I cavalieri dello zodiaco (2023): aspettative disilluse per un prodotto raffazzonato

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Trailer e Clip de I Cavalieri dello Zodiaco

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Il film è il live action dell’omonimo manga giapponese disegnato da Masami Kurumada e da cui è stato tratto l’anime prodotto fra il 1986 e il 1989. Le musiche sono del compositore Yoshihiro Ike, il quale aveva già partecipato al film d’animazione I Cavalieri dello zodiaco – La leggenda del Grande Tempio (2014). La pellicola è uscita nelle sale italiane il 26 giugno 2023 ed è rimasta disponibile per soli tre giorni – in qualità di evento speciale.

Trama di I Cavalieri dello Zodiaco

Seiya è un giovane uomo che vive ai margini della società, segnato dal rapimento della sorella avvenuto in giovane età. Si mantiene combattendo in incontri di lotta ai limiti della legalità ed è durante uno di questi che scopre di possedere un’energia cosmica che si scoprirà, in seguito, legata al cavaliere Pegasus – uno dei difensori della dea Atena, la quale si è reincarnata in una giovane umana. Inizia così il suo addestramento che lo porterà alla conquista dell’armatura e a salvare Atena, divenendo a tutti gli effetti uno dei Cavalieri dello Zodiaco.

I cavalieri dello zodiaco - Una scena del film
I Cavalieri dello Zodiaco – Una scena del film

Recensione di I Cavalieri dello Zodiaco

È davvero arduo trovare delle ragioni per decidere di perdere quasi due ore di vita a guardare questa pellicola. Il richiamo al manga giapponese – e conseguente famoso anime – aveva accentuato, nell’immaginazione collettiva, la speranza di un film similare al filone Marvel o DC Comics, anche per via delle forti componenti di azione e supereroica. In realtà, nonostante avesse alle spalle una produzione non proprio di secondo livello, ci si poteva aspettare il risultato ottenuto andando a scorrere l’elenco del cast.

È vero che giovani artisti possono portare a risultati inaspettati e decisamente buoni, sia per originalità creativa che per realizzazione, ma non è questo il caso. Sony e soci hanno deciso di puntare su un trio di sceneggiatori le cui esperienze non sono né molte né, tanto meno, indimenticabili: alla coppia Josh Campbell e Matt Stuecken – i quali avevano già lavorato insieme in lavori dimenticabili come Notorious Nick (2021), Horizon Line – Brivido ad alta quota (2020) e 10 Cloverfield Lane (2016) – hanno affiancato Kiel Murray, autore soprattutto di cortometraggi. Probabilmente, la produzione ha immaginato che il soggetto originale fosse già abbastanza forte da poter sorvolare poi sulle (in)capacità autorali, sbagliando in maniera cosmica: il trio è riuscito a imbastire una storia noiosa, inconcludente, piena di momenti di inedia che nulla hanno a che vedere con spezzoni introspettivi. Una trama che pare abbia solo come obiettivo mantenere l’apertura a un possibile – e si spera improbabile – sequel.

I cavalieri dello zodiaco - Un frame del film
I Cavalieri dello Zodiaco – Un frame del film

Rimane un arcano anche la scelta di Tomasz Baginski come regista: artista polacco noto per una serie di corti locali oltre che come produttore esecutivo di serie tv, non ha esperienze rilevanti dietro la macchina da presa e questo lungometraggio dimostra quanto non ci si può improvvisare. Anche se viene aiutato, in alcuni momenti, da una scenografia decisamente efficace – plauso a Janka Erdely per il claustrofobico locale da combattimento piuttosto che per l’arena di allenamento del neofita cavaliere, anche se probabilmente aiutata dagli effetti speciali – non riesce mai a incidere la sua impronta e lascia navigare il tutto in una melliflua banalità. Pur anche nelle scene delle battaglie, il tutto diventa un frastuono chiassoso di colori accompagnato da un uso spropositato dello slow motion il quale deve essere diventato il mezzo preferito da registi alle prime armi come se il suo uso a random conferisse al loro lavoro una qualche maggiore dignità.

La parte attoriale manca di esperienza e di convinzione e non compensa le pecche di una guida inesperta. Ritroviamo Famke Janssen – la madre cattiva della reincarnata Atena –tale e quale a come l’avevamo lasciata nella saga X-Men: stesso atteggiamento e persino costumi e trucco similari alla Fenice Nera della saga Marvel. Si spera siano stati resi in maniera volontaria, quasi in una sorta di omaggio a una produzione a cui regista e soci son consapevoli non poter raggiungere. Madison Iseman, nel ruolo della dea, non è da meno: sembra catapultata a sua insaputa in questa pellicola dove non capisce se fare la viziata, l’eroina o la sentimentale. Questo imbarazzo interpretativo lo si ritrova anche in Mark Dacascos, Nick Stahl e Sean Bean.

I cavalieri dello zodiaco - Famke Janssen e Diego Tinoco
I Cavalieri dello Zodiaco – Famke Janssen e Diego Tinoco

Restano fuori da questo schema asettico tendente allo svogliato solo due elementi del cast: Diego Tinoco, interprete del villain Phoenix, e il protagonista Mackenyu. Il primo, forse aiutato anche dai suoi lineamenti duri, riesce a rendere credibile il suo personaggio e a far rimpiangere che, per buona parte della pellicola, sia secondario a Janssen: non eccede mai, evitando di cadere in uno stereotipo facile da ricalcare, soprattutto con un regista latitante. Il secondo – unico fra i protagonisti con spiccate origini orientali – pare un membro dei BTS: piacente, ammiccante il giusto, ma che riesce altresì a dare una profondità al suo personaggio che avrebbe potuto essere il punto di forza della pellicola – e invece hanno puntato solo sul baiting di un pubblico di ragazzine.

Dal punto di vista tecnico, se i costumi e il trucco possono essere fieramente candidati ai Razzie Awards, la fotografia e il montaggio fanno il loro dovere, senza infamia e senza lode e, proprio per questo, risultano meno fuori luogo rispetto al resto. Gli effetti speciali e le musiche hanno un ruolo giocato per eccesso, giustificabile come riempitivo di una sceneggiatura lacunosa.

I cavalieri dello zodiaco - Il protagonista Mackenyu
I Cavalieri dello Zodiaco – Il protagonista Mackenyu

In conclusione

Questo flop – perché tale è da considerare, visto i giudizi riscontrabili su Metacritic e Rotten Tomatoes, oltre che alle critiche internazionali – rimane un prodotto senza anima e senza alcuna logica. Ovviamente, qualcuno lo considererà come l’evoluzione del postmodernismo o, ancor meglio, questa pellicola verrà rivalutata, in futuro, alla stregua dell’operazione contemporanea che si effettua sui B-Movies. Ciò detto: ottima pellicola da accompagnamento ad allegre serate in compagnia, da vedere molto distrattamente e senza aspettative.

Note positive

  • Scoperta di attori come Mackenyu e Diego Tinoco

Note negative

  • Sceneggiatura senza anima
  • Regia inesistente
  • Interpreti – quasi tutti – svogliati
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