Ma come si può uccidere un bambino? (1976). Giochi di sangue 

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Locandina di Come si può uccidere un bambino

Ma come si può uccidere un bambino?

Titolo originale: ¿Quién puede matar a un niño?

Anno:  1976

Nazione: Spagna

Genere: Horror

Casa di produzione: PENTA

Distribuzione italiana: ARDEN

Durata: 110 min

Regia: Narciso Ibáñez Serrador

Sceneggiatura: Luis Penfiel, Narciso Ibáñez Serrador

Fotografia: José Luis Alcaine

Montaggio: Juan Serra, E. A. De Laysa

Musiche: Waldo De Los Rios

Attori: Lewis Fiander, Antonio Iranzo, Miguel Narros, Prunella Ransome

Trailer di Ma come si può uccidere un bambino?

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Il panorama cinematografico spagnolo successivo agli anni ’80 possiede un mentore cinematografico e televisivo, poco noto oltre i confini nazionali, a causa della limitata distribuzione delle sue opere nel corso del tempo. Narciso Ibáñez Serrador, regista uruguaiano naturalizzato spagnolo, nato a Montevideo nel 1935 e deceduto a Madrid nel 2019, ha influenzato profondamente l’approccio alla televisione e al cinema nel suo paese, inserendo uno stile dissacratorio che spaziava tra l’horror e il fantastico. Questa influenza è stata in seguito parzialmente ripresa da alcuni cineasti spagnoli degli anni ’90, tra cui Alejandro Amenábar, Álex de la Iglesia e Juan Antonio Bayona.

Lo sceneggiatore e regista Narciso Ibáñez Serrador ha arricchito la sua carriera con numerosi programmi televisivi per il canale Televisión Española, tra cui “Historias para no dormir,” “Historia de la frivolidad,” e “Un, dos, tres… responda otra vez.” Tuttavia, la sua carriera cinematografica ha compreso soltanto due lungometraggi, classificabili come b-movie horror: “Gli orrori del liceo femminile” (1969), da cui Dario Argento ha tratto ispirazione per Phenomena (1985) e soprattutto per Suspiria (1977), come ambientazioni, e “Ma come si può uccidere un bambino?” (1976), entrambi basati su sue sceneggiature.

Il suo ultimo film, intitolato originariamente “Quién puede matar a un niño?“, tratto dal romanzo “El juego de los niños” di Juan José Plans, ha conquistato il Premio della critica al Festival internazionale del film fantastico di Avoriaz nel 1977. La pellicola è stata distribuita in Spagna e in Italia con il divieto di visione ai minori di diciotto anni. Nel 2023, entrambi i film del regista sono stati resi disponibili sulla piattaforma Prime Video.

Nel 2012, il film ha ricevuto un remake intitolato “Come Out and Play,” diretto dal regista messicano Makinov, con protagonisti Vinessa Shaw ed Ebon Moss-Bachrach. Questo lungometraggio ha riscosso un notevole successo di pubblico, incassando $2.638 USD con un budget di MXN $12 milioni ($940.531 USD).

Trama di Ma come si può uccidere un bambino?

Nella località balneare spagnola di Benavis, un bambino che si sta godendo un bagno in mare scopre il cadavere di una giovane donna nell’acqua, proprio durante la giornata festiva del paese. In quel momento, mentre i residenti di Benavis sono in festa, una coppia di turisti stranieri giunge nella cittadina: Tom ed Evelyn, quest’ultima in attesa da sette mesi del loro terzo figlio. I due sposi trascorrono una sola notte a Benavis, ma il giorno seguente partono immediatamente per l’Isola di Almanzora, dove intendono trascorrere alcuni giorni di vacanza in tranquillità. Tom conosce bene l’isola e i suoi abitanti, avendo trascorso lì diverse estati durante l’infanzia.

Tuttavia, quando raggiungono la loro destinazione, sia Tom che Evelyn si rendono conto che qualcosa non va. La città si presenta completamente deserta, senza un’anima in giro: nelle strade, nel bar locale e nella pensione dell’albergo non si vede traccia di adulti. Le sole presenze sull’Isola di Almanzora sono bambini dal viso innocente. Ma presto, Tom si trova a essere testimone di eventi spaventosi: egli vede personalmente un bambino commettere atti orribili, uccidendo con un atteggiamento spensierato un anziano del villaggio, come se fosse un semplice gioco innocente. Non passa molto tempo prima che sia Tom che Evelyn siano costretti a fuggire da un gruppo di bambini per poter sopravvivere.

Prunella Ransome in Ma come si può uccidere un bambino?
Prunella Ransome in Ma come si può uccidere un bambino?

Recensione di di Ma come si può uccidere un bambino?

Un film crudo, politico e di protesta contro la società degli adulti. “Ma come si può uccidere un bambino?” non è semplicemente un b-movie a basso budget di genere horror fantastico, ma rappresenta una severa critica sociale verso un’umanità che sembra impegnata nell’annientare le proprie generazioni future con spietata malvagità. L’incipit della pellicola ci immerse nel racconto attraverso sequenze d’immagini riprese dal vero, documentaristiche e reportistiche, che risultano incredibilmente impressionanti e sconvolgenti, rivelando in modo brutale la tragica sorte riservata ai figli da parte degli adulti. Narciso Ibanez Serrador, con abile scelta di materiali d’archivio, ci presenta l’orrore dei principali conflitti del XX secolo: lo sterminio nei campi di concentramento nazisti, il conflitto indo-pakistano, la guerra di Corea, i genocidi in Africa, il conflitto in Vietnam e le carestie africane. Le immagini reali scelte non celano, ma piuttosto rivelano il dramma umano nella sua cruda realtà, con immagini di cadaveri di innocenti, di bambini vittime della guerra dal Nepal Americano e di denutriti bimbi dall’aspetto esile che lottano per la sopravvivenza.

L’intera sequenza è accompagnata da un canto di bambini, richiamando il canto che accompagnava migliaia di piccoli innocenti verso la morte nelle camere a gas, colpevoli solo di esistere. Questo inizio doloroso ed emozionante non è fine a sé stesso, ma assume un significato profondo all’interno del lungometraggio. Ma come si può uccidere un bambino?, una domanda che tutti i personaggi si pongono, a partire dai protagonisti, in particolare Evelyn (Prunella Ransome), che riflette sul tema chiedendosi se sia possibile uccidere un bambino. Nel film, l’atto di uccidere un bambino è considerato un atto di pura malvagità, ma il mondo, con le sue guerre infinite e le numerose carestie, sembra non porsi questa domanda e continua ad annientare le popolazioni, senza tener conto della presenza di bambini nelle guerre, fregandosene della loror sorte. Le bombe li distruggono tanto quanto gli adulti. Se l’umanità perpetua tali atti, ci si potrebbe chiedere se non siamo degli esseri malvagi fino al midollo. Esiste un limite? E, soprattutto, perché non agiamo? Perché rimaniamo impassibili davanti a questa devastazione e sofferenza?

Narciso Ibanez Serrador, in maniera geniale, gioca con questa domanda e ribalta i ruoli dei bambini, sfidando gli stereotipi di genere. I bambini presentati nel film sono tutto tranne che innocenti; sembrano innocui solo all’apparenza, ma man mano che il tempo passa, diventano sempre più diabolici. Il film sembra suggerire che vogliano vendicarsi contro il mondo adulto e prendere il controllo della società terrestre. Gli adulti narrati non sanno come difendersi dai loro stessi figli o come affrontare questi bambini, ora armati di forconi, bastoni, coltelli e pistole invece che dei giochi innocenti di un tempo. Lo spettatore entra in contatto con la realtà dell’Isola di Almanzora attraverso la coppia di coniugi, Evelyn e Tom, che si trova in un’isola apparentemente disabitata da adulti e abitata solo da bambini. Inizialmente, Tom ed Evelyn vedono nei bambini una fonte di purezza e bellezza, come dimostra l’interazione con un bambino all’arrivo ad Almanzora, quando Tom si avvicina per parlare con lui, o quando un gruppo di bambini li aiuta a ormeggiare la barca al porticciolo o quando Evelyn inizia a parlare con una ragazzina attratta dal bimbo sulla sua pancia. Questi momenti di normalità, però, diventeranno progressivamente macabri quando Tom assiste involontariamente a omicidi perpetrati da questi bambini spagnoli e scopre una mortitudine di cadaveri sull’isola.

La tensione del film cresce insieme ai cambiamenti nei bambini, inizialmente all’apparenza docili e poi sempre più malvagi, anche nell’espressione. La regia sceglie di non mostrare mai gli omicidi compiuti dai bambini, scelta comprensibile data la natura del tema affrontato. Tuttavia, una dose maggiore di coraggio avrebbe potuto portare a una rappresentazione ancora più sconvolgente e cruda, simile all’horror slasher, dove il sangue scorre abbondante per le strade. A livello registico, scenografico e fotografico emerge che il film è stato realizzato con un budget limitato. Tuttavia, il team di produzione ha saputo sfruttare al massimo le risorse a disposizione, grazie a una sceneggiatura curata e funzionale, soprattutto nella caratterizzazione dei due protagonisti, introdotti in modo dettagliato nella prima parte del film quando si trovano a Benavis. La suspense cresce grazie alla narrazione degli eventi e a una colonna sonora attentamente composta da Waldo de los Ríos.

Particolarmente interessante dal punto di vista drammaturgico è la mancanza di spiegazione definitiva riguardo alle motivazioni che spingono i bambini a commettere atti omicidi. Il regista non spiega la ragione dietro questa “follia di massa”; ma mostra, semplicemente, la trasformazione di quattro bambini da innocenti a carnefici. Lo spettatore è lasciato libero di formulare la propria interpretazione su questa tematica, considerando la possibilità di un virus o una pandemia che colpisce solo i bambini e i ragazzi. Tuttavia, questa mancanza di spiegazione aumenta l’attrattiva e l’enigma dell’opera.

Fotogramma di Ma come si può uccidere un bambino? (1976)
Fotogramma di Ma come si può uccidere un bambino? (1976)

In conclusione

Nel 2023, per chi volesse visionare la pellicola va detto che il film ha subito un certo degrado, specialmente a livello dell’audio. Tuttavia, la pellicola conserva il suo valore come preziosa opera autoriale nel genere horror, che dovrebbe essere apprezzata da tutti gli amanti del cinema b-movie.

Note positive

  • Incipit coinvolgente: L’incipit del film riesce a catturare immediatamente l’attenzione dello spettatore.
  • Sceneggiatura ben strutturata: La trama è costruita in maniera solida e la sceneggiatura offre un equilibrio tra suspense e sviluppo dei personaggi.
  • Utilizzo efficace della musica: La colonna sonora svolge un ruolo importante nel creare l’atmosfera e aumentare la tensione.
  • Interpretazioni convincenti: Le performance degli attori contribuiscono a dare vita ai personaggi e a trasmettere le emozioni.

Note negative

  • Mancanza di dettagli negli omicidi: La decisione di non mostrare in dettaglio gli omicidi potrebbe aver limitato l’impatto dell’horror e del suspense all’interno del film.
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