Nina dei Lupi (2023). Il fantasy italiano alla Biennale cinema 2023

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Locandina di Nina dei lupi

Nina dei Lupi

Titolo originale: Nina dei Lupi

Anno: 2023

Nazione: Italia

Genere: catastrofico, fantastico

Casa di produzione: Genoma Films

Distribuzione italiana: Genoma Films

Durata: 100’

Regia: Antonio Pisu

Sceneggiatura: Annapaola Fabbri, Tiziana Foschi, Pierpaolo De Mejo, Antonio Pisu

Fotografia: Marco Ferri

Montaggio: Fabrizio Franzini

Musiche:

Attori: Sergio Rubini, Sara Ciocca, Sandra Ceccarelli, Cesare Bocci, Davide Silvestri, Tiziana Foschi, Caterina Gabanella, Fabio Ferrari, Paolo Rossi Pisu

Trailer di Nina dei Lupi

Informazioni stampa sui film e dove vederlo in streaming

Antonio Pisu, figlio dell’attore Raffaele Pisu e nipote di Mario Pisu, è nato a Carrara nel 1984. Dopo aver intrapreso la carriera di attore teatrale nel 2002, si è successivamente dedicato alla recitazione cinematografica nel 2004, quando ha incontrato il regista Mirko Locatelli durante il corso di tecniche cinematografiche presso Officina Film. Locatelli gli ha dato l’opportunità di esordire nel suo lungometraggio intitolato “Come Prima”. Dopo questa esperienza, Antonio decide di trasferirsi a Roma. Ha iniziato ad apparire come attore in programmi televisivi della Rai, tra cui “Al Posto tuo” e “Non c’è più niente da Fare”. Dividendo la sua carriera tra teatro e cinema-televisivo, nel 2014 ha ideato la serie televisiva intitolata “Low Budget”, trasmessa su Rai 4. Nel 2015, ha fondato l’associazione culturale teatrale Nove insieme a Tiziana Foschi. Nel 2016, insieme a suo fratello Paolo Rossi, ha creato la casa di produzione Genoma Films. Con questa casa di produzione ha realizzato il suo primo film come sceneggiatore e regista, intitolato “Nobili Bugie”, che vanta nel cast attori come Claudia Cardinale, Giancarlo Giannini e suo padre Raffaele Pisu. Il film è stato presentato alla 74ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, dove ha vinto il premio Kimeo.

Nel 2020 ha realizzato il suo secondo film intitolato “Est – Dittatura Last Minute”, che è stato presentato come film di apertura della sezione non competitiva “Notte Veneziane” alle Giornate degli Autori nell’ambito della 77ª Mostra internazionale del cinema di Venezia. Nel 2023, ha diretto il suo terzo film, “Nina dei Lupi“, un fantasy-thriller distopico basato sull’omonimo romanzo del 2011 di Alessandro Bertante. Il romanzo è stato finalista al Premio Strega e ha vinto il Premio Rieti come miglior romanzo. Anche “Nina dei Lupi” è stato presentato alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, come film di apertura della sezione “Giornata degli autori”. Il film è stato premiato con il premio Kimeo di Giovanni Rivelazioni, assegnato a Sara Ciocca, giovane attrice quindicenne che interpreta la protagonista nel film di Antonio Pisu. Le riprese di “Nina dei Lupi” si sono svolte in Trentino e la produzione ha ottenuto la certificazione Green Film, un protocollo sviluppato dalla Trentino Film Commission per promuovere la sostenibilità ambientale nella produzione audiovisiva.

Trama di Nina dei Lupi

Un’inaspettata tempesta solare rende inutilizzabili tutte le apparecchiature elettroniche in tutto il pianeta. Lo stesso giorno, una neonata viene ritrovata sulla montagna nei pressi di un piccolo paesino sperduto tra le montagne. Il suo nome è Nina. Dopo il catastrofico e misterioso evento atmosferico, noto come “la sciagura”, la civiltà come la conosciamo collassa, le risorse diventano scarse ovunque e tra gli esseri umani prevale la legge del più forte. Nonostante tutto, la razza umana riesce in qualche modo a sopravvivere.

Dodici anni dopo, in un mondo desolato, un piccolo paese nascosto tra le montagne riesce a vivere in armonia con la natura, grazie ai pochi abitanti che conducono una vita senza tecnologia, ma basata sugli elementi naturali. In questo luogo vive Nina, una bambina diversa da tutti gli altri, che sembra avere un profondo legame con la natura, ma che non riesce a comprendere appieno. Vista da molti come una sorta di “strega” a causa degli strani fenomeni che si verificano quando è presente, la ragazza trova conforto nelle pagine di un libro contenente miti e leggende sulla Dea Reitia, nota come “la signora degli animali”, che abitava quelle terre millenni prima. Tuttavia, tutto cambia quando la comunità decide di ospitare un viaggiatore apparentemente innocente, ma che si rivela essere il capo di una banda di predoni prepotenti ed egoisti. Nina riesce miracolosamente a sfuggire alle grinfie della banda e trova rifugio in una baita isolata nella foresta. È in questo luogo che dovrà scoprire se stessa e le sue origini per poter tentare di salvare la sua comunità e forse persino l’intera umanità. La storia si sviluppa attraverso le avventure di Nina mentre cerca di comprendere il suo legame con la natura e di fronteggiare le sfide poste dal nuovo mondo in cui vive, un mondo in cui la sopravvivenza richiede molto più che semplici abilità.

Fosco e Nina in Nina dei Lupi
Fosco e Nina in Nina dei Lupi

Note di regia

 Antonio Pisu

«…nella bolla di silenzio e angosciosa attesa, la natura fa un passo indietro e osserva l’idiozia degli uomini.» Questa è la frase tratta dal romanzo “Nina dei Lupi” di Alessandro Bertante da cui abbiamo preso ispirazione per raccontare la nostra storia. In un prossimo futuro, la società tecnologica, economica e sociale come la conosciamo è finita. L’importanza che l’uomo ha dato alle cose materiali si è rivelata controproducente. L’utilizzo ormai morboso che facciamo dei cellulari, dei social network e di internet ci ha creato una totale incapacità di autosostentarci con quello che il nostro pianeta ci offre. Grazie alla consulenza del Dott. Andrea Spiga, astrofisico dell’università di Pavia, abbiamo ipotizzato, insieme al team di autori, uno scenario plausibile in cui una tempesta solare blocchi per un lungo lasso di tempo tutte le nostre apparecchiature elettroniche. In aggiunta a questo scenario devastante, le piante e gli animali lentamente sembrano morire. In poco più di due settimane sarebbe il caos. Immaginate di non poter accedere al vostro conto corrente, non poter utilizzare la vostra automobile, il vostro computer. Immaginate che i rifornimenti ai supermercati cessino di arrivare, così come quelli alle farmacie o agli ospedali dei grandi centri urbani. Le centrali elettriche smetterebbero di fornire energia così come qualsiasi impianto elettronico di qualsiasi azienda cesserebbe di funzionare. La nostra società crollerebbe e torneremmo a essere quello che siamo da sempre: essere umani.
Sullo sfondo di questo scenario apocalittico mondiale, la nostra storia si svolge in un piccolo centro montano che, isolato dal resto del mondo, miracolosamente sembra non subire la “sciagura” che invece sta imperversando sul pianeta. Un luogo che silenziosamente continua a prosperare grazie al saper vivere di quello che la natura ci offre ma soprattutto grazie alla presenza di una ragazza speciale le cui origini fanno riferimento a una delle più antiche divinità conosciute: Reitia, la signora degli animali. Nina infatti rappresenta il pianeta, mentre il nemico che invade il paese rappresenta la violenza della civiltà sull’ambiente.
Tutto questo è narrato con una storia avvincente, liberamente ispirata a un romanzo di successo, dinamica ed estremamente realistica, dove i personaggi subiscono il susseguirsi degli avvenimenti regalando numerosissimi colpi di scena che lasceranno lo spettatore incantato da una storia epica tutta italiana.

Recensione di Nina dei Lupi

Realizzare un film fantasy in Italia è un compito molto facile. Poche volte i registi hanno avuto successo quando si sono cimentati in questo genere che richiede un budget considerevole, risorsa spesso carente nelle produzioni italiane se comparate con quelle americane o coreane, come ad esempio “Dune”, film d’impossibile fattura per le produzioni nostrane. I registi italiani che si lanciano in questo genere devono lavorare con creatività e ingegno, sfruttando al meglio le risorse a loro disposizione. Un esempio di questo approccio è quello adattato da Matteo Garrone, che ha realizzato “Il racconto dei racconti – Tale of Tales” (sebbene girato all’estero) e la sua versione di “Pinocchio“, lavorando non tanto sugli effetti speciali quanto sulla cura del trucco e del costume. Anche “Nina dei Lupi” non fa un ampio uso della computer graphics, ma in alcune parti ricorre agli effetti speciali digitali per rappresentare determinati eventi narrati, specialmente legati ai poteri di Nina e al disastro climatico che ha colpito il pianeta Terra. L’uso della CGI, tuttavia, sembra poco convincente a causa del budget limitato, come ad esempio nelle rappresentazioni della nebbia o delle tempeste solari. Questi effetti risultano visibilmente finti agli occhi di uno spettatore abituato ai fantasy americani o coreani, creando un contrasto con l’ambientazione circostante. Anche la scena iniziale, che non fa uso di CGI, evidenzia le difficoltà del film nel rappresentare eventi catastrofici, come nel caso del terremoto, che risulta poco realistico sia per la regia che per l’esecuzione. È legittimo chiedersi se fosse realmente necessario rappresentare il terremoto o le tempeste solari in questo modo. Probabilmente no, il regista e gli sceneggiatori avrebbero potuto trovare soluzioni narrative alternative (specialmente per il terremoto) per comunicare il passaggio dal mondo civile elettrico a uno basato su una vita più semplice a contatto con la natura.

Nonostante le limitazioni tecniche dovute al budget, “Nina dei Lupi” riesce a funzionare bene quando abbandona l’approccio fantasy dominato dalla CGI e si concentra su un contesto distopico. . La scenografia, i costumi e la fotografia contribuiscono a creare un mondo visibilmente credibile. Tuttavia, il film soffre di una narrativa superficiale. L’osservatore può essere disposto a tollerare i problemi tecnici legati alla CGI a causa del budget limitato, ma non può accettare la palese superficialità narrativa con cui il trio di sceneggiatori affronta la storia. Sebbene il soggetto sia interessante, la sua trasposizione a livello di sceneggiatura è piuttosto debole. Il punto più scadente dell’intera pellicola è la scarsa caratterizzazione dei personaggi secondari e soprattutto la mancanza di approfondimento riguardo allo sviluppo della protagonista, la giovane Nina. La trama è costruita come un dramma adolescenziale di formazione, inizia mostrando la protagonista in una situazione di conflitto interno ed esterno. Nina si sente emarginata dagli abitanti di Piedimulo, che la etichettano come una strega. Anche il suo “padre” sembra non avere affetto per lei, tenendola imprigionata in casa. La storia sottolinea più volte come Nina sia speciale a causa dei suoi poteri, senza però specificarli (nemmeno nel finale del film) in modo chiaro, poteri che sembrano influenzare gli eventi climatici e oltre. La sua unica amica è la maestra del villaggio, che le regala un libro sulla leggenda della Dea Reititia, un mito di rilevante importanza per la comprensione della storia narrata. Tuttavia, il film non sfrutta mai appieno questo elemento letterario per arricchire la narrazione. Alla fine del film, sappiamo molto poco di Nina, specialmente riguardo al suo misterioso passato e ai suoi legami con la natura e i lupi. Queste mancanze indeboliscono il percorso di crescita di Nina e il tema ambientalista che il film cerca di affrontare.

Un personaggio di particolare interesse è Fosco, interpretato in modo discreto da Sergio Rubini. Inizialmente ambivalente, Fosco introduce un interessante dilemma narrativo: i cittadini di Piedimulo, che si rifiutano di condividere il cibo con gli altri sopravvissuti, sono realmente buoni o si comportano da oppressori? Tuttavia, questa tematica viene persa nel momento in cui Fosco prende il potere, facendo scemare l’importanza di questo aspetto introduttivo. Inoltre, la transizione di Fosco al potere solleva domande sulla sua stessa presenza nel paese, che rimangono senza risposta, ovvero: come ha fatto l’uomo ha giungere a Piedimulo?

Nonostante queste lacune, il film riesce a intrattenere grazie al suo ritmo coinvolgente, a una colonna sonora appropriatamente inquietante e alle buone interpretazioni, soprattutto da parte di Sara Ciocca. La pellicola riesce a coinvolgere gli spettatori in un’avvincente atmosfera distopica e thriller, rendendolo almeno un’esperienza di intrattenimento, anche se soffre di carenze narrative e tecniche. Sara Ciocca emerge come una promettente attrice per il futuro del cinema italiano, contribuendo a mantenere l’attenzione dello spettatore durante la visione.

Sara Ciocca in Nina dei Lupi
Sara Ciocca in Nina dei Lupi

In conclusione

“Nina dei Lupi” rappresenta un esempio della sfida che gli registi italiani affrontano quando si avventurano nel genere fantasy. La limitatezza dei budget italiani, in confronto a produzioni straniere, costringe i registi a lavorare con ingegno e a sfruttare al meglio le risorse a disposizione. Matteo Garrone, con lavori come “Il racconto dei racconti” e la sua versione di “Pinocchio”, ha dimostrato che è possibile affrontare il genere fantasy con successo anche in Italia, utilizzando non solo effetti speciali, ma anche il trucco e il parrucco in maniera efficace. Tuttavia, “Nina dei Lupi” dimostra le sfide che i registi italiani devono ancora affrontare, soprattutto quando si tratta di utilizzare effetti speciali CGI per realizzare eventi fantastici o catastrofici.

Note positive

  • “Nina dei Lupi” sa creare un racconto distopico avvincente, intrattenendo gli spettatori attraverso un intenso ritmo e una colonna sonora inquietante.
  • L’interpretazione di Sara Ciocca

Note negative

  • Il poco budget ha influito sulla qualità degli effetti speciali CGI, specialmente quando si tratta di eventi fantastici come terremoti e tempeste solari.
  • La superficialità narrativa e la mancanza di approfondimento dei personaggi secondari e della protagonista, Nina
  • Il film avrebbe potuto sfruttare meglio il suo elemento letterario centrale, la leggenda della Dea Reititia, per arricchire la narrazione e sviluppare ulteriormente la trama.
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