figlia ambiziosa, madre di un’adolescente ribelle, e la loro inquietante cameriera. Qualcuno sta mentendo. Tra colpi di scena e bugie, il mistero cresce e il sospetto si diffonde

fotogramma di Un vizio di famiglia (L'origine du mal)(2022)
Fotogramma di Un vizio di famiglia (L’origine du mal)(2022) di Sébastien Marnier

Leggi anche: Intervista a Sébastien Marnier sul film dal lui diretto Un vizio di famiglia (2022)

Recensione di Un vizio di famiglia

L’incipit del film vede  la protagonista Stéphane (superba Laure Calamy) mentre lavora alla catena di montaggio di una conservatoria. Un lavoro onesto, un’ umile abitazione, l’amore per la sua compagna detenuta per un crimine, alla quale promette ogni giorno che uscirà dal carcere. Un destino apparentemente già scritto? Non per la giovane dallo sguardo inquieto e dal sorriso disarmante . Cosa sta tramando Stéphane quando incontra al porticciolo Serge (un efficace Jacque Weber)? Certo sogna il proprio riscatto sociale e di ritrovare quell’amore paterno che “dice” di non aver mai ricevuto. Ma ponete attenzione ai dialoghi tra la Stéphane e la sua compagna….Ad ogni modo, Serge, per ora, si presenta bene: lui tipico “tycoon alla francese “che si è fatto da solo, è osteggiato dalla propria famiglia che lo accusa di pensare solo al vile denaro . E’ malaticcio ed ha bisogno di una “vera” figlia, per evitare che il patrimonio vada alle consanguinee. Si manterrà il patto di “ferro” tra i due?  Nulla è come sembra, ma il volto di Stéphane si illumina, quando attraversando il braccio di mare, scorge l’ignoto futuro davanti a sè.

Fotogramma di Un vizio di famiglia (L'origine du mal)(2022) di Sébastien Marnier
Fotogramma di Un vizio di famiglia (L’origine du mal)(2022) di Sébastien Marnier

La villa dove “padre” e “figlia” approdano  è maestosa ed irriverente, un vero e proprio territorio di caccia dell’eccentrica Louise (la bravissima Dominique Blanc della Comédie-Francaise) moglie di Serge, nonchè accumulatrice seriale di oggetti, videocassette, animali impagliati. Nell’ingranaggio ben collaudato, la” variabile” Stéphane può inceppare il meccanismo persecutorio tutto al femminile : tranne Louise, che vuol tenersi per il futuro l’affetto della “nuova figlia”, le altre, George a capo della società paterna, Jeanne già in fuga dalla famiglia in Australia e la governante Agnés, sono ostili alla sconosciuta. Solo quando si sentiranno “al sicuro” potranno “integrare” la sconosciuta Stéphane , come sancisce la sequenza nella quale la Louise “invita” la sconosciuta a salire sul divano assieme a loro, facendola letteralmente entrare dal fuori campo, nell‘inquadratura.

Fotogramma di Un vizio di famiglia (L'origine du mal)(2022) di Sébastien Marnier
Fotogramma di Un vizio di famiglia (L’origine du mal)(2022) di Sébastien Marnier

Al contrario, durante la sequenza che vede “riuniti” i componenti della famiglia con il capofamiglia Serge, l’uso dello “split screen” frazionando lo schermo , genera inquadrature separate, isolando,man mano, l’immagine di Stéphane : pur essendo ancora l’outsider , il riscatto sociale dell’“orfanella” è iniziato. Sarà dura per lei entrare a far parte, di diritto, del piccolo regno familiare, meschino e vischioso. Un terreno viscido, dal quale sono nati ( e il film lo spiega con linearità, talvolta disarmante)” fiori del male”. Emblematica l’inquadratura di Serge seminudo che accarezza la nuova “figlia”: qualcosa di indicibile, che turba.

Jeanne dice a Stéphane: “Non c’è niente di peggio della famiglia. È come un veleno che ti scorre nelle vene contaminandoti e facendoti stare male”.

Dialogo tratto dal film

Più che interpreti di una società amorale, i personaggi de Un vizio di famiglia (L’origine du mal)sembrano cristallizzati nel proprio mal di vivere, in attesa che qualcosa dall’esterno possa mutare il loro stato. Non tollerano più il passato ma non hanno soluzioni efficaci per il presente. Stéphane  è il farmaco che può sconfiggere il morbo e poiché  viene dal” basso” e il suo mentire è meno” elitario”, sarà sempre più esposto delle altre, a un’ eventuale punizione, umana o divina. Nel film Un vizio di famiglia (L’origine du mal) la coppia non esiste più, la famiglia è implosa, senza distruzioni e/o colpi di scena, in un marasma di ruoli confusi tra amati e non. Una guerra familiare questa – versione anaffettiva della “Guerra dei Roses”- che non prevede escalation.

In conclusione

Serge finisce in ospedale, con inevitabile svelamento …La protagonista però, riesce a rilanciare il suo gioco nel momento clou. Una commedia noir fondata sull’ ottima interpretazione degli attori, che di noir ha sicuramente il moto interiore dell’anima, ma senza quella costruzione complessa e affascinante del thriller classico. Il riscatto degli esclusi sui ricchi, non si manifesta con particolare crudeltà, con quell’ efferatezza geniale, alla Bong Joon-Ho, che scarnifica l’anima.

Note positive

  • Interpretazioni

Note negative

  • La sceneggiatura non sempre convince
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