Black Bits (2022): distopie e dintorni

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Trailer di Black Bits

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Dal 3 agosto 2023, in tutti i cinema italiani, esce Black Bits, film diretto da Alessio Liguori, regista che con il suo film Shortcut ha conquistato il pubblico americano, rimanendo per un mese nella top ten U.S.A. Nel 2023 torna nelle sale con un adrenalinico thriller sci-fi arricchito da un cast internazionale, una coproduzione Italia-Polonia, prodotto da Minerva Pictures, Simona Ferri, Agresywna Banda e distribuito nelle sale cinematografiche da Altre Storie con Minerva Pictures. Il film racconta uno spaccato di quel mondo attuale ipertecnologico in cui la vita reale si fonde con quella virtuale e definirne il confine diventa quasi utopia. Al centro della storia due giovani donne Dora e Beth, abili truffatrici, che dopo un’importante rapina alla Black Bits, società attiva nel dark web, si nascondono in una futuristica Safe House tra le montagne, ignare che il vero pericolo è proprio lì, dove niente è come sembra.

Trama di Black Bits

Raggirare e derubare la Black Bits, società attiva nel dark web, sembrava un’impresa impossibile che Dora e Beth hanno però portato a termine. Adesso sono in possesso di due neurochip di ultima generazione dall’inestimabile valore e si nascondono in una futuristica ‘Safe House’ lontana dal resto del mondo. Tuttavia, la meritata tranquillità viene stravolta da strani eventi e da una presenza umana inaspettata: Hank, un uomo all’apparenza taciturno che non rientra affatto nei loro piani. Chi è veramente? E che cosa vuole da loro? Le due ragazze devono guardarsi le spalle e prepararsi al peggio. La realtà che le circonda è più pericolosa di quanto immaginano e niente è come sembra…

Note di regia

Alessio Liguori

Cosa è reale e cosa no? In un’ epoca in cui la vita reale si fonde con quella virtuale definire il confine tra i due mondi diventa quasi utopia. La socializzazione e l’affermazione dell’esistenza stessa passa attraverso l’onnipresenza online certificata da like e commenti di uno storytelling ormai degno di una puntata di Black Mirror. Alle soglie di una nuova era, già immaginata dal cinema e dalla letteratura, con lo sviluppo dell’intelligenza artificiale e i suoi relativi rischi, con il potenziamento del calcolo grazie ai computer quantistici, il virtuale si fonde con la realtà, soprattutto con l’annunciato sviluppo della tecnologia dei neurochip. Black Bits si colloca perfettamente in questo contesto immaginando lo sviluppo della tecnologia neuronale e i suoi potenziali e pericolosi utilizzi ludici. La realtà analogica si fonde con quella virtuale e voyeristica e il confine tra reale e immaginario viene oltrepassato e oltremodo manipolato. Se in Matrix la realtà era una finzione programmata da una potente AI, in Black Bits la realtà usa la virtualità per rovesciare o manipolare la nostra percezione che abbiamo di essa. Al centro di questa storia due giovani eroine, Dora (Jordan Alexandra) e Beth (Yvon Mai), una coppia di ragazze unite da una relazione amorosa e dalla volontà di cambiare ad ogni costo la loro vita. Il loro rapporto è basato sulla fiducia e la reciproca assistenza. Ma le circostanze le pongono di fronte a prove impreviste e dure come l’incontro inaspettato con la misteriosa imponente figura maschile di Hank (Sebastian Fabijański) un “orso” primordiale affamato. Nonostante le straordinarie competenze di partenza di entrambe (Beth è un ex agente militare e Dora una preparatissima Hacker), comprenderanno che oggi ancor più di prima, il cambiamento avviene solo come conseguenza di un cambio di prospettiva. Il film conduce lo spettatore in un sentiero senza fine di eventi apparentemente inspiegabili, sin dall’arrivo delle due ragazze al misterioso modulo abitativo nel fitto e sperduto bosco. Come avviene in Dunkirk, partecipiamo a quanto avviene in tempo reale e senza spiegazioni di sorta cosi come avviene nella realtà. Gli eventi vivono in funzione dell’unico ‘Point of View’ del film: quello di Dora e di Beth, lo Yin e lo Yang di questa storia. Black Bits risulta infine un film costruito sulla tensione e il mistero avviluppati in una spirale che esplode nell’action finale dove i twist la fanno da padrone. E infine cosa è reale che cosa no? Non resta che vedere il film in sala per scoprirne la risposta..

Recensione di Black Bits

A dieci anni dal film Report 51 (un thriller fantasy in stile found footage) Black Bits, si rifà, a detta dello stesso regista Alessio Liguori, alla celebre serie Black Mirror, uno sci-fi sull’ossessione digitale (vedasi Black Mirror 6, in streaming su Netflix con nuovi episodi): questa assonanza alla digitalizzazione, rende Black Bits un film distopico e atemporale, simile a un “videogioco”.  Trama a quattro (includendo il personaggio di Nadine– Amelia Clay) con la hacker Dora (Jordan Alexandra), Beth (Yvonne Mai) e il loro persecutore Hank (Sebastian Fabijański). All’esterno di un’ avveniristica safe house, l’occhio della m.d.p (e poi dal malevolo gigante Han) spia le fuggitive-ricercate:  le ampie vetrate mettono in assoluta sovraesposizione le due protagoniste,  annullando quel tenebroso effetto tipico dello spy (pensiamo al film d’azione Safe house – Nessuno è al sicuro del 2012). Il dark web e i suoi commerci pericolosi (argomento che nel film viene affrontato in funzione della spy story, ma che nella realtà è tema serio e tragico) è il luogo dove l’hacker Dora ha commesso un fantomatico crimine internazionale.

Fuggitive virtuali e flashback.

Le fuggitive virtuali e gli antagonisti, si muovono in uno spazio rappresentativo delimitato e asfittico: il bucolico luogo della vicenda sembra artificiale e ha la parvenza di un habitat digitale. Uno stacco improvviso tra le prolungate sequenze di action (fuori/dentro la safe house) fa da raccordo con una sequenza in flashback tra Beth e Dora, generando una sorta di sospensione narrativa decontestualizzata (si notano dei tavolini e delle sedie, ma non si è dato sapere di che luogo si tratti). Dopo un successivo stacco, la scena si apre con una carrellata d’avvicinamento nella fitta foresta, inquadrando le due in fuga. Ben presto le due amanti saranno prigioniere e Beth si chiederà:” Cosa è reale e cosa non lo è?”. Il tentativo del film di essere una rappresentazione del virtuale nel virtuale, che di per sé è metanarrativo, resta non del tutto compiuto e forse il risultato è un ibrido, una sorta di citazione permanente di “Matrix”.

In conclusione

Pur trattandosi di un film che tratta il tema della fuga e della sopravvivenza, Black Bits non è in senso stretto un film del genere revenge movie: quel genere necessita di un maggior respiro, di una costruzione narrativa magniloquente (se pensiamo al Tarantino di Kill Bill). Il regista è comunque riuscito nel suo intento di far confluire, in un action movie, qualcosa di diverso.

Note positive

  • La ricerca di una sperimentazione

Note negative

  • Montaggio
  • Interpretazioni
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