
I contenuti dell'articolo:
Il rapimento
Titolo originale: El rapto
Anno: 2023
Nazione: Argentina, Stati Uniti
Genere: Drammatico
Casa di produzione: Infinity Hill, Paramount+, Rei Cine
Durata: 95’
Regia: Daniela Goggi
Sceneggiatura: Daniela Goggi, Andrea Garrote
Fotografia: Fernando Lockett
Montaggio: Eliane D. Katz
Musiche: Pablo Borghi
Costumi: Phoenia Veloz
Scenografia: Sebastián Orgambide
Attori: Rodrigo de la Serna, Julieta Zylberberg, Andrea Garrote, Jorge Marrale, Germán Palacios
Trailer de Il rapimento
Informazioni sul film e dove vederlo in streaming
Daniela Goggi, giovane regista argentina – nessuna parentela con le sorelle Goggi italiane – ha presentato in anteprima la sua opera Il rapimento. La pellicola era inserita nella sezione Orizzonti Extra a Venezia 80. Inoltre, ha partecipato al Toronto International Film Festival 2023 nella categoria Special Presentations. El rapto ha fatto compagnia a un altro film sudamericano di denuncia sociopolitica, presentato a Venezia 80: El Conde (2023) di Pablo Larraìn. L’anno scorso, a Venezia 79 fu presentato Argentina, 1985 (2022) di Santiago Mitre che affrontava il processo dei dittatori militari.
La sceneggiatura è tratta dal romanzo El salto de papá di Martín Sivak. Fra i protagonisti, Rodrigo de la Serna, noto per aver interpretato il personaggio di Palermo nella serie di successo La casa di carta. Il film è ambientato nell’Argentina del 1983, al termine della dittatura militare. La pellicola sarà disponibile su Paramount + dal 3 novembre 2023.
Trama de Il rapimento
Argentina post dittatura dei primi anni Ottanta. Julio Levy (Rodrigo de la Serna) fa rientro a Buenos Aires, con tutta la sua famiglia, dopo un esilio politico in Uruguay. Il ritorno fra il parentado e il suo innesto nell’azienda di famiglia non sono semplici da gestire. La situazione si aggrava con il rapimento del fratello Miguel (Germán Palacios). Un avvenimento che, inizialmente, non sconvolgerà troppo la famiglia, visto che in passato c’era già stato un precedente.
Julio userà tutte le sue forze per la liberazione del caro, ma anche per affermarsi sul lavoro – non amato – dove patisce il compatimento genitoriale. La rincorsa per la liberazione del fratello si scontra con una casta politica, ancora non emancipata dalla corruzione, e dal sovrapotere militare. Il protagonista andrà incontro a una serie di fallimenti che lo spingeranno a un gesto estremo.

Recensione de Il rapimento
Daniela Goggi ha la volontà di raccontare una vicenda drammatica, come quella del rapimento, usanza purtroppo abbastanza comune nell’Argentina degli anni Ottanta. Ciò le serve per mettere in luce i difetti della neonata democrazia. L’autrice, anche se usa diverse sfumature nel riprendere gli avvenimenti, lascia che il metatesto non prevalga sulla storia. Non avere forme di esaltazione drammatica dalla musica piuttosto che usare una fotografia anonima non sono, in questo caso, segno di sciatteria. Goggi ha impressa la volontà di rendere protagonista la storia e il personaggio di Julio, con tutte le sue contraddizioni. Un essere, quello di Julio, che rispecchia quello della società che lo circonda: inadeguato, ancora fortemente legato al passato.
Daniela Goggi
Ciò̀ che mi interessa è indagare la fragilità̀ mostrata dall’emergente democrazia argentina: la speranza di un nuovo progetto di nazione, in cui però il fosco passato era ancora all’opera nell’ombra.
Per dar spazio a questo aspetto, l’autrice argentina ha scelto di assegnare il peso del ruolo di Julio a Rodrigo de la Serna. Volontà che ha fatto comodo per la notorietà internazionale acquisita dall’interprete con la serie tv Netflix La casa di carta. Inoltre, l’artista risultava in grado di reggere un peso interpretativo non indifferente.
Infatti, Rodrigo de la Serna finisce per offuscare gli altri protagonisti della storia, comunque degni partner. Il suo atteggiamento iniziale, inebetito e passivo, sono funzionali alla rappresentazione di un Julio spaesato. E anche la sua evoluzione è efficace. Julio rabbioso, quasi isterico, che mostra tutta la debolezza di un uomo che non solo si sente inadeguato ma che lo è sotto gli occhi di tutti.

La storia, che è protagonista primaria, invece risente di qualche lentezza di troppo. Goggi cerca di comporre il suo puzzle usando momenti tensivi – il rapimento – con altri ironici. Per dare uno spessore drammatico, tende ad eccedere nella flemma, sicuramente voluta per aggiungere suggestione allo spettatore. In realtà, ha un effetto controproducente. Si perde il senso temporale e ci si ritrova con la citazione al film Top Gun (1986) che forse non è appropriata.
La parte iniziale del film permette di accostare un disagio, anche fisico nello spettatore, a rappresentazione dell’inadeguatezza di Julio. La parte centrale, invece, avrebbe richiesto dei momenti di approfondimento. L’aspetto della corruzione, la scoperta di una polizia segreta che era talmente segreta da essere fuori legge. Anche la ricerca di favori dai politici in carica al momento, in qualità di famiglia benestante, è liquidata in maniera rapida.
Ciò non consente una crescita efficace del personaggio interpretato da de la Serna, il quale arriva a un finale privo di emozione. Inoltre, lo stesso finale viene bruciato dalla scelta di Goggi di precedere l’epilogo con una finta conclusione. Questa sarebbe stata più proficua, in quanto supportata da una musica giovanile foriera di un evento eclatante.

In conclusione
Daniela Goggi riesce a finalizzare un film in maniera sufficiente. Non riesce però a donare incisività a quella storia che ha voluto rendere protagonista – con tutte le contraddizioni dell’Argentina post dittatura.
Rispetto al lavoro di Larraìn, anch’esso legato a un contesto militare e dittatoriale, risulta poco incisivo e originale. Anche contrapposto al lavoro presentato da Mitre l’anno scorso a Venezia 79, El rapto mostra diversi punti di inefficacia. In compenso, ciò ha permesso al personaggio di Julio di avere la meglio. Il suo volto rimane impresso, nella sua debolezza acclarata e portata fin nel finale.
Note positive
- Un ottimo protagonista
- Buon cast attoriale
Note negative
- Storia poco emozionante
- Mancato approfondimento socio-politico