ARF (2023): una chicca dell’animazione italiana

Recensione, trama, cast del film d'animazione italiano ARF (2023) opera prima di Anna Russo e Simona Cornacchia
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Trailer di ARF

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Il lungometraggio d’animazione ARF, frutto della collaborazione tra la scrittrice Anna Russo e la regista da Simona Cornacchia, in co-regia con la Russo, è stato presentato in anteprima sabato 16 dicembre 2023 alle ore 18:00 presso il Cinema Massimo di Torino, come parte dell’evento speciale del Sottodiciotto Film Festival (14-18 dicembre) nella sezione dedicata all’Animazione.

Il film, prodotto da Genoma Films insieme a Marguttastudios, Panebarco, ShowLab e Digitoonz, con il sostegno della Regione Emilia-Romagna attraverso Emilia-Romagna Film Commission e il contributo selettivo del MIC, racconta una storia unica. Ambientato in una guerra ispirata alla Seconda Guerra Mondiale, segue il viaggio di un Mowgli del XX secolo, cresciuto da una cagnolina, mentre affronta il Dittatore in una sfida epica. La peculiarità di questo progetto, animato in 2D con elementi in 3D, risiede nell’affrontare temi delicati come l’amore tra bambini e animali, l’istinto materno, la separazione, la diversità e la sofferenza dei bambini durante la guerra. Il tutto è raccontato attraverso un’ottica straordinaria: gli occhi di un cane. Paolo Rossi Pisu, il produttore, commenta: “È stata la nostra prima incursione nell’animazione, ma siamo stati conquistati dalla storia di Anna Russo e dai disegni di Simona Cornacchia fin dal primo momento, per la loro qualità artistica e la profondità dei temi affrontati.

Trama di ARF (2023)

Arf è un bambino orfano che non sa parlare, abbaia. Abbaia proprio come il cane che lo ha cresciuto salvandolo dalla guerra. Un giorno il bambino viene preso e portato in un campo di lavoro e li inizia la sua avventura alla scoperta del mondo degli uomini (e dei cani).

Recension di ARF (2023)

Chi non si è sentito almeno una volta spaesato? Chi non ha avuto paura di non avere un dopo? Art è la prova che basta veramente poco per continuare a lottare senza rinunciare al proprio essere.

La storia è ambientata in un tempo e luogo non definiti, ma è molto semplice collegarsi agli anni della seconda guerra mondiale. Ci sono tutti gli elementi di quel periodo, incluso una versione molto buffa di Adolf Hitler, qui chiamato solo Dittatore. Tuttavia c’è qualcosa che fa rimanere di stucco lo spettatore, ovvero un grande senso di speranza che aleggia anche nel peggiore dei luoghi, come un campo di concentramento.

Fotogramma di Arf
Fotogramma di Arf

Come un bambino può salvare tutto

Sarà il personaggio stesso di Arf a dare quel senso di spensieratezza a tutto il film e ai personaggi stessi, anche ai più crudeli. Arf ricorda molto Mowgli da “Il Libro della Giungla”, un bambino che cresce con gli animali e che ne prende gli usi e il comportamento. Nonostante non sappia parlare, ma solo abbaiare, non perde quell’umanità che si direbbe tipica degli esseri umani, ma che oramai sappiamo essere più una dote animale…

La semplicità, e ingenuità, del protagonista sono un pretesto per prendere in giro il potere. I Soldati e il Comandante, cariche che dovrebbero essere istruite e consapevoli, si lasciano totalmente sopraffare da questo bambino e non capiscono come tenere a bada un campo di lavoro abitato solo da cani e bambini. Dall’altra parte, c’è il Dittatore, che si complimenta con Arf per il suo essere e lo incoraggia a continuare per la sua strada.

Fram de del film d'animazione Arf
Fram de del film d’animazione Arf

La storia è costellate di ossimori. Ogni atto di crudeltà viene smorzato mostrando l’altra faccia della medaglia: ignoranza e cieca obbedienza, atteggiamenti tipici di un sistema dittatoriale, che vengono restituiti ridicolizzando al massimo la parti cattive della storia (un po’ alla “Jojo Rabbit”). Poi, come detto poco sopra, sono gli animali a comportarsi da umani e non viceversa.

C’è però una frase che deve risuonare in ogni luogo e in ogni tempo, e in ogni schieramento: “Ma che razza di mostro è lei? Non si uccidono i bambini”. Non ci può essere frase più vera perché i bambini salvano veramente tutto.

Colori e suoni

L’animazione è semplice quanto di effetto, ricorda molto il film “La piccola bottega dei suicidi”. Ci sono pochissimi dialoghi e la narrazione è lasciata principalmente alle immagini (colorate) e alle azioni. I suoni ricoprono un ruolo altrettanto importante, essendo le uniche cose che Arf comprende (oltre all’abbaiare): ci sono tantissimi suoni naturali e di ambiente che accompagnano il bambino nel campo. La colono sonora da un tocco in più, riprendendo le sonorità del medio-oriente e accostandole alla tradizione italiana.

Immagine del fim Arf
Immagine del fim Arf

Conclusione di ARF (2023)

ARF è l’esempio che dimostra ancora una volta che in Italia possiamo raggiungere grandi risultati senza dover strafare a tutti i costi. Partendo da un tema caro, si può giocare con la narrazione e con i ruoli, mescolando le carte in tavola. Sicuramente è un film adatto ai più piccoli e potrebbe diventare un classico italiano da rivedere per non dimenticare.

Note Positive

  • Narrazione originale
  • Musica

Note Negative

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Federica Buonaiuto
Federica Buonaiuto

Fin da bambina il cinema mi ha sempre affascinato profondamente. Proprio per questo ho intrapreso i miei studi presso il Dams di Bologna e in parallelo ho messo un po' le mani in pasta! Sto ancora seguendo corsi di recitazione e nel frattempo ho girato qualche corto.
Scrivere recensioni è un campo che ho scoperto relativamente da poco ma è estremamente stimolante!

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