Olga (2021). Una storia di coraggio tra Svizzera e Ucraina ai tempi dell’Euromaidan

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Locandina del film Olga

Olga

Titolo originale: Olga

Anno: 2021

Nazione: Francia, Ucraina, Svizzera

Genere: drammatico

Casa di produzione: Point Prod, Cinémadefacto, Radio Télévision Suisse

Distribuzione italiana: Wanted Cinema

Durata: 87′

Regia: Elie Grappe

Sceneggiatura: Elie Grappe, Raphaëlle Desplechin

Fotografia: Lucie Baudinaud

Montaggio: Suzana Pedro

Musiche: Pierre Desprats

Attori: Anastasia Budiashkina, Sabrina Rubtsova, Caterina Barloggio, Thea Brogli, Tanya Mikhina, Jérôme Martin, Alicia Onomor., Lou Steffen, Alexandr Mavrits

Trailer di Olga

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Il regista Elie Grappe ha presentato a Cannes nel 2021 nella Semaine de la Critique Il film “Olga”, che ha vinto il Premio SACD. Alla Festa del Cinema di Roma dello stesso anno, la pellicola, che ha ricevuto una menzione speciale e nel 2022, ha rappresentato la Svizzera (tra i paesi co-produttori) negli Oscar 2022 per la categoria Miglior Film internazionale. Al centro della vicenda (liberamente ispirata a una storia vera) il movimento popolare Euromaidan del 2013 che ha portato in piazza il popolo ucraino a favore di un ingresso del paese nella Unione europea.

Trama di Olga

Siamo nel 2013, poco prima dell’Euromaidan rivoluzione Ucraina contro il presidente Victor Janukovyc. Olga ha quindici anni ed è una promessa della ginnastica. Mentre la madre giornalista lotta per il suo paese, la figlia va in Svizzera, dove entra nella squadra elvetica per disputare i campionati Europei in vista delle successive Olimpiadi. Tra mille difficoltà, la ragazzina dovrà trovarsi una sua identità e decidere da che parte stare.

Lo sport in Olga (2021)
Lo sport in Olga (2021)

Recensione di Olga

Da sempre lo sport è stato usato nella settima arte come medium per raccontare metaforicamente la vita e le sue difficoltà.  Questo è il caso di “Olga” primo lungometraggio di Elie Grappe, giovane cineasta francese da diversi anni in Svizzera. Ne è protagonista Olga (Anastasia Budiashkina) adolescente ucraina che sogna di partecipare ai campionati europei di ginnastica artistica in vista delle prossime Olimpiadi. A causa della madre giornalista in conflitto con il potere, la ragazza è costretta a scappare in Svizzera, di cui il padre era cittadino riuscendo a entrare nella squadra nazionale. Grappe ci parla fondamentalmente di un’anima divisa in due: da una parte l’amore per la disciplina sportiva e l’ambizione personale, dall’altra la voglia di sostenere il movimento politico del suo paese“Euromaydan” nato nel 2013, che solo un anno dopo andrà a sfociare nella violenta “rivoluzione di Maidan (o anche della dignità) ”.  Il bilancio dei duri scontri a Kiev in piazza tra le forze governative e i protestanti fu di più di cento morti, molti feriti e arresti massicci. Per porre fine ai disordini, il presidente filorusso Victor Janukovyc fuggì in Russia e dopo il ripristino della Costituzione del 2004 e un governo provvisorio si andò a elezioni anticipate.

Tutta la narrazione passa attraverso lo sguardo di Olga, molto concentrata nei suoi allenamenti quotidiani notturni in solitaria e i contatti  via Skype non facili con la madre in perenne pericolo di vita e le sue ex compagnie di squadra. Lei si sente fuori posto tra le sue compagne di squadra e in genere nel paese che l’ha accolta, non a caso neutrale per definizione.  Usando uno stile quasi documentaristico, il regista propone allo spettatore vere immagini degli scontri prese direttamente da YouTube, che si vanno continuamente a sovrapporre fredde con quelle della palestra svizzera. 

I colori sono freddi, come i paesaggi invernali, dove corre la ragazza sempre da sola. Le scene di allenamento sono assolutamente rigorose e molto ben fatte, del resto tutto il cast (sia quello ucraino sia quello elvetico) è composto di ginnaste professioniste, Anastasia Budiashkina in primis. Alla sua prima prova attoriale, lei regge benissimo lo schermo e riesce senza mai strafare a entrare nel personaggio. Molto brave anche le altre ragazze, che s’integrano (senza mai farlo nel plot) con la Budiashkina. Non è comunque la prima volta che Grapp si cimenta con lo sport e la danza, visto che il suo corto “Sospeso” del 2015 aveva come protagonista un giovane danzatore alle prese con un provino. Anche il personaggio di Olga è in realtà ispirato ad una violinista ucraina riparata in Svizzera, che il regista ha diretto in un documentario sul conservatorio.

Il formato scelto dal regista è, non casualmente, il 16:9 e  c’è un uso frequente di primi piani della protagonista e delle sue giovani compagne. Tutto questo, ottimo montaggio compreso, rende “Olga” un ottimo film per comprendere gli avvenimenti precedenti  alla attuale guerra tra Russia e Ucraina. 

Fotogramma di Olga (2021)
Fotogramma di Olga (2021)

In conclusione

l’opera prima di Elie Grappe è un film che riesce nella sua semplicità a far arrivare allo spettatore la complessità della situazione politica ucraina dal (2014) anno d’inizio della guerra del Donbass tra le forze separatiste e dello stato ucraino e le forze governative.

Note positive

  • vere ginnaste nel cast

Note negative

  • nessuna
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