Noi anni luce (2023). Un teen drama dai buoni sentimenti

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LOCANDINA NOI ANNI LUCE

Noi anni luce

Titolo originale: Noi anni luce

Anno: 2023

Nazione: Italia

Genere: dramma adolescenziale

Casa di produzione: Notorious Pictures

Distribuzione italiana: Notorious Pictures

Durata: 90 min

Regia: Tiziano Russo

Sceneggiatura: Isabella Aguilar, Serena Tateo

Fotografia: Vitto Frangione

Montaggio: Giorgia Currà, Roberto Mirssiroli

Musiche:

Attori: Carolina Sala, Rocco Fasano, Caterina Guzzanti, Fabio Troiano

Trailer di Noi anni luce

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Presentato in anteprima mondiale al Giffoni Film Festival, il 23 luglio 2023, il teen-drama Noi anni Luce,  prodotto da Notorius Pictures, è l’opera prima di Tiziano Russo, cineasta conosciuto per la sua direzione nella serie Skam Italia nel 2022 e per aver realizzato diversi videoclip come Negramaro: Fino all’imbrunire (2017) e Ermal Meta: Un milione di cose da dirti (2021). La pellicola, basata su un soggetto di di Isabella Aguilar, Guglielmo Marchetti e Federico Sperindei, e da una sceneggiatura di Isabella Aguilar e Serena Tateo, è un rivisitazione del lungometraggio australiano  diretto da Nadia Tass nel 2010, dal titolo So che ci sei (Matching Jack) con Jacinda Barrett e Richard Roxburgh. 

Nei ruoli dei protagonisti troviamo Rocco Fasano (Non mi uccidere, 2021; Skam Italia, 2019) e Carolina Sala  (Vetro; 2021; Perfetta Illussione, 2021, Rita Levi Montalcini, 2019), mentre in quelli secondari abbiamo: la cantante italiana-palistinese Laila Al Habash, l’attore teatrale – televisivo Fabio Troiano e l’attrice comica italiana Caterina Guzzanti, conosciuta al grande pubblico televisivo per il suo ruolo di Arianna Dell’Arti nella serie Boris. All’interno del lungometraggio è presente il brano originale Mi piace molto del cantautore Aiello, oltre al brano L’addio dei Coma Cose, presentato a Sanremo 2023. 

La pellicola, che arriva nei cinema italiani dal 27 luglio 2023, ha ricevuto, durante il Giffoni 2023, il patrocinio dell’Associazione italiana contro le Leucemie, linfomi e mieloma. 

Giuseppe Toro, Presidente Nazionale AIL.

Siamo lieti di patrocinare Noi anni luce, un film delicato e profondo che contribuisce a sensibilizzare l’opinione pubblica alla lotta contro i tumori del sangue, alla promozione della cultura del dono e della donazione del midollo osseo in particolare tra i giovani, un gesto di fondamentale importanza per garantire le terapie per i malati ematologici e le regolari attività ospedaliere. È essenziale agevolare i percorsi che portano i ragazzi a essere cittadini attivi e coscienti dei bisogni del prossimo.

Trama di Noi anni luce

Elsa (Carolina Sala) è una ragazza di diciassette anni appassionata di canottaggio, attività che pratica a livello competitivo. Un giorno, durante una gara che sta vincendo insieme alla sua compagna di squadra, ha un improvviso malore che la porta a svenire durante la competizione. Ricoverata in ospedale, a Elsa vengono effettuati una serie di esami medici al fine di scoprire la causa del suo svenimento. Purtroppo, gli esami rivelano una terribile notizia: Elsa è malata, ha la leucemia acuta e le serve immediatamente un trapianto di midollo.

La lista di attesa per un donatore è lunga e sua madre, a causa di una leggera cardiopatia, non può donare il proprio midollo. L’unico possibile donatore è il padre di Elsa, un uomo che la ragazza non ha mai conosciuto e di cui non sa assolutamente nulla: né il nome, né il volto, né dove possa trovarsi. Determinata a trovare suo padre, Elsa intraprende un viaggio insieme a Edo, un coetaneo malato di leucemia che ha conosciuto in ospedale. Le possibilità di scoprire l’attuale ubicazione dell’uomo non sono semplici, poiché Elsa non ha indizi concreti a parte una vecchia foto di due anni fa ritraente l’uomo.

Carolina Sala e Rocco Fasano in Noi anni luce
Carolina Sala e Rocco Fasano in Noi anni luce

Note di regia

Tiziano Russo

Noi anni luce è un film sui legami, forti, vicini, distanti, deboli. Elsa ha diciassette anni ed è una ragazza come tutte le altre. Vive di desideri, insicurezze, paure, illusioni. A questa età si ha poca consapevolezza, si vive di istinto e la vita ha solo il profumo delle novità. Esistono le novità luminose e quelle cupe, e questo film regalerà a d Elsa la possibilità di conoscerle entrambe, attraverso la malattia, l’amore, il suo passato, la crescita. Noi anni luce racconta quanto sia importante relazionarsi, ascoltare e non perdere le proprie tracce. Elsa, grazie a Edo, un ragazzo conosciuto durante il ricovero, imparerà a cercare sé stessa, a conoscersi e a conservare in una teca le sue tracce per sempre. Preserva ndole per trattenere a sé un legame. Quando hai paura della fine, il viaggio è l’unica cosa che conta. Quasi a voler prendere la strada per tornare indietro e allontanarsi dal traguardo, per capire chi sei stato, da dove vieni. Riconoscere la casa del padr e che non hai mai conosciuto dall’odore dei mobili, dalla polvere, dal disordine. Riconoscersi in quel disordine o in una canoa appesa al soffitto. Elsa scappa dal presente, ma lo sta vivendo appieno, carico di amore, di sentimenti, di canzoni. Elsa vuole salvarsi, Edo vuole salvarla.

Recensione di Noi anni luce

La gioventù è una tematica alquanto ricorrente nel mondo del cinema, rappresentando un’epoca fatta di prime esperienze e primi amori. È una fase della vita in cui il carattere umano è in fase di formazione, e ogni evento ha un ruolo fondamentale nel plasmare il nostro io. Questo periodo comprende l’età dai quattordici ai vent’anni, ed è ampiamente esplorato dal cinema, che ama raccontare e indagare i giovani, le loro emozioni, i sentimenti e le loro paure interiori, come l’incertezza per il proprio futuro. Questo filone drammaturgico è comunemente associato al genere teen-drama, che spazia dalla commedia al romanticismo fino ad abbracciare trame narrative più intense e drammatiche.

“Noi anni luce” fa parte di questo genere, rappresentando un teen-drama dramedy che sapientemente unisce elementi di commedia e dramma per regalarci una storia ricca di emozioni e sentimenti autentici. L’opera prima di Tiziano Russo rientra in un sottogenere del teen-drama, ossia i rom-com adolescenziali a tema malattia, che ha avuto un importante sviluppo narrativo dagli anni 2000, soprattutto dal 2010, con numerosi film e serie che mostrano giovani che vivono a stretto contatto con gravi malattie. Alcuni esempi di questo sottogenere includono “I passi dell’amore” (A Walk to Remember) del 2002, “L’amore che resta” (2011), “Colpa delle stelle – The Fault in Our Stars” (2014), “Quel fantastico peggior anno della mia vita” (2015), “A un metro da te” (2019) e “Il sole a mezzanotte” (2018). “Noi anni luce” si inserisce in questa tradizione narrativa, in cui l’obiettivo è narrare la malattia e la morte con toni leggeri, intrecciando la storia in un’atmosfera di commedia romantica e formazione.

Nel film di Tiziano Russo, abbiamo due giovani, Elsa ed Edo, che soffrono di leucemia. La loro malattia è un elemento fondamentale del lungometraggio, ma i due personaggi non ci vengono, giustamente, definiti dalla malattia stessa. La leucemia è solo un pretesto narrativo per avviare la storia, per dar vita a una sorta di viaggio di formazione dalle tinte road movie. Elsa ed Edo intraprendono un viaggio che li porta a scoprire se stessi, soprattutto per Elsa. La sceneggiatura esplora i desideri, le insicurezze, le paure e le illusioni della giovane protagonista, interpretata con grande capacità da Carolina Sala, che riesce a trasmettere il carattere e le emozioni del suo personaggio. ll viaggio per Elsa è un modo per scoprire le sue stesse radici ma anche per scoprire una parte di lei che ancora non conosceva, il tutto grazie a Edo, un ragazzo estroverso e irriverente, molto diverso da quello che è la diciassettenne. Sarà proprio lui a incoraggiarla ad affrontare un’azione che non ha mai compiuto prima: scappare di casa per intraprendere un’avventura, orientata alla ricerca del padre scomparso, un viaggio che sarà permeato dall’estate, dall’amore e dalla speranza, poiché solo suo padre potrà salvarla dalla morte.

Se la scrittura del personaggio femminile è interessante, non altrettanto si può dire per Edo. Inizialmente sembra un personaggio intrigante, ma ben presto appare come un personaggio stereotipato e piuttosto banale nel suo sviluppo. Il pubblico riesce a comprendere il suo sviluppo narrativo abbastanza rapidamente, dopo una ventina di minuti da inizio film sappiamo già dove la storia andrà a parare, almeno riguardo a lui. Tuttavia, il vero punto debole del film risiede altrove: nella sceneggiatura. Sebbene i dialoghi funzionino abbastanza bene, lo sviluppo della trama appare poco credibile, con i personaggi che riescono a scoprire l’ubicazione del padre di Elsa con eccessiva facilità, soprattutto considerando la natura del genitore della ragazza. Anche il ricongiungimento tra Elsa e sua madre appare poco realistico, rappresentando un evento assolutamente inverosimile. Se si fosse prestata maggiore attenzione a questa parte, che risulta un po’ troppo surreale e quasi comica, il film avrebbe raggiunto un maggior prestigio narrativo.

Il romanticismo in Noi anni luce
Il romanticismo in Noi anni luce

In conclusione

La pellicola cinematografica in questione si dimostra un prodotto in grado di intrattenere grazie a una regia efficace e a un buon ritmo, che riesce a bilanciare abilmente il dramma e la commedia romantica. Tuttavia, l’opera tende a somigliare più a un film televisivo che a un film cinematografico, soprattutto a causa di uno sviluppo drammaturgico poco funzionale e credibile. Invece la regia del film risulta coinvolgente e ben eseguita, seppur senza particolari virtuosismi autoriali. La regia si dimostra abile a mantenere alta l’attenzione degli spettatori attraverso una gestione sapiente delle emozioni e delle situazioni. Il ritmo della narrazione è ben calibrato, consentendo al film di fluire senza momenti di stasi o noia.

Nonostante questi pregi, l’opera soffre di una trama e di una caratterizzazione dei personaggi che sembrano più adatte a un prodotto televisivo. La mancanza di profondità nello sviluppo dei personaggi secondari e maschili e di alcune situazioni, rende alcune parti del film poco credibili e poco coinvolgenti. Gli eventi sembrano svilupparsi in modo forzato e poco realistico, diminuendo l’impatto emotivo che avrebbero potuto avere. Inoltre, la natura leggera e romantica del film sembra mascherare il vero potenziale drammatico della storia. La malattia dei protagonisti, pur essendo un elemento centrale della trama, sembra essere trattata in modo superficiale, perdendo l’occasione di approfondire le complessità e le emozioni connesse a un tema così delicato.

In definitiva, “Noi anni luce” si rivela come un film capace di intrattenere grazie alla sua regia efficace e al ritmo coinvolgente. Tuttavia, la mancanza di profondità nello sviluppo drammaturgico e la scarsa enfasi sul tema della malattia impediscono al film di raggiungere il pieno potenziale.

Note positive

  • Interpretazione di Carolina Sala
  • Ritmo narrativo

Note negative

  • La figura del padre e il suo ritrovamento 
  • La storia può risultare banale, soprattutto riguardo Edo
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