Laputa – Castello nel cielo (1986): il primo film Ghibli

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Laputa Castello nel cielo Poster

Laputa – Castello nel cielo

Titolo originale: Tenkū no shiro Rapyuta

Anno: 1986

Paese: Giappone

Genere: Animazione, fantastico

Produzione: Studio Ghibli

Distribuzione: Lucky Red

Durata: 124 minuti

Regia: Hayao Miyazaki

Sceneggiatura: Hayao Miyazaki

Fotografia: Hirokata Katahashi

Montaggio: Yoshihiro Kasahara, Hayao Miyazaki, Takeshi Seyama

Musiche: Joe Hisaishi

Animatori: Tsukasa Tannai, Yasuko Tachiki, Yoshinori Kanada

Trailer di Laputa – Castello nel cielo

Era il 02 Agosto 1986 e Hayao Miyazaki dirige: “Laputa – Castello nel cielo“. Il primo film Ghibli (fondato il 15/06/1985) è ispirato a una parte del celebre romanzo di Jonathan Swift: “I viaggi di Gullliver”.

Trama di Laputa – Castello nel cielo

Nei cieli di una notte di luna piena, un dirigibile in cui è tenuta prigioniera Sheeta – una giovane ragazza che porta al collo una strana pietra – è assalito da una banda di pirati dell’aria (capitanata dall’anziana ma combattiva Dola, “madre” di tutta la ciurma), intenzionati anch’essi a rapire la giovane. Nella battaglia che ne segue, Sheeta cade dal velivolo e sembra essere destinata a schiantarsi al suolo ma, a poche decine di metri dal suolo, la pietra che porta al collo (agognata sia dai rapitori sia dai pirati dell’aria) si “attiva” illuminandosi e permette a una Sheeta priva di sensi di adagiarsi al suolo incolume, il tutto sotto gli occhi del coetaneo Pazu che osserva stupito la cosa. La mattina seguente, dopo la fanfara con cui regolarmente il ragazzo sembra salutare il nuovo giorno, Sheeta si risveglia a casa dell’orfano e gli racconta chi sia e del perché sia caduta dal cielo, Pazu dal canto suo le racconta della scoperta del padre deceduto: un giorno mentre era in volo, scampando ad una tempesta vede in lontananza, oltre la coltre di nuvole la leggendaria isola di Laputa. Pazu, volendo riabilitare la memoria del padre che non fu mai creduto per questa scoperta, decide di aiutare Sheeta a raggiungere l’isola.

Comincia così per i due ragazzi, una corsa contro il tempo per raggiungere l’isola, prima che Muska, il “carceriere” di Sheeta, e i suoi uomini riescano ad approdarvi; ad aiutare Sheeta e Pazu saranno Dola e i suoi “figli” alleatisi con i giovani con lo scopo di appropriarsi delle grandi ricchezze presenti sull’isola.

Recensione di Laputa – Castello nel cielo

Laputa – Castello nel cielo è – si può dirlo senza troppe titubanze – il più “occidentale” dei film Ghibli: nella oramai trentennale storia dello studio di Tokyo, questo è l’unico film di Hayao Miyazaki, infatti, con un vero e proprio cattivo all’occidentale. Nei film successivi, dove è presente la figura di un antagonista, questa non sarà mai comparabile a quella di Muska, l’antagonista di questa opera. Anche in questo lavoro Miyazaki, espone tutta la sua filosofia e le sue passioni: l’ecologia, l’antimilitarismo e il grande amore per il volo. Come nel precedente Nausicaä della Valle del Vento, anche questo film si apre con una sequenza tutta ambientata nei cieli di un immaginario paese.

In Laputa – Castello nel cielo, assieme a Nausicaä della Valle del Vento e Principessa Mononoke, sono declinati tutti i maggior canoni tipici del pensiero di Hayao Miyazaki: antimilitarismo, ecologia, l’importanza della figura femminile e il grande amore per il volo (che però manca in Mononoke)

Malgrado la lunghezza – poco più di due ore – la pellicola scorre senza essere pesante. Grazie alle molte scene d’azione, Laputa ha un ritmo serrato e i momenti di distensione, sottolineati anche dalle musiche di Joe Hisaishi, sono quelli che più ci possono far apprezzare la bellezza dei disegni, così esteticamente lontani dal più “classico” stile disneyano, cui il grande pubblico era abituato.

Tutti i personaggi principali sono introdotti già nei primi minuti di film e per capire realmente da quale “parte” stiano non occorre aspettarne tanti in più, difatti la storia raccontata è probabilmente la più “semplice” di Miyazaki (fra le più semplici dello Studio Ghibli) e proprio i suoi protagonisti e antagonisti mostrano fin da subito i loro scopi e obiettivi (escluso il vero fine ultimo di Muska, come giusto che sia): la ricerca della famigerata isola nel cielo.

Aspetti positivi

  • Il ritmo del racconto
  • Le scene di volo
  • La bellezza degli scenari
  • Dola e la sua ciurma

Aspetti Negativi

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