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April come she will
Titolo originale: Shigatsu ni nareba kanojo wa
Anno: 2024
Nazione: Giappone
Genere: Sentimentale
Casa di produzione: Toho
Distribuzione italiana: Adler Entertainment
Durata: 108 minuti
Regia: Tomokazu Yamada
Sceneggiatura: Yuichiro Kido, Tomokazu Yamada, Genki Kawamura
Fotografia: Keisuke Imamura
Montaggio: Sakura Seya
Musiche: Takeshi Kobayashi
Attori: Takeru Satoh, Masami Nagasawa, Nana Mori, Taiga Nakano, Ayumu Nakajima, Yumi Kawai, Rie Tomosaka
Trailer di “April come she will”
Informazioni sul film e dove vederlo in streaming
Adler Entertainment, in collaborazione con Dynit, distribuisce nei cinema italiani April Come She Will, il lungometraggio che chiude la prima stagione cinematografica dedicata ai live-action made in Japan. Il film esce per la prima volta nelle sale italiane il 28, 29 e 30 aprile 2025 ed è parte dell’iniziativa I Love Japan, l’etichetta che riunisce le migliori produzioni giapponesi ancora inedite sul grande schermo italiano o realizzate in occasione di importanti anniversari. Grazie a questa rassegna, anime e live-action che hanno conquistato il pubblico nipponico raggiungono finalmente anche l’Italia, offrendo a fan e appassionati l’opportunità di scoprire le grandi storie che, negli ultimi anni, hanno dominato il box office giapponese e toccato il cuore degli spettatori.
April Come She Will è il terzo lungometraggio distribuito all’interno di questa prima stagione cinematografica made in Japan, completando una sorta di trilogia concettuale ed emozionante che racconta di passioni profonde, amicizia e sentimenti autentici, composta da Let Me Eat Your Pancreas e Your Eyes Tell. La stagione cinematografica I Love Japan ha celebrato, inoltre, il successo della speciale maratona anime “L’Attacco dei Giganti – Il film. Parte 1 – L’Arco e la Freccia Cremisi” e “Parte 2 – Le Ali della Libertà”. Infine, tutti coloro che hanno acquistato un biglietto per uno dei film della rassegna hanno la possibilità di partecipare all’estrazione di due viaggi-studio in Giappone offerti da EF Education First.
Opera prima del cineasta Tomokazu Yamada, autore di svariati videoclip musicali, April, Come She Will, intitolato in lingua originale Shigatsu ni nareba kanojo wa (letteralmente “Quando arriverà aprile, lei…”), è una pellicola romantico-drammatica del 2024 liberamente basata sull’omonimo romanzo rosa giapponese di Genki Kawamura, illustrato da Chizu Hashii. Il romanzo fu serializzato dal 5 maggio al 6 ottobre 2016, venendo infine pubblicato in brossura dall’etichetta editoriale Bungeishunju, in Giappone, mentre in Italia è stato rilasciato da Dynit Manga nel 2025 in occasione dell’uscita del lungometraggio.
Il film, distribuito nei cinema giapponesi dal 22 marzo 2024, vede nel cast Takeru Satoh, noto per aver partecipato alla saga di Rurouni Kenshin; Masami Nagasawa, celebre per Gintama (2017), Mother: Mazâ (2020) e Sekai no chûshin de, ai o sakebu (2004); e Nana Mori, che ha preso parte alla serie Makanai (2023), al film The Parades (2024), oltre ad aver dato la voce ad Amano Hina nel film d’animazione Weathering with You – La ragazza del tempo (2019).
Trama di “April come she will”
Tutto sembra procedere per il meglio nella vita di Shun Fujishiro, un uomo che ritiene di aver trovato la sua felicità e l’amore della sua vita, puro e intenso, tanto da decidere che è giunto il momento di sposarsi con la donna che ama, Yayoi Sakamoto. Lui è uno psichiatra in un ospedale universitario, mentre lei è una stimata veterinaria in uno zoo, svolgendo l’attività dei suoi sogni e nutrendo una profonda sintonia con il mondo degli animali.
Tutto cambia repentinamente il primo aprile, giorno del compleanno di Yayoi. Quella mattina, infatti, quando Shun si alza dal letto, si rende conto che la donna che intendeva sposare non c’è più. Dopo qualche giorno di assenza, comprende definitivamente che Yayoi si è dissolta nel nulla, abbandonandolo senza lasciare alcuna motivazione sensata.
Fujishiro, caduto in un vortice di disperazione e tristezza, cerca di comprendere i motivi della fuga, tentando anche di scoprire dove Sakamoto possa essere andata. Attraverso questa ricerca, Fujishiro si ritrova a ripercorrere la propria vita, ricordando anche i giorni in cui, all’università, stava insieme a Haru, sua compagna del club di fotografia. La giovane, ora, sta viaggiando per il mondo, raggiungendo quelle mete che avrebbero dovuto visitare assieme da ragazzi, e ogni volta che arriva in una nuova destinazione gli invia delle lettere, come facevano in passato.
Recensione di “April come she will”
“Come si fa a trovare il modo per evitare che l’amore finisca?”
Queste sono le ultime parole che Yayoi Sakamoto pronuncia davanti al suo innamorato prima di fuggire dalla sua vita, prima di prendere la decisione di abbandonarlo improvvisamente, senza affrontarlo, preferendo scappare in silenzio da quella vita e da quel futuro matrimonio. Questo momento – il risveglio di Fujishiro e la conseguente presa di consapevolezza, nostra e del personaggio, che Yayoi lo ha lasciato – segna la fine del primo atto e l’inizio del secondo, risultando un evento capace di donare una direzione netta e precisa alla storia, mescolando l’elemento narrativo più esplicito e sentimentale con quello prettamente filosofico.
April Come She Will, infatti, non è né semplicemente la storia della ricerca fisica dell’amata svanita nel nulla, né un racconto su come nasce o finisce un amore, bensì un’attenta riflessione a 360° sul senso profondo dell’amore stesso. Il film ci parla in maniera realistica e poco romanticizzata della realtà di questo sentimento universale che muove, giorno dopo giorno, le nostre esistenze. La pellicola, come il romanzo da cui è tratta, tenta – attraverso la storia di uno psichiatra, una veterinaria e una fotografa, con destini intrecciati tra passato e presente – di affrontare filosoficamente il senso più profondo dell’amore, connettendolo alle varie sfumature dello spettro emotivo umano, dove paura, insicurezza e abitudine diventano inevitabili compagni di viaggio.
In questo tipo di struttura drammaturgica, ogni personaggio e arco narrativo all’interno del lungometraggio porta alla stessa domanda: “Come si fa a trovare il modo per evitare che l’amore finisca?” Una domanda che, in maniera evidente, funge da filo conduttore tematico di tutto il racconto audiovisivo, diventando un interrogativo che, più o meno esplicitamente, si pongono tutti e tre i protagonisti. Ognuno di loro, attraverso le proprie scelte di vita e le strade intraprese, cerca di trovare una risposta a questo quesito esistenziale, nel tentativo di scoprire e comprendere come poter mantenere intatto e duraturo nel tempo quel fuoco di passione che arde nei loro cuori. L’amore che vivono, infatti, non deve rischiare di svanire, trasformandosi in una routine priva di affetto, dove l’innamoramento e il piacere di stare insieme si riducono a un semplice ricordo di un tempo ormai finito.
Come si fa a evitare che l’amore finisca? Perché la passione, con il passare del tempo, si trasforma in affetto? Queste sono le domande che si pongono prima Yayoi Sakamoto e poi Fujishiro, il cui racconto ci conduce all’interno della loro routine di coppia, mettendo in evidenza, sia attraverso l’uso del flashback per narrare l’innamoramento, sia attraverso il racconto del loro presente, come la loro relazione sia cambiata nel tempo. La profonda passione e sintonia che li univa sembra essersi gradualmente diluita, lasciando il posto a un distacco interiore, a una solitudine coniugale, dove l’uno si ricorda dell’importanza dell’altro solo nel momento della perdita. È questo il dolore che prova Fujishiro, il quale, dopo aver trascurato la donna che aveva accanto, si trova a sperimentare un desiderio profondo di passione e di dolore, che lo annienta giorno dopo giorno. Il film, narrato con toni profondamente realistici e con uno sguardo malinconico e triste, esplora così una situazione che appartiene a ciascuno di noi, la paura che l’amore che viviamo finisca un giorno e con lui la felicità, una paura che si porta a vivere nel terrore, dove si teme di soffrire costantemente per amore, fuggendo così da questo sentimento, come è il caso dei personaggi femminili di questa pellicole. Le domande sollevate nel film, dunque, parlano direttamente allo spettatore, a chi più e chi meno, invitandolo a riflettere sul vero significato dell’amore, sulla paura dell’amore e su come si possa evitare che svanisca nel tempo.
La pellicola si distingue per una sceneggiatura asciutta e immediata, che ci presenta e ci racconta i personaggi principali attraverso continui flashback e salti temporali. Questi momenti, a volte accurati e approfonditi e altri meno riusciti, ci permettono di esplorare la psicologia dei vari protagonisti, che conosciamo meglio proprio grazie a questi flashback legati alla loro storia d’amore. Entrambe le storie sono connesse a Fujishiro, prima fidanzato con Haru durante gli anni universitari, e ora impegnato con la veterinaria Yayoi. Le due narrazioni non solo ci descrivono i personaggi, ma anche situazioni contrastanti dell’amore, legate alla paura, all’insicurezza e alla difficoltà di lottare per l’amore stesso. Questi temi sono comuni a tutti e tre i protagonisti, che non riescono a combattere con determinazione per le persone che amano. Indubbiamente, tra le tre storie raccontate, quella di Fujishiro e della sua promessa sposa è la più riuscita. La narrazione legata alla fotografa, pur essendo drammatica, risulta interessante ma non del tutto convincente, priva di quella forza emotiva che una storia del genere avrebbe meritato.
Il personaggio di Haru svolge un ruolo cruciale all’interno di April Come She Will, ed è strutturalmente concepito come uno degli elementi portanti del racconto, al pari degli altri due protagonisti. Tuttavia, nonostante la sua importanza, la pellicola non riesce a darle lo spazio e la profondità che meriterebbe. Haru appare, infatti, più come un’idea, una rappresentazione di temi centrali nel film, che come un personaggio tridimensionale e sviluppato. La sua presenza introduce nella narrazione concetti significativi legati all’amore, alla solitudine e alle dinamiche relazionali, ma ciò avviene in modo troppo superficiale, senza mai entrare completamente nel vivo della sua interiorità. Questo difetto è principalmente legato a una scelta drammaturgica che la limita, riducendo notevolmente il suo tempo di presenza sullo schermo. Il minutaggio a lei dedicato risulta insufficiente per dare la giusta attenzione alla sua psicologia e alla sua evoluzione emotiva.
Nonostante Haru sia una figura che teoricamente potrebbe arricchire e completare la trama, la sua caratterizzazione resta in una dimensione di mero accenno, senza mai evolversi pienamente. In questo senso, la sua figura rimane intrappolata nella sua stessa funzione narrativa, quella di rappresentare una presenza evocativa ma non concreta. La sua capacità di incidere nel racconto è quindi più concettuale, funzionale agli altri personaggio e al loro percorso di formazione più che emotiva: Haru diventa il veicolo di tematiche più ampie, ma non riesce mai a diventare una voce autonoma e distintiva nel film. Il suo ruolo di “protagonista” non si traduce mai in un’effettiva presa di coscienza da parte dello spettatore, che finisce per rimanere con l’impressione di un personaggio incompiuto, potenzialmente affascinante ma mai veramente esplorato. In questo modo, il film perde l’opportunità di arricchire il suo complesso emotivo con una figura femminile che avrebbe potuto, se adeguatamente sviluppata, aggiungere nuove sfumature alla già delicata trama di April Come She Will.
La sceneggiatura di April Come She Will rivela fin da subito una scelta consapevole: rinunciare a qualsiasi tentativo di rendere memorabili i personaggi secondari, probabilmente un errore, lasciandoli sullo sfondo come presenze funzionali piuttosto che come entità narrative autonome. Il racconto si concentra quindi sui tre protagonisti, in particolare sul personaggio maschile, probabilmente esagerando e togliendo tempo allo sviluppo delle altre due protagoniste femminili. Quest’ultimo è interpretato con grande delicatezza e intensità da Takeru Satō, che riesce a dare corpo e anima alla sofferenza romantica del suo personaggio. La sua discesa improvvisa in un vortice di solitudine e disperazione è raccontata con naturalezza emotiva, evitando l’enfasi drammatica e rendendo il dolore ancora più autentico e realistico, facendoci comprendere appieno il suo malessere interiore.
Il film si muove, dunque, lungo corde malinconiche e nostalgiche, in cui la tristezza profonda dei personaggi emerge come un’eco costante e inesorabile. Questa atmosfera è sostenuta da una fotografia e da una scenografia che prediligono toni spenti e realistici, rifiutando i colori accesi in favore di palette cupe e sobrie (ad eccezione dei flashback o dei momenti di felicità), quasi a voler cristallizzare l’emozione in una dimensione sospesa. In linea con questa estetica, anche la regia si distacca dalle convenzioni del romanticismo “filmico” più tradizionale, preferendo raccontare l’amore in modo asciutto, concreto, tangibile. Non c’è spazio per idealizzazioni o gesti eclatanti: il sentimento nasce e si sviluppa in modo discreto, aderendo a una dimensione profondamente realistica.
I dialoghi stessi sembrano avere un ruolo secondario nella narrazione: sebbene vi siano alcune dichiarazioni d’amore esplicite, sono gli sguardi, le esitazioni, i silenzi a raccontare ciò che le parole non riescono a esprimere. L’aria stessa tra i personaggi diventa veicolo di emozione, caricandosi di tensione e significati taciuti, in una rappresentazione dell’amore che vive più nelle pause che nei discorsi. April Come She Will costruisce così un’esperienza emotiva basata sull’inespresso, dove il vuoto, la distanza e il non detto parlano più forte di qualsiasi confessione. In questo quadro di dolore trattenuto e di romantico realismo, il film trova la sua voce più autentica, avvolgendo lo spettatore in un lento, struggente abbraccio di malinconia.
In conclusione
April Come She Will riflette sull’essenza dell’amore e sulla sua fragilità, portando sullo schermo emozioni intense e interrogativi universali. Tra atmosfere malinconiche, interpretazioni convincenti e una regia asciutta, il film costruisce un’esperienza che parla al cuore dello spettatore, pur sacrificando la piena profondità di alcuni personaggi.
Note positive
- Profonda riflessione sull’essenza dell’amore
- Atmosfere malinconiche e realistiche
- Buona interpretazione di Takeru Satō
Note negative
- Sviluppo disomogeneo dei personaggi secondari
- Squilibrio nel focus drammaturgico tra i protagonisti
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Fotografia |
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Sceneggiatura |
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Colonna sonora e sonoro |
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Interpretazione |
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Emozione |
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SUMMARY
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3.4
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