Mimì. Il Principe delle Tenebre (2023). Tra vampirismo e Freaks

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Trailer di Mimì. Il Principe delle Tenebre

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Nato e cresciuto nel cuore di Roma, Brando De Sica, con illustri radici familiari nel mondo del cinema, ha avuto un inizio promettente come attore, ma ha poi deciso di dedicarsi completamente alla regia. Il suo percorso accademico lo ha portato alla laurea presso la USC – University of Southern California, School of Cinematic Arts, un momento formativo cruciale per la sua carriera. Dopo il ritorno in Italia, ha lavorato come assistente regista con Pupi Avati in “Una sconfinata giovinezza” e ha contribuito come sound designer al film di Matteo Garrone, “Pinocchio“. La sua transizione nel mondo della regia è stata gradualmente delineata da una lunga esperienza nella direzione di pubblicità e cortometraggi, portando alla creazione di opere riconosciute come “L’errore”, vincitore del Nastro d’Argento e candidato al David di Donatello, “Non senza di me”, nominato al Globo d’oro, e “Aria”, premiato al Fantafestival e a Giffoni.

Il suo esordio nel lungometraggio arriva con “Mimì. Il Principe delle Tenebre“, un film selezionato per il Festival di Locarno nel 2023. Quest’opera ha attraversato un percorso di festival prestigiosi, ricevendo riconoscimenti come la Menzione Speciale per la Miglior Fotografia al itges (International Fantastic Film Festival) e ha partecipato a importanti festival del genere sia in America, come il Scream Horror Film Festival di Los Angeles, sia in Italia, tra cui Lucca Comics & Games, Piccolo Grande Cinema in collaborazione con Noir in Festival, Catania Film Fest e Ravenna Nightmare Festival. La pellicola è attesa con grande attenzione nei cinema italiani a partire dal 16 novembre 2023, distribuita grazie a Luce Cinecittà.

Trama di Mimì. Il Principe delle Tenebre

Mimì, un adolescente cresciuto in un orfanotrofio senza mai conoscere la sua vera famiglia, affronta quotidianamente sfide dolorose a causa della deformità ai suoi piedi, diventando bersaglio di bullismo da parte di teppisti locali e piccoli criminali. La sua vita trova un rifugio nella pizzeria dove lavora a Napoli, stabilendo legami profondi con il proprietario, una figura paterna premurosa, e con una prostituta transgender che si prende cura di lui come una madre. Un incontro notturno cambia il corso delle cose: Mimì si imbatte in Carmilla, una giovane convinta di essere discendente del Conte Dracula per parte di madre. Nonostante la mancanza di conoscenza di Mimì riguardo a Dracula, Nosferatu e il mondo dei racconti gotici, si lascia coinvolgere dalle leggende vampiriche, in particolare da un’antica credenza che colloca la sepoltura di Dracula proprio a Napoli. Nasce così una relazione rocambolesca e inaspettata tra Mimì e Carmilla, intrisa di un’atmosfera gotica e romantica, ma carica di conseguenze impreviste, soprattutto per il giovane Mimì. La storia d’amore si intreccia con un mondo oscuro e misterioso, portando Mimì a esplorare territori inesplorati e a confrontarsi con dilemmi e segreti che potrebbero trasformare radicalmente la sua vita.

Domenico Cuomo e Sara Ciocca in Mimì. Il Principe delle Tenebre (2023)
Domenico Cuomo e Sara Ciocca in Mimì. Il Principe delle Tenebre (2023)

Recensione di Mimì. Il Principe delle Tenebre

Brando De Sica, da sempre appassionato del genere horror, ha tratto ispirazione dalle radici classiche del cinema dell’orrore, da capolavori come “Nosferatu il vampiro” (1922) e “Freaks” (1932), oltre ai celebri film sui mostri della Hammer degli anni ’30, come “Dracula” (1931), “Frankenstein” (1931), “L’uomo Lupo” (1941), “Il dottor Jekyll e Mr. Hyde” (1941) e “Il mostro della laguna nera” (1954). Queste pellicole spesso esploravano il concetto che il “Mostro” non è sempre ciò che sembra essere. Con il suo film “Mimì. Il principe delle Tenebre”, De Sica si rivolge apertamente a questa tradizione, riprendendo elementi stilistici e tematici, omaggiando la componente B-Movie dell’horror del passato. Tuttavia, De Sica non si limita a una mera riproposizione degli archetipi del genere. L’autore, pur mantenendo l’essenza dell’horror, rifiuta la tradizionalistica narrazione sui vampiri, diventando autore del suo tempo. Il film si immerge in dinamiche narrative intriganti che attraversano vari generi cinematografici, dal coming of age al drammatico, fino a intrecci legati al tema della vendetta. Pur restando fedele al cuore dell’horror, con la sua natura cruenta e sopra le righe, “Mimì. Il principe delle Tenebre” sorprende lo spettatore con una storia che si distingue per la sua originalità, lontana dalla banalità e dalla prevedibilità. Il finale, in particolare, rivela un climax eccellente, lasciando lo spettatore incollato allo schermo, immerso in una scoperta avvincente e inaspettata, che dona nuove tematiche e sfumature di significato all’intero racconto.

De Sica si avvicina al genere che ama con “Mimì. Il principe delle Tenebre”, attingendo a molteplici spunti narrativi, tematici e visivi senza cadere in un estremo rétro. Il film presenta numerose citazioni da opere che il regista adora, come “Nosferatu” (1922) di Friedrich Wilhelm Murnau, persino inserendo una sua sequenza, sottolineando l’amore di De Sica per questo lungometraggio. Dal punto di vista narrativo, il film si rifà anche a “Freaks” di Tod Browning e al “Frankenstein” di James Whale, soprattutto nell’approccio al tema del Mostro e nella creazione estetica dei piedi deformi di Mimì. Il viaggio di Mimì è una discesa nell’inferno, simile a Frankenstein: un ragazzo ingenuo, all’inizio puro, che si trova a fronteggiare un mondo crudele e disumano. La scena nella pizzeria, dove viene brutalmente picchiato e insultato, evidenzia la sua vulnerabilità e la sua metamorfosi progressiva da vittima a aggressore, un processo reso più evidente dall’etichetta di “Mostro” che gli viene affibbiata. Carmilla, d’altra parte, rappresenta la femme fatale della storia, un personaggio misterioso e intrigante che agisce come catalizzatore per il cambiamento di Mimì. La sua presenza sconvolge Mimì interiormente, spingendolo a sperimentare emozioni contrastanti, dall’amore iniziale all’odio successivo. Il personaggio di Carmilla, ben scritto e avvolto da un alone di mistero, viene esplorato in profondità solo nel finale, fornendo un quadro tridimensionale di chi sia realmente.

Il casting di “Mimì. Il principe delle Tenebre” è un punto di grande successo, merito del casting director che ha saputo individuare attori perfetti per i rispettivi ruoli. Domenico Cuomo, interpretando Mimì, è assolutamente convincente, ma è soprattutto la giovanissima Sara Ciocca, nata nel 2008, a brillare, dando vita a un femme fatale che il cinema italiano non ha mai visto prima. La sua performance è testimone della sua eccezionale abilità, soprattutto quando ben diretta. Oltre a loro, Mimmo Borrelli e Abril Zamora, seppur in ruoli marginali, dimostrano la loro abilità attoriale, conferendo profondità a personaggi spesso poco sviluppati dalla sceneggiatura.

Domenico Cuomo in Mimì. Il Principe delle Tenebre (2023)
Domenico Cuomo in Mimì. Il Principe delle Tenebre (2023)

In conclusione

“Mimì. Il Principe delle Tenebre” si distingue per la sua versatilità narrativa, la scelta impeccabile del cast e il ricco omaggio al cinema horror classico. Nonostante alcuni personaggi avrebbero potuto essere approfonditi ulteriormente, il film offre un viaggio avvincente attraverso la trasformazione di Mimì e la misteriosa figura di Carmilla, regalando un’esperienza coinvolgente agli amanti del genere.

Note Positive:

  • Ricco omaggio al cinema horror classico: De Sica si ispira in modo tangibile ai capolavori del cinema horror classico, offrendo una narrazione che spazia da diversi generi, impreziosita da citazioni e omaggi che deliziano gli appassionati del genere.
  • Scelta degli attori: Il cast è impeccabile, con Domenico Cuomo interpretando magistralmente il protagonista Mimì e la giovane Sara Ciocca dando vita a un femme fatale memorabile, dimostrando un talento eccezionale a una così giovane età.
  • Narrativa multidimensionale: La trama si sviluppa attraverso dinamiche narrative complesse, offrendo un viaggio introspettivo per Mimì, che passa da innocente a una figura complessa e tormentata, influenzato dal personaggio enigmatico di Carmilla.

Note Negative

  • Profondità dei personaggi secondari: Sebbene i personaggi marginali siano ben interpretati, alcuni avrebbero potuto beneficiare di una maggiore profondità nella caratterizzazione per arricchire ulteriormente la trama.
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