La concierge Pokémon – Prima stagione (2023). Non il solito Pokémon

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Locandina de La concierge Pokémon

La concierge Pokémon

Titolo originale: Concierge Pokémon

Anno: 2023

Paese: Giappone

Genere: Animazione

Casa di Produzione: Dwarf Studio, Netflix, The Pokemon Company

Distribuzione italiana: Netflix

Ideatore:

Stagione: 1

Puntate: 4

Regia: Iku Ogawa

Sceneggiatura: Harumi Doki

Montaggio:

Musica: Mariya Takeuchi

Doppiatori: Non, Fairouz Ai, Eita Okuno, Yoshiko Takemura

Trailer de La concierge Pokémon

Informazioni sulla serie e dove vederla in streaming

Dopo ben 1266 episodi e tredici stagioni (ventisei secondo la suddivisione italiana) della serie “Pocket Monsters,” andata in onda per la prima volta nel 1997, arriva su Netflix il primo spin-off seriale dedicato al mondo dei Pokémon. Questo progetto è il risultato di una collaborazione tra Netflix e The Pokémon Company. Se al cinema avevamo già avuto una prima espansione dell’universo con il film a tecnica mista “Detective Pikachu” del 2019, per il mondo seriale è stato necessario attendere il 2023 per avere una narrazione che si allontanasse dalle avventure di Ash Ketchum, dei suoi fidati compagni di viaggio e soprattutto dal mondo della Lega dei Pokémon.

“La concierge Pokémon,” diretta da Iku Ogawa, pone al centro del suo racconto un personaggio mai visto fino a ora, come la giovane Haru, che dovrà esplorare il mondo dei Pokémon e non solo. Realizzata attraverso la tecnica del stop-motion, “La concierge Pokémon” fa il suo debutto su Netflix il 28 dicembre 2023, con un totale di soli quattro episodi, ciascuno della durata di quindici minuti. La canzone principale della serie è “Have a Good Time Here” della pop idol Mariya Takeuchi, un brano che si distanzia profondamente da quelli ascoltati nella serie “Pocket Monsters.” “La concierge Pokémon” rappresenta il primo di una potenziale serie di narrazioni a episodi ambientate nel mondo dei Pokémon.

Trama de La concierge Pokémon

Alla Pokémon Resort, un luogo incantevole situato su un’isola paradisiaca, i Pokémon godono della libertà di vagare liberamente, creando un’armoniosa convivenza con lo staff del Resort. Haru, desiderando un nuovo inizio, decide di intraprendere un’avventura unica, unendosi al resort Pokémon come concierge. Qui, oltre a imparare l’arte di rendere felici i suoi ospiti, Haru si imbarca anche in un viaggio di scoperta personale, costellato da amicizie e avventure inaspettate. Lavorando a stretto contatto con lo staff senior, impara non solo a prendersi cura dei bisogni dei Pokémon ospiti, ma anche a sviluppare un legame unico con ciascuno di loro, da Psyduck e Bulbasaur a Snorlax e Diglett, e molti altri. In questo contesto unico, Haru non solo diventa un concierge competente ma anche un’esploratrice del proprio io, attraverso le esperienze che il resort e i suoi affascinanti abitanti gli offrono quotidianamente.

Haru e Psyduck in La concierge Pokémon
Haru e Psyduck in La concierge Pokémon

Recensione de La concierge Pokémon

Appena entriamo nel mondo di “La concierge Pokémon”, ci rendiamo conto di come Netflix e The Pokémon Company abbiano puntato alla realizzazione di una serie in grado di distaccarsi completamente dalle atmosfere che hanno reso famoso il brand Pokémon e la serie “Pocket Monsters”. “La concierge Pokémon” è effettivamente un anime appartenente al genere Slice of Life, sfruttando quella tecnica narrativa di raccontare vicende e tematiche attraverso scenari e situazioni della vita quotidiana. La serie propone situazioni e dialoghi verosimili, tenendo però conto che ci troviamo in una produzione che ha una forte componente fantastica, dettata proprio dalla presenza dei Pokémon. Queste serie, spesso e volentieri, non tendono ad avere un reale conflitto interno alla vicenda, ma si muovono entro una narrazione che ci racconta momenti della quotidianità del suo protagonista. Concentrandosi sull’intimità e sulla semplicità della vita e dei piccoli gesti.

In “La concierge Pokémon”, che si rifà in maniera evidente agli stilemi dei serial al femminili nipponici e al mondo dei manga shojo, seguiamo la giovanissima Haru nel suo viaggio all’interno del resort Pokémon, dall’arrivo alla conoscenza dei suoi strani colleghi di lavoro fino alla comprensione del suo “io” interiore più puro. All’inizio della serie, Haru è molto diversa da come la vediamo nelle scene finali del quarto episodio. All’arrivo sull’isola, la ragazzina non ha nulla a che fare con il mood richiesto dal resort Pokémon, imprigionata da una gabbia di regole e competitività sociale che la realtà quotidiana, dominata dal caos, richiede. La realtà della metropoli è incentrata su una lotta tra le persone per ottenere un semplice ruolo di lavoro, ed è molto distante dal ritmo presente sull’isola, dove tutta l’attenzione viene riposta sul benessere personale degli ospiti, ma non solo.

Haru, al suo arrivo, è una ragazza tesa e bloccata, che ha perso il collegamento con la natura e con il suo vero “io” interno. “La concierge Pokémon” non è altro che la ricerca intimistica del proprio “io” personale; questo è il viaggio che Haru compie, un viaggio molto diverso da quello di Ash, che ha di fronte a sé un obiettivo più tangibile come vincere la Lega Pokémon. In questo percorso, Haru trova aiuto sia nel mondo dei Pokémon, attraverso i vari incarichi di lavoro in cui deve occuparsi della loro felicità, sia dai suoi colleghi come la manager Watanabe, l’intraprendente Alisa e il gentile e sempliciotto Tyler, sempre pronto ad aiutare la nostra protagonista nelle sue piccole avventure quotidiane.

Interessante notare, riguardo al rapido cambiamento di Haru, il suo distacco dal mondo della tecnologia. Se nella prima puntata cercava sempre la connessione e le informazioni sui Pokémon attraverso il cellulare, nella quarta puntata si dimentica perfino di caricare il telefonino, segno di essersi distaccata completamente da quei comportamenti tossici appartenenti alla società moderna. La serie, pensata per un pubblico adulto e non per bambini, invita il pubblico a superare le convenzioni sociali e abbandonare gli stereotipi, per abbracciare il mondo per ciò che è e per ciò che siamo. L’invito è a scardinare i meccanismi imposti dalla società per diventare noi stessi e non quello che dovremmo essere. Dunque, dimenticatevi tutte le atmosfere infantili, tutte le musiche tipiche di Pokémon, dimenticatevi delle lotte tra i Pokémon, perché in questa serie non troverete nulla di tutto ciò. Troverete solo una semplice storia di vita quotidiana incentrata su una giovane ragazza alla ricerca di sé stessa e della sua identità.

Dal punto di vista dell’animazione, la stop-motion emerge come una scelta affascinante e perfettamente integrata nella narrazione della serie. Il contesto vividamente caraibico, rappresentato con realismo, offre uno scenario unico in cui i Pokémon prendono vita, anche se alcuni di essi possono apparire eccessivamente pupazzosi, creando talvolta una certa dissonanza con il mondo circostante.

Nonostante la stop-motion utilizzata si dimostra interessante e in sintonia con i toni della storia, è innegabile che non raggiunga i livelli di maestria visiva dei film d’animazione come “La Sposa Cadavere” o “Coraline e la Porta Magica”, ma non per questo non è interessante l’approccio adottato dall’artista vincitore dell’Annie Award, Tadahiro Uesugi, che ha contribuito al concept design del Pokémon Resort e al design dei personaggi come Haru. Tadahiro Uesugi ha dichiarato di voler introdurre un elemento di sorpresa nell’ambientazione del mondo Pokémon: “La cosa più importante è che volevamo che la gente lo vedesse davvero e dicesse: ‘Sembra divertente‘”. Questa volontà di stupire si riflette nell’attenzione meticolosa dedicata ai dettagli da parte del team di produzione, che ha creato non solo un mondo Pokémon vivido, ma anche personaggi umani interessanti a livello di design, anche se non completamente sviluppati a livello caratteriale all’interno delle brevissime quattro puntate. Con 30 diverse espressioni facciali per Haru, il team ha cercato di catturare una gamma completa di emozioni, contribuendo così a conferire maggiore profondità e coinvolgimento alla serie nel suo complesso. Nonostante ciò a tratti i personaggi sembrano troppo rigidi nel loro movimento, specialmente Haru.

Fotogramma de La concierge Pokémon
Fotogramma de La concierge Pokémon

In conclusione

“La concierge Pokémon” si allontana dalle convenzioni del franchise, presentando una storia Slice of Life incentrata sulla giovane Haru nel suggestivo Pokémon Resort. La serie invita a sfidare gli stereotipi sociali, seguendo l’evoluzione di Haru alla ricerca del suo “Io” autentico. La scelta della stop-motion arricchisce il contesto vivido, ma alcuni Pokémon appaiono eccessivamente pupazzosi. Nonostante il rapido cambiamento di Haru, la serie offre un’esperienza unica, stimolando la riflessione sulle convenzioni sociali e sull’identità personale.

Note Positive:

  • Slice of Life: La serie abbraccia il genere Slice of Life, offrendo una prospettiva diversa rispetto alle atmosfere tradizionali di Pokémon.
  • Narrativa Intimistica: La trama si concentra sulla ricerca interiore del protagonista Haru, evidenziando un viaggio di autodescoperta.
  • Diversità dai Convenzionali: La serie si distacca dai canoni tipici delle storie Pokémon, invitando il pubblico ad abbracciare il mondo per ciò che è e sfidando gli stereotipi sociali.
  • Cambiamento del Personaggio: Haru attraversa un notevole cambiamento nel corso della serie, distaccandosi rapidamente dai comportamenti tossici della società moderna.
  • Stop-Motion: L’utilizzo della stop-motion è affascinante e integrato nella narrazione, offrendo uno scenario vividamente caraibico in cui i Pokémon prendono vita.
  • Contesto Realistico: Il contesto vividamente rappresentato contribuisce a creare uno scenario unico, sebbene alcuni Pokémon possano sembrare eccessivamente pupazzosi.
  • Invito alla Riflessione: La serie invita il pubblico a superare le convenzioni sociali e a abbandonare gli stereotipi, promuovendo l’accettazione di sé stessi.

Note Negative:

  • Cambiamento Rapido di Haru: Il cambiamento di Haru viene notato come avvenuto troppo rapidamente nel corso della serie.
  • Espressioni Rigide dei Personaggi Umani: In alcuni momenti, le espressioni dei personaggi umani risultano rigide e poco espressive, creando una certa dissonanza con il mondo circostante.
  • Aspetto pupazzoso di alcuni Pokémon: Alcuni Pokémon possono apparire eccessivamente pupazzosi, compromettendo occasionalmente l’integrazione visiva con l’ambiente circostante.
  • Livelli visivi della Stop-Motion: Pur essendo interessante, l’animazione in stop-motion non raggiunge i livelli di maestria visiva di altri film d’animazione come “La Sposa Cadavere” o “Coraline e la Porta Magica”.
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