Conferenza stampa di Margherita delle stelle (2024)

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Il 28 febbraio 2024 si è tenuta a Roma la conferenza stampa sul Film Tv di Rai Fiction e Minerva Pictures, Margherita delle stelle, dal 5 marzo su Rai 1 in prima serata, per la regia di Giulio Base con C. Capotondi nel ruolo della protagonista Margherita Hack. Alla conferenza del film sono stati presenti: Maria Pia Ammirati – Direttrice Rai Fiction, Santo Versace – Socio di Minerva Pictures, Giulio Base – Regista, Monica Zapelli – Sceneggiatrice, e gli attori Cristiana Capotondi, Cesare Bocci, Sandra Ceccarelli e Flavio Parenti.

Maria Pia Ammirati – Direttrice Rai Fiction

È un progetto importantissimo. Fin dal primo giorno desideravo realizzare una storia come questa, che rientra perfettamente nelle nostre vocazioni migliori come Rai, come il biopic di grandi donne e uomini. Margherita Hack appartiene a quella collezione femminile che riscopre il genio italiano al femminile a tutti i livelli. Margherita è stata un’astrofisica: cosa può cercare di meglio una donna che guardare le stelle e capirle dal punto di vista scientifico senza perdersi nella loro poesia?
In questo film decidiamo di raccontare Margherita dall’inizio, dalla sua nascita nel 1922 e crescita in un mondo molto complicato, quello del pre-guerra, della guerra e del dopoguerra. Un mondo che era assolutamente privo di valorizzazione della qualità femminile a livello d’intelletto, con la femminilità relegata alla maternità.

Io ho conosciuto Margherita tramite le sue interviste: era una grande opinionista. La cosa straordinaria di un’astrofisica come lei è che non si è rinchiusa nel suo mondo delle scienze, ma si è imposta anche grazie alle grandi interviste giornalistiche, in cui si denota come fosse una donna totalmente libera e fortemente ironica.

Giulio Base – Regista

È stato un grande privilegio, una grande fortuna poter raccontare una storia così importante e bella. Erano dodici anni che non facevo più niente per Rai Fiction, ma quando sono stato contattato dalla Rai e da Minerva Pictures ho detto di sì a scatola chiusa perché ho capito subito che il progetto era talmente alto e importante che non si poteva dire di no.

Poi ho avuto la fortuna di leggere una meravigliosa sceneggiatura, e quindi la responsabilità è aumentata. Ho dovuto studiare tanto: mi sono letto tutti i libri di Margherita Hack, quelli non scientifici di astrofisica, la sua autobiografia e quelli scritti dagli altri autori. Poi sono andato a visionare le interviste di Margherita Hack sul catalogo di Rai Play. Tutto ciò mi ha aiutato nel dirigere gli attori, specialmente Cristiana Capotondi, che era un’attrice che ho sempre stimato e che avevo già cercato per altri progetti.

Abbiamo avuto fin da subito una sintonia rara e la ritengo un’attrice ideale. Con Capotondi abbiamo lavorato in primis sulla sua toscanità: si è messa da subito a studiare l’accento toscano per riprodurlo fedelmente. La seconda sfida era la fisicità: Cristiana è una venere di Botticelli, mentre Hack aveva un approccio fisico molto diverso. Quando ho visto l’attrice muoversi in un modo simile ad Hack, sono stato felice.

Monica Zapelli – Sceneggiatrice

Questo è un film su una grande scienziata, prima ancora che il mondo la riconoscesse. È un racconto sull’educazione, che parte da una domanda ancora viva oggi: in un paese in cui su 89 docenti di astrofisica solo dieci sono donne, e solo il 30% delle astrofisiche è donna, come è possibile che una bambina nata nel ’22 sia diventata scienziata? La sceneggiatura è partita proprio da questa domanda. Indubbiamente, ciò è stato possibile grazie alla presenza di due figure genitoriali eccezionali. Margherita ha avuto un padre e una madre che l’hanno educata senza barriere di genere, che hanno pensato che ogni domanda avesse più valore di ogni singola risposta e che la libertà fosse il timone della sua vita. Una libertà che è anche un dono faticoso, perché implica la responsabilità di scegliere e di deludere.

Ovviamente, essendo un Tv movie e non una serie, abbiamo dovuto fare delle scelte. Per raccontare tutto, occorre rinunciare alla profondità. Noi ci siamo concentrate sul romanzo di formazione di Margherita, che non si trova su Google, mentre le sue scoperte scientifiche sì. Per me era fondamentale raccontare l’educazione di Margherita Hack, perché è lavorando sulle bambine di oggi e sui genitori che veicolano le inibizioni che si costruisce il futuro.

Cristiana Capotondi – Attrice

È stato molto bello interpretare questo personaggio. È stato un viaggio verso le stelle, perché davvero credo che la vita di Margherita Hack e lo studio delle stelle siano una metafora della nostra vita. Lei diceva di puntare alla stella giusta, di cercare di mettere la nostra forza nella direzione più connaturata alle nostre qualità. Io credo che Margherita abbia fatto questa scelta, che abbia puntato sulla stella giusta, non solo a livello accademico e di scoperte scientifiche, ma anche come donna. Non si è sottratta alla forza dolorosa che le è stata donata da questa famiglia controcorrente, che la poneva in contraddizione con le sue compagne di scuola proprio per motivi di educazione familiare divergenti a livello di comportamento.

Cesare Bocci – Attore

Il padre, che interpreto, ha la missione di dare a Margherita un’educazione libera. Loro sono vegetariani ante litteram e antifascisti, hanno lasciato il lavoro per scelta. È nella famiglia che nasce il seme della vita di Margherita Hack. Io sono sempre pignolo sulle parole da usare, qui non ho toccato una virgola del copione. Poi siamo un gruppo unito, mi sono sentito affiancato da Giulio Base, è stato semplice lavorare con lui. E poi ho avuto una coach straordinaria, Sveva.

Flavio Parenti – Attori

Il matrimonio tra Aldo e Margherita era anticonvenzionale per l’epoca. Una storia fatta di archetipi nuovi per la drammaturgia italiana: Aldo è un uomo che si mette al servizio dell’amore e della sua donna. Tra le altre cose, permette a Margherita di passare le notti a guardare le stelle all’osservatorio, anziché costringerla in casa.

Tutti questi puntini mostrano che è una storia anticonvenzionale; mette in scena le possibilità per una generazione futura. Aldo è un uomo raro, delicato, pieno d’amore. Se non c’è un sostegno è facile per la genialità cadere, non sopravvivere. È un archetipo moderno. Quanti sono capaci di riconoscere il genio e di aiutarlo? Va definito quanto si è capaci di appoggiare il proprio partner: la forza è quella di dare amore. Trovo che Aldo sia di una nobiltà d’animo rara
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