Il cielo sopra Berlino: Lo sguardo su una Berlino grigia

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il cielo sopra berlino locandina

Il cielo sopra Berlino

Titolo originale: Der Himmel über Berlin 

Anno: 1987

Paese: Francia, Germania Occidentale

Genere: Drammatico, Fantastico

Distribuzione: Academy, San Paolo, Audiovisivi

Durata: 130 min

Regia: Wim Wenders

Sceneggiatura: Richard Reitinger

Fotografia: Henri Alekan

Montaggio: Peter Przygodda

Musiche: Jürgen Knieper

Attori: Bruno Ganz, Solveig Dommartin, Otto Sander, Curt Bois, Peter Falk, Bernard Eisenschitz, Teresa Harder, Hans Martin Stier, Elmar Wilms, Sigurd Rachman, Beatrice Manowski, Daniela Nasimcova, Bruno Rosaz, Scott Kirby

Trailer de Il Cielo Sopra Berlino

Wim Wenders realizza nel 1987 Il cielo sopra Berlino ispirandosi alle splendide poesie di Rainer Maria Rilke. Nella sceneggiatura, per la scrittura dei dialoghi, si avvale dell’aiuto del poeta P.Handke, infatti più volte ricorre all’interno dell’opera filmica la poesia Lied vom Kindsein.

Il lungometraggio, divenuto negli anni un cult, è stato presentato alla 40° edizione del festival di Cannes ottenendo il premio per la miglior regia. L’opera ha avuto anche un suo seguito, realizzato sempre da Wenders, intitolato Così lontano così vicino (1993), inoltre nel 1998 è stato realizzato un remake dalla vena maggiormente commerciale City of Angels – La città degli angeli

Trama (con spoiler) de Il Cielo sopra Berlino

Siamo nel 1980. Nel cielo sopra Berlino si aggirano alcuni angeli non visibili da nessuno tranne che dai bambini, il loro compito è captare i pensieri più dolorosi delle persone cercando di lenire il loro dolore.

La storia è quella di due angeli, ma più in generale è una riflessione sul passato, presente e futuro di Berlino. Damiel e Cassiel sono sempre stati angeli quindi hanno vissuto Berlino prima ancora che questa fosse una città e, anzi, prima ancora che nascesse il genere umano.

Damiel vagando per la città finisce in un circo, qui incontra la bellissima e solitaria trapezista di nome Marion e se ne innamora perdutamente.

Nel frattempo si sviluppa la storia secondaria di P.Falk (che interpreta se stesso). L’uomo arriva nella città di Berlino per girare un film sui nazisti (confermando come questa opera di Wenders si riconferma un racconto sulla memoria di una nazione, ma anche dell’intera umanità). Si scopre che Falk un tempo era un angelo, che aveva rinunciato all’immortalità per divenire umano. Damiel dopo aver parlato con Falk decide di seguire le orme dell’uomo e per vivere una vita in cui poter amare Marion.

La prima cosa che Damiel sperimenta sono il sangue e il dolore e Damiel per la prima volta vede i colori. In seuito incontra Marion a un concerto di Nick Cave e si parlano come se si fossero sempre conosciuti. Il film si chiude con Marion che esegue da sola il suo spettacolo sul trapezio.

Scena del film il cielo sopra berlino
Scena del film il cielo sopra berlino

Recensione de Il Cielo sopra Berlino

Il tempo guarirà tutto, ma che succede se il tempo stesso è una malattia? Come se qualche volta ci si dovesse chinare per vivere ancora. Vivere : basta uno sguardo.

Il cielo sopra Berlino

L’eterea invisibilità degli angeli. La terribile materialità degli uomini. Il capolavoro di Wenders è infarcito di questa dualità costante. La storia viene narrata attraverso i luoghi, le strade, le chiese bombardate, i cieli capovolti. Ogni cosa sembra avere un’anima. Il racconto si sublima nel tempo, fino a diventare esso stesso tempo. La trama apparentemente semplice, vuole mostrarci l’immanente e il trascendente. Gli angeli assistono alla vita e al dolore altrui dall’esterno, come se guardassero una fotografia, sono condannati a non provare sentimenti veri, ecco spiegata la scelta del bianco e nero dominante, elemento che verrà rotto con la scelta finale di Damiel che deciderà d’inseguire le pulsioni umani elemento reso ancor più drammatico ed efficace dall’uso del colore.

Wenders riesce a esprimere il metafisico tramite i bellissimi dialoghi e monologhi di Handke e la poesia di Rilke. Ci mostra una Berlino spaccata, surreale, senza una identità dove vorticano migliaia di pensieri. Il regista contrappone la purezza dei bambini (gli unici che riescono a vedere gli angeli), con le miserie della Seconda guerra mondiale di cui sono colpevoli gli adulti. Il Muro come linea di demarcazione tra desiderio e realtà. L’angelo deve umanizzarsi per poter amare, accettando il rischio di soffrire. Marion volteggia sui trapezi per fuggire allo spleen e alla sua paura della solitudine, cercando un’ancora di salvezza. In fondo l’amore non è una prova di stabilità tra funamboli?

La colonna sonora è potente, il rock di Nick Cave and The Bad Seeds scava nelle anime imperfette. Abbiamo tutti bisogno di una memoria storica, per non ripetere gli errori del passato.

Una scena del film il cielo sopra Berlino
Una scena del film il cielo sopra Berlino

Ambientazione de Il Cielo Sopra Berlino

L’ambientazione è prettamente urbana, dato che il film è interamente girato a Berlino. Si passa dalle vie più note e commerciali alle desolate zone dell’area intorno al Muro. Nel film l’angelo Cassiel segue un uomo che cerca la Potsdamer Platz una piazza che prima della Seconda guerra mondiale era una delle più belle d’Europa. Al suo posto l’uomo trova un luogo desolato e degradato, una specie di terra di nessuno, e il Muro di Berlino coperto di graffiti. Un luogo molto importante nell’architettura del film è la Biblioteca di Stato : un luogo deputato all’elevazione dello spirito tramite la cultura,dove gli angeli scrutano i lettori e infondono loro coraggio nei momenti di dolore.

Il luogo maggiormente ricco di simbolismi è ovviamente il Muro di Berlino : rappresentazione di una città occupata e divisa che non ha ancora sbrogliato le matasse del passato.

Fotografia de Il Cielo Sopra Berlino

La fotografia del film fu curata da H. Alekan, già famoso per la sua collaborazione con J. Cocteau. Alekan utilizzò i colori per rappresentare i pensieri e le sensazioni degli umani, mentre optò per una tinta monocromatica virata seppia per le scene filtrate dal punto di vista degli angeli. Durante la produzione del film Alekan e Wenders utilizzarono una calza di seta come filtro per realizzare le sequenze monocromatiche. Sicuramente molto suggestiva una delle scene finali, girata interamente a colori tranne la zona dove si trova l’angelo, che rimane monocromatico.

La differenza cromatica vuole rappresentare la sostanziale differenza tra gli angeli e gli umani, infatti mentre i primi riescono a captare i pensieri più reconditi, in realtà sono i secondi a vivere pienamente, sperimentando tutta una gamma di sensazioni rese possibili dalla loro caducità. Wenders, in collaborazione con Alekan, girò alcune scene utilizzando la sovrimpressione per rendere l’attore semitrasparente in modo da dare l’idea di un’entità incorporea, cercando così di avvalersi il meno possibile degli effetti speciali.

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