Komunia (2016): documentario sulla famiglia e le sue contraddizioni

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Trailer del documentario Komunia

Komunia documentario polacco presentato al Trieste Film Festival, già vincitore agli EFA e al 28° Torino Film Festival, porta in scena una famiglia dell’est che fatica a tenersi in piedi, in un contesto in cui i piccoli sono più responsabili degli adulti.

Trama di Komunia

Ola è una giovane ragazzina polacca e ha un fratello autistico, Nikodem, di cui è l’unica a prendersi cura. Il padre è un alcolista che fa fatica a uscire dalla sua situazione, la madre ha una nuova vita e si fa sentire solo tramite saltuarie chiamate. Ola spera che l’occasione della comunione di Nikodem possa essere quella giusta per riunire la famiglia.


Recensione di Komunia

Anna Zamecka ha realizzato un documentario che rispecchia all’ennesima potenza le caratteristiche proprie del genere. Grazie all’uso sapiente della camera abbiamo l’impressione di essere in casa con i protagonisti, di muoverci nei loro stessi angusti spazi e nel loro disordine sia materiale che delle loro vite tormentate. Per i primi minuti la sensazione è che il protagonista sia Nikodem, bambino autistico, ma estremamente solare, tuttavia la personalità più evidente e forte è quella della sorella Ola che si prende cura di lui forse più di quanto dovrebbe fare una sorella con i genitori ancora in vita, ma con una giusta dose di straffottenza e durezza che le è propria, in quanto ragazzina che è stata costretta a crescere in fretta e a prendersi responsabilità che non le competono ancora. La fede che interviene nella storia in occasione della comunione di Nikodem viene presentata come educazione e richiede dunque la presenza della famiglia, che nel caso del ragazzo è solo Ola che cerca di fargli memorizzare le preghiere a suon di sottili minacce di non poter fare più la comunione.

Ola è una ragazzina che deve fare la donna e che cerca disperatamente e con dignità di recuperare un rapporto con la madre, forse anche per ottenere una giusta divisione dei compiti e scaricarle qualche ingiusta responsabilità, ma la donna ha una nuova vita e si sente stretta nella sua vecchia casa nonostante ci siano i suoi figli. E’ più facile scappare, lasciandoci così con il dubbio che il suo ex marito possa bere ancora per la delusione.

Non sono aria.

cit. Nikodem a Ola

La regista lascia volutamente molti punti silenziosi che assieme alle immagini ci fanno esplorare la quotidianità e le espressioni dei ragazzi. Ogni minuto è una sorta di lotta alla sopravvivenza, per mangiare, lavarsi, dormire tutti nella stessa stanza, chiudere un armadio rotto, cercare un approccio con la madre. Un nuovo giorno è iniziato, nulla è cambiato per Ola e Nikodem, la lotta continua.

Note positive

  • Ottimo sguardo documentaristico
  • Si crea empatia con i personaggi
  • Non viene tralasciata alcuna verità

Note negative

  • Poco approfondimento sugli altri protagonisti della storia
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