Il giardino segreto (2020): il famoso romanzo di Burnett su schermo

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Il giardino segreto 2020 locandina

Il giardino segreto

Titolo originale: The Secret Garden

Anno: 2020

Paese: Regno Unito

Genere: Drammatico

Produzione: Heyday Films

Distribuzione: Lucky Red, Amazon Prime Video

Durata: 99 min

Regia: Marc Munden

Sceneggiatura: Jack Thorne

Fotografia: Lol Crawley

Montaggio: Luke Dunkley

Musiche: Dario Marianelli

Attori: Dixie Egerickx, Colin Firth, Julie Walters, Edan Hayhurst, Amir Wilson, Jemma Powell, Isis Davis, Maeve Dermody

Trailer ufficiale ita de Il giardino segreto

Trama de Il giardino segreto

Mary Lennox (Dixie Egerickx) è una bambina di origini inglesi che vive in India, all’epoca colonia britannica, rimasta orfana di entrambi i genitori deceduti per colera, e per questo sopravvissuta da sola in casa in condizioni igienico-sanitarie pessime, prima di essere ritrovata dopo numerosi giorni. L’unico parente a lei più prossimo è uno zio (Colin Firth) residente in Inghilterra che accetta di diventarne il tutore. La bambina, impaurita e inizialmente dispotica, si troverà a fare i conti con una realtà sociale e geografica ben diversa dalla precedente in India, rendendo l’arrivo nella sua nuova casa un’ardua sfida. Ma sarà una magica scoperta a cambiare le sorti di più di una vita alla fine della storia.

La protagonista de Il giardino segreto (2020)

Recensione de Il giardino segreto

L’ultima pellicola di Marc Munden non è altro che l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo scritto da Frances Hodgsons Burnett nel 1910. E dire questo non basta perché, invero, questo è ben il quinto adattamento dello stesso romanzo all’interno della storia del cinema. Già quindi partiamo da un terreno notevolmente calpestato precedentemente, e anche – se non soprattutto – per questo, più soggetto a eventuali scivoloni dato il forte termine di paragone con altri analoghi prodotti. Difatti, importanti sono le critiche che si possono sollevare in merito a un’analisi neanche troppo dettagliata del progetto in questione, ma andiamo per gradi.

Senza dover – e poter, trattandosi di uno dei più venduti libri di narrativa per ragazzi e non – spendere troppe parola sulla storia in sé, diverso è il ragionamento attorno al ruolo che la sceneggiatura ha coperto nell’interezza del film. Lo script, infatti, affidato allo sceneggiatore Jack Thorne, padre di sceneggiature come Wonder (2017) o Enola Holmes (2020), pur essendo nato dalla mano di un grande sceneggiatore e quindi potenzialmente un apparato valido, risulta un debole elemento nella pellicola, per non dire il più debole in assoluto che ne ha poi compromesso l’intera riuscita. E’ una sceneggiatura che galleggia sulla più alta superficie nelle forme quanto nell’emotività, che non si sforza neanche di scavare più a fondo né nello sviluppo della storia in sé, con il risultato di una vicenda frettolosa, né tantomeno nello sviluppo dei personaggi.

Ed è, anzi, proprio in questi ultimi che la sceneggiatura infligge il colpo più duro, rendendoli tali e quali a marionette prive di un intelletto e capaci di azioni pensate e poi attuate: più concretamente, nell’arco di dieci minuti la protagonista passa dal mostrarsi altezzosa con la domestica della casa, a prendere le sue difese e risparmiarle un rimprovero, senza che di mezzo ci sia un reale sviluppo nell’interiorità della ragazzina e che la porti pertanto a compiere determinate azioni. Non sorprende quindi, quanto lo spettatore faccia fatica a empatizzare con ognuno dei personaggi dalla storia fondamentalmente per mancanza di dialogo spettatore/personaggio.

Dixie Egerickx nei panni di Mary Lennox in una scena del film

In questo senso poi, è anche superfluo dire quanto attori come Colin Firth e Julie Walters siano assolutamente sprecati all’utilizzo di una tale sceneggiatura, e invero, anche l’esordiente Dixie Egerickx, che nonostante risulti visibile la poca esperienza, riesce dignitosamente a tener testa alla macchina da presa.

Premura maggiore del film, andando per esclusione, è stata sicuramente valorizzare l’aspetto estetico al servizio del giardino segreto, costruendo in CGI immagini oniriche estremamente fittizie, che nonostante sì, potrebbero risultare compatibili con un universo fantastico, risultano esageratamente finte e grottesche. Insomma, neanche l’obiettivo primario della pellicola, e quindi dare importanza alla forma piuttosto che alla sostanza, si può dire effettivamente riuscito.

La fine della pellicola, in sostanza, lascia davvero molto poco, a livello tecnico e contenutistico. Quello che voleva essere un focus sulla magia del mondo e dell’innocenza dei bambini, traducibile in mille sfaccettature di emotività diverse, è un discorso estremamente piatto e per nulla coinvolgente. Da un adattamento cinematografico di un così importante romanzo e con un cast importante come questo, forse, il potenziale livello avrebbe potuto toccare vette ben più alte. Ma invece, ci siamo passivamente accontentati del CGI.

Note positive:

  • Presenza di attori importanti
  • Interpretazione di Dixie Egerickx

Note negative:

  • Sceneggiatura
  • CGI utilizzato in maniera poco funzionale
  • Poca emotività generale
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2 commenti

  1. Avevo voglia di vederlo da prima della quarantena dato che dalla presentazione sembrava andare in una direzione simile a quella del labirinto del fauno di Del Toro che adoro. Ero totalmente ignorante dell’opera originale e quindi sarebbe il mio primo approccio alla storia. Mi spiace sentire queste parole perchè davvero avevo alte aspettative. Però non ho capito quando è uscito e per che via

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