Dickens – L’uomo che inventò il Natale (2017): tra letteratura, realtà e fantasia

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Dickens – L’uomo che inventò il Natale

Titolo originale: The Man Who Invented Christmas

Anno: 2017

Nazione: Irlanda, Canada

Genere: biografico, fantasy

Casa di produzione: Mazur / Kaplan Company, The Mob Film Company, Parallel Films, Rhombus Media

Distribuzione italiana: Notorious Pictures

Durata: 104 min

Regia: Bharat Nalluri

Sceneggiatura: Susan Coyne

Fotografia: Ben Smithard

Montaggio: Stephen O’Connell, Jamie Pearson

Musiche: Mychael Danna

Attori: Dan Stevens, Christopher Plummer, Jonathan Pryce, Justin Edwards, Morfydd Clark

Trailer di Dickens – L’uomo che inventò il Natale

Dickens – L’uomo che inventò il Natale (The Man Who Invented Christmas) è un film del 2017 diretto da Bharat Nalluri. La pellicola è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo del 2008 di Les Standiford, a sua volta ispirato al celebre romanzo “Canto di Natale” di Charles Dickens.

Trama di Dickens – L’uomo che inventò il Natale

Dopo l’enorme successo di Oliver Twist, Charles Dickens gode di una fama internazionale. La fredda accoglienza dei suoi libri successivi lo pone, però, di fronte ad una crisi finanziaria e personale, fin quando non emerge lentamente l’idea di un racconto natalizio.

Fotogramma del film Dickens – L’uomo che inventò il Natale

Recensione di “Dickens – L’uomo che inventò il Natale”

Questa è la storia di come nasce una storia. Il “Canto di Natale” di Dickens torna periodicamente a proporsi al pubblico in una nuova veste: a teatro, in tv, a fumetti, ma soprattutto al cinema, già nel muto, come corto animato con Paperone e Topolino. È però difficile trovare dei film che si siano occupati della vita dello scrittore Charles Dickens. Il regista Nalluri adatta il romanzo del 2008 di Les Standiford,  nel quale viene ripercorsa la genesi di “Canto di Natale” e spiegato come il successo del romanzo non rilanciò soltanto la carriera di Dickens, ma contribuì a ravvivare lo spirito natalizio. Il film segue esattamente questo canovaccio e mette in scena la creazione dell’opera intrecciando le situazioni, le atmosfere e i personaggi della fantasia di Dickens con le vicende biografiche e familiari dello scrittore.

Uno degli aspetti più affascinanti del film è la fusione tra il piano della realtà e quello della letteratura: nel momento in cui Dickens trova l’ispirazione, tutti i caratteri che affollano la sua mente diventano persone in carne e ossa e lo circondano ovunque vada. Primo fra tutti Scrooge, il protagonista del racconto e vero motore intorno a cui si costruisce l’azione. I personaggi appaiono e riempiono gli spazi quando lo scrittore pensa e crea, mentre spariscono di colpo quando invece non riesce a concentrarsi. Una perfetta rappresentazione della creazione artistica, della confusione e dei pensieri ingarbugliati che affollano la mente di uno scrittore. Ma anche una descrizione efficace della capacità d’immaginare e creare storie di un grande romanziere. Ed è proprio rapportandosi con i suoi personaggi che Dickens subisce un’evoluzione non troppo diversa da quella di Scrooge. Inizialmente disilluso, insoddisfatto e irritabile, attraverso la scrittura affronta un processo creativo quasi catartico, che lo porta a confrontarsi con il passato e il presente. Dickens supera il blocco dello scrittore, riallaccia i rapporti con i familiari e riesce a lasciarsi il passato alle spalle.

Tuttavia, il film non riesce andare oltre a una dimensione idilliaca, dove ogni problema, ogni complicazione e ogni dubbio si risolvono con il sorriso o le azioni altruiste di qualcuno. Gli spunti tutt’altro che banali, si perdono presto e facilmente nel tono leggero che domina il film, facendo sì che molte delle tematiche sollevate non vengano sfruttate a dovere. Sin dal titolo, infatti, “Dickens: l’uomo che inventò il Natale” pone una riflessione molto intrigante sulla possibilità dell’arte di creare la vita, su come lo scrittore possa influenzare le abitudini, le storie e la storia di una nazione. Nel film si fa riferimento, inoltre, al fatto che il Natale, all’epoca, fosse una tradizione ormai in disuso, fuori moda, e che Dickens abbia contribuito a reinventarla. Il film, di per sé, non è in grado di esercitare la stessa influenza contagiosa, né di commuovere profondamente come il romanzo di Dickens, ma rimane una visione piacevole. Il regista Nalluri si dimostra all’altezza della situazione, senza colpi di genio. Nota di merito alla prova degli attori: il romanziere viene interpretato dall’inglese Dan Stevens, qui molto più espressivo che in Downton Abbey, appoggiato da solidissimi interpreti maturi come Christopher Plummer e Jonathan Pryce.

In conclusione

Il film resta in superficie, ma risulta leggero e godibile. È un film d’intrattenimento natalizio, dove tutto si risolve con un finale rassicurante e positivo. Un’opera dotata della grazia tipica della commedia britannica.

Note positive

  • Soggetto
  • Scenografia
  • Interpretazione

Note negative

  • Mancato sviluppo concreto dei personaggi
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