La ragazza delle renne (2024). La lotta di sopravvivenza del popolo sami 

Condividi su

Trailer de La ragazza delle renne

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Monika Ulrika Ann-Helén Laestadius, giornalista e scrittrice appartenente al popolo Sami, svedese di origine, nel 2021 ha realizzato il suo primo romanzo, rivolto a un pubblico adulto, intitolato “Stöld”. Il romanzo narra la difficile situazione vissuta dal popolo Sami nella società contemporanea, unendo l’elemento thriller a quello ambientale e culturale. La storia del romanzo affronta le sfide affrontate da una giovane donna nel difendere le sue radici indigene in un contesto in cui la xenofobia è in crescita, i cambiamenti climatici minacciano la sopravvivenza dell’allevamento delle renne e i giovani si trovano ad affrontare la disperazione collettiva che li spinge verso il suicidio. Tuttavia, il romanzo mette anche in luce le tensioni generate dal confronto tra idee moderne e una cultura tradizionale caratterizzata da solide strutture patriarcali.

Nel settembre 2022, Netflix ha annunciato di aver iniziato a lavorare alla realizzazione di un adattamento cinematografico del romanzo Sami di Monika Ulrika Ann-Helén, affidando la sceneggiatura a Peter Birro (noto per “Monica Z” e “438 Days”) e la regia alla cineasta Elle Márjá Eira, appartenente al popolo Sami. Elle Márjá Eira è autrice di vari cortometraggi, tra cui “Sámiin Leat Rievttit / The Sámi Have Rights” nel 2019 e “Ealát” nel 2021, che raccontano la vita di famiglie allevatrici di renne durante le diverse stagioni climatiche della Fennoscandia. “La ragazza delle renne” segna il suo debutto come regista di lungometraggi.

Elle Márjá Eira

È giunto il momento che il mondo conosca questa storia e cosa sta accadendo oggi in Sápmi. Sono anch’io un proprietario di renne, e mi riconosco in questa storia. So anche che le mie compagne indigene, i miei fratelli e i miei antenati sono con me. Sono orgoglioso e grato che Netflix e Ann-Helén Laestadius mi abbiano dato questa opportunità e non vedo l’ora di portarla a un nuovo pubblico. 

La pellicola, le cui riprese sono iniziate nella primavera del 2023 a Vittangi, nel comune svedese di Kiruna, contea di Norrbotten, debutta su Netflix il 12 aprile 2024. 

Trailer de La ragazza delle renne

Elsa (Elin Oskal) cresce all’interno della comunità dei Sami, in una famiglia di allevatori di renne, in una Svezia fredda e rigida, dove la vita è estremamente difficile. Da bambina, ha vissuto un profondo trauma quando ha assistito impotente all’uccisione brutale e illegale della sua amata renna da parte di un uomo malvagio, Martin Wallström, un poliziotto. Per timore che questo individuo potesse nuocere alla sua famiglia, Elsa ha scelto di tacere, nascondendo la verità e evitando di denunciarlo. Anni dopo, diventata adulta, la comunità Sami si trova ad affrontare minacce alla propria sopravvivenza. Da un lato, lo Stato svedese intende costruire una miniera nelle aree abitate dai Sami; dall’altro, si verificano continuamente sparizioni e uccisioni di renne. Elsa è convinta che il responsabile di queste atrocità sia Martin Wallström, ma per poterlo incriminare servono prove concrete. Elsa si troverà a combattere da sola contro questo individuo crudele, ma anche contro la sua stessa comunità, una società ancora fortemente patriarcale, dove le donne hanno scarsa influenza nelle decisioni politiche prese dalla comunità Sami. Quest’ultima tenta di negoziare la propria sopravvivenza con la Svezia, uno Stato che non accetta apertamente i Sami e mette i propri interessi al di sopra dei loro, mettendo così a rischio la loro esistenza e la loro tradizione di allevamento delle renne in quei territori sempre più ostili.

La ragazza delle renne - Risten-Alida Siri Skum as Elsa in Stolen. Cr. Courtesy of Netflix © 2023
La ragazza delle renne – Risten-Alida Siri Skum as Elsa in Stolen. Cr. Courtesy of Netflix © 2023

Recensione de La ragazza delle renne

La pellicola in questione presenta un profondo legame culturale con la popolazione e la cultura Sami, esplorando le molteplici sfaccettature di questo mondo spesso trascurato dalla società globale e raramente rappresentato nel cinema. “La ragazza delle renne”, conosciuta anche con il titolo “Stolen”, porta alla luce l’essenza e la verità di questa comunità minoritaria dei paesi scandinavi, sia attraverso la narrazione della storia incentrata su una giovane Sami, sia attraverso l’appartenenza culturale e di origine dei suoi creatori. Il film si basa sul romanzo dell’autrice Sami Monika Ulrika Ann-Helén Laestadius, mentre alla regia troviamo Elle Márjá Eira, una cineasta Sami al suo debutto con un lungometraggio. Il ruolo della protagonista è interpretato dalla cantante e attrice norvegese Elin Kristina Oskal, anch’essa legata alla cultura Sami per motivi di discendenza e origine. Queste figure provenienti dal mondo sápmelaš, comunemente noto come Lapponia, apportano al film un senso di autenticità che permea tutte le sue componenti, dalla fotografia alle rappresentazioni sceniche dell’allevamento delle renne e della vita sociale e politica di questa società in trasformazione. Nel corso dei secoli, la comunità Sami ha dovuto trovare un equilibrio con il mondo “civile” e “moderno”, abbandonando il nomadismo tradizionale per adottare una cultura stazionaria, pur mantenendo intatte le proprie usanze e la propria identità. Nel film, i personaggi comunicano non solo in lingua svedese, ma anche attraverso il dialetto Sami, preservando così la ricca tradizione linguistica e culturale di questa comunità.

La giovane regista Elle Márjá Eira dimostra una profonda conoscenza del materiale trattato, avendo vissuto in prima persona all’interno della società Sami e delle sue regole sociali. Grazie a questa familiarità con il mondo tradizionalista dei Sami, riesce a narrare la storia con grande maestria registica, rappresentando con precisione e senza cadere in didascalismi ogni aspetto della vita dei Sami, dalle loro attività di allevamento delle renne ai complessi rapporti sociali con i cittadini svedesi che spesso non accettano la loro esistenza. È significativo notare che a partire dal 19° secolo, in Svezia e in Norvegia sono stati promossi tentativi legislativi per assimilare forzatamente i Sami, imponendo l’uso esclusivo delle lingue scandinave e vietando la lingua e la cultura Sami in molte situazioni, soprattutto nelle scuole. Solo a partire dal 2000 il Sami è stato riconosciuto come lingua ufficiale minoritaria in Svezia, evidenziando la lunga lotta dei Sami per la preservazione della propria identità linguistica e culturale. Una lotta rappresentata anche all’interno della pellicola.

I problemi sociali che affrontano i Sami, sia a livello giovanile che adulto, vengono trattati con attenzione nel film. La storia presenta una sottotrama ecologica e identitaria che si fonda sulla narrazione principale incentrata sulla crescita della protagonista Elsa. Questa sottotrama si intreccia in modo significativo con altre due trame distinte presenti nel film. La trama principale segue la lotta di Elsa contro un malvagio poliziotto che nutre un odio nei confronti dei Sami e che uccide le loro renne, sia per pura cattiveria che per il proprio profitto. Tuttavia, la pellicola presenta anche altre due sottotrame che si intersecano con quella principale:

  • La seconda sottotrama del film esplora le sfide incontrate dai giovani uomini e donne nel crescente all’interno di una società chiusa, ancorata a tradizioni che potrebbero richiedere una riforma. Questa parte della narrazione ci conduce attraverso le sfide intime che questi giovani devono affrontare, vivendo in luoghi quasi desolati, popolati da più renne che persone. Elsa e gli altri giovani del luogo si trovano spesso a riflettere sull’idea di lasciare il loro mondo e cercare una vita altrove, lontano dal freddo e dai paesaggi suggestivi ma solitari. Non a caso, la storia affronta anche il tema del suicidio adolescenziali.
  • La terza sottotrama affronta l’aspetto ecologico e civile del film. Nel corso della narrazione, lo Stato svedese propone la costruzione di una miniera in una zona vitale per i Sami, che dipendono da quel territorio per il sostentamento delle loro renne e la continuità delle loro tradizioni di allevatori. Questo sviluppo mette in evidenza il disinteresse dello Stato per l’ecosistema e i bisogni della minoranza culturale, concentrato esclusivamente sui profitti e ignorando le opinioni divergenti. Questo tema si basa su eventi storici realmente accaduti alla popolazione Sami, che in Svezia e in Norvegia hanno lottato senza successo contro lo sfruttamento dei loro territori per la costruzione di miniere o industrie, minacciando l’ambiente circostante e il sostentamento della comunità Sami.

La forza del film risiede nella capacità di affrontare tutte queste tematiche in modo equilibrato, senza creare una narrazione frammentata che dia maggiore enfasi a una parte rispetto a un’altra. Tuttavia, la trama principale legata all’elemento thriller e allo scontro tra Elsa e l’antagonista avrebbe potuto essere sviluppata in modo più coinvolgente e interessante, risultando a tratti superficiale soprattutto per quanto riguarda la caratterizzazione del malvagio poliziotto, il cui approfondimento risulta limitato, facendolo apparire più come un personaggio folle che altro. Inoltre, nonostante la pellicola sia gradevole e scorrevole, le interpretazioni non raggiungono livelli eccellenti, soprattutto Elin Kristina Oskal non riesce a dimostrare pienamente le sue capacità attoriali nel ruolo di Elsa, riuscendo ad immergersi nel personaggio solo a tratti e rimanendo troppo superficiale nell’espressione del suo personaggio, non permettendo al pubblico di cogliere appieno tutte le sfumature della giovane Elsa, all’interno di un film che si configura come un coming-of-age con tonalità thriller-ecologiche.

La ragazza delle renne - Stolen. Elin Oskal as Elsa in Stolen. Cr. Courtesy of Netflix © 2023
La ragazza delle renne – Stolen. Elin Oskal as Elsa in Stolen. Cr. Courtesy of Netflix © 2023

In conclusione

“La ragazza delle renne” si erge come un importante tributo alla cultura Sami, offrendo uno sguardo autentico e profondo su una comunità spesso trascurata dalla cinematografia mainstream. Attraverso una narrazione articolata e ricca di sfumature, il film esplora le complesse dinamiche sociali, identitarie ed ecologiche che caratterizzano la vita dei Sami, mantenendo un equilibrio delicato tra la trama principale e le sottotrame. Sebbene la regista Elle Márjá Eira porti una padronanza e una sensibilità uniche nel raccontare questa storia, alcuni aspetti della trama potrebbero essere stati approfonditi ulteriormente per rendere il film ancora più coinvolgente. Tuttavia, nonostante queste piccole limitazioni, “La ragazza delle renne” resta un’opera cinematografica significativa e imperdibile per chiunque desideri conoscere e apprezzare la ricca cultura dei Sami.


Note Positive:

  • Radicato attaccamento culturale: “La ragazza delle renne” offre una rappresentazione autentica e rispettosa della cultura Sami, grazie alla partecipazione di figure provenienti da questo mondo e alla loro profonda conoscenza e padronanza del materiale trattato.
  • Regia esperta: La giovane regista Elle Márjá Eira dimostra grande maestria nel raccontare la storia, evidenziando dettagliatamente le sfaccettature della vita e delle sfide affrontate dalla comunità Sami, senza cadere in didascalismi e mantenendo un equilibrio narrativo convincente.
  • Trattamento delle tematiche: Il film affronta con sensibilità e profondità una serie di tematiche rilevanti, tra cui l’identità culturale, la discriminazione, la lotta per la sopravvivenza e la conservazione dell’ambiente. Questo contribuisce a una comprensione più completa e approfondita della realtà dei Sami.
  • Intreccio narrativo: “La ragazza delle renne” riesce a bilanciare abilmente diverse sottotrame, includendo la storia principale di Elsa con elementi ecologistici, identitari e sociali. Questo permette al film di offrire una visione complessa e articolata della vita dei Sami, senza privilegiare una singola prospettiva.

Note Negative:

  • Superficialità della trama principale: Nonostante l’intreccio narrativo complesso, la trama principale incentrata sulla lotta di Elsa contro il poliziotto malvagio potrebbe risultare superficiale e poco approfondita, mancando di sviluppo e complessità nei personaggi coinvolti.
  • Interpretazioni non convincenti: Alcune interpretazioni, in particolare quella di Elin Kristina Oskal nel ruolo di Elsa, potrebbero risultare poco convincenti e superficiali, non riuscendo a trasmettere appieno le sfaccettature del personaggio e limitando l’impatto emotivo della storia.
  • Approfondimento del personaggio del poliziotto: Il personaggio del poliziotto malvagio potrebbe essere sviluppato in maniera più approfondita, offrendo al pubblico una comprensione più completa delle sue motivazioni e della sua psicologia. Questo avrebbe reso la trama principale più coinvolgente e avvincente.
Condividi su

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.