Paws of Fury – La leggenda di hank (2022). Rivisitazione di Mezzogiorno e mezzo di fuoco

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Locandina di Paws of fury – La leggenda di hank

Paws of Fury – La leggenda di hank

Titolo originale: Paws of Fury: The Legend of Hank

Anno: 2022

Nazioni: Regno Unito, Stati Uniti d’America, Cina

Genere: Animazione, Commedia

Casa di produzione: Flying Tigers Entertainment, Align, GFM Animation, HB Wink Animation, Aniventure, Cinesite

Distribuzione: Sky Cinema

Durata: 98 minuti

Regia: Rob Minkoff, Mark Koetsier, Chris Bailey

Sceneggiatura: Ed Stone, Nate Hopper, Mel Brooks, Norman Steinberg, Andrew Bergman, Richard Pryor, Alan Uger (basato sulla storia di Andrew Bergman e sul film “Blazing Saddles”)

Fotografia: Olaf Skjenna (layout)

Montaggio: Michael Andrews

Musiche: Bear McCreary

Doppiatori: Michael Cera, Ricky Gervais, Mel Brooks, George Takei, Aasif Mandvi, Gabriel Iglesias, Djimon Hounsou, Michelle Yeoh, Samuel L. Jackson

Trailer di Paws of Fury – La leggenda di hank

Informazioni sul film e dove vederlo in s streaming

Il film “Paws of Fury – La leggenda di Hank”, una divertente rivisitazione animata di “Mezzogiorno e mezzo di fuoco” di Mel Brooks, viene trasmesso in prima visione su Sky. La pellicola, prodotta da Sky Original, va in onda in esclusiva su Sky Cinema Uno domenica 15 ottobre alle 21.15 (alle 21.45 anche su Sky Cinema Family) e sarà disponibile in streaming su NOW, oltre che on demand. Su Sky, il film sarà anche disponibile in 4K. Questa commedia d’azione per tutta la famiglia vanta, nella versione italiana, la voce di Federico Buffa tra i doppiatori principali. Nel cast originale, troviamo Michael Cera nel ruolo di Hank, Samuel L. Jackson interpreta un maestro di arti marziali, Ricky Gervais dà voce al cattivo del film e Mel Brooks è la voce dell personaggio Shogun.

Alla regia di questo lungometraggio d’animazione ci sono nomi illustri del mondo dell’animazione: Chris Bailey, noto per gli effetti speciali in “X-Men 2” e l’animazione di “Oliver & Company” nel 1988; Mark Koetsier, animatore di film come “Big Hero 6” (2014), “Il gatto con gli stivali” (2011) e “Kung Fu Panda” (2008); e Rob Minkoff, regista del classico Disney “Il re Leone” (1994), “Stuart Little – Un topolino in gamba” (1999), “La casa dei fantasmi” (2003), “Ecco Roger Rabbit!” (1996) e “Mr. Peabody e Sherman”.

L’idea per questo progetto è nata nel 2010 dal produttore Yair Landau con il titolo “Blazing Samurai”, in risposta alla tendenza di occidentalizzare i film asiatici. Dopo sviluppi nel 2014 e nel 2016 con Mass Animation e Open Road Films, il film è stato riannunciato nel novembre 2019 quando Aniventure è entrato come nuovo studio di produzione, con l’uscita prevista per il 2021. A causa della pandemia di COVID-19, gran parte dell’animazione finale è stata realizzata a distanza, così come alcune registrazioni vocali. La première di “Paws of Fury: The Legend of Hank” si è tenuta a Los Angeles il 10 luglio 2022 ed è stato distribuito negli Stati Uniti il 15 luglio 2022 da Paramount Pictures con il marchio Nickelodeon Movies, mentre nel Regno Unito è uscito il 22 luglio 2022 su Sky Cinema.

Trama di Paws of Fury – La leggenda di Hank 

In una terra dal sapore del Giappone feudale, abitata esclusivamente da gatti, il felino somalo Ika Chu ha un sinistro piano: distruggere l’antica città di Kakakmucho. Qual è il suo movente? Desidera che il suo palazzo abbia una vista mozzafiato, e per ottenerla deve abbattere completamente Kakakmucho. Ika Chu è determinato ad annientare la città in fretta, prima che l’alto Shogun del paese, per il quale lavora, venga in visita al suo palazzo. Tuttavia, c’è un problema: gli abitanti di Kakakmucho non hanno intenzione di fuggire dalla loro città. Per far scomparire Kakakmucho dalla mappa, Ika Chu tenta in ogni modo di vincere la battaglia, arrivando perfino a incaricare dei temibili ninja per dare il via alla sua impresa. Ma quando lo Shogun di Kakakmucho incarica proprio Ika Chu di trovare un nuovo samurai per proteggere la città, la situazione prende una piega inaspettata. Ika Chu decide di affidare l’incarico a una persona assolutamente incompetente: Hank, un prigioniero segugio che è stato condannato a morte nella terra dei gatti, dove era emigrato. Hank accetta l’incarico e si reca a Kakakmucho, ignaro del fatto che i cani non siano ben visti in quella città; anzi, sono banditi, diffatti in questa terra i gatti odiano, profondamente, i cani. Sarà compito di Hank trovare il modo per guadagnarsi la fiducia dei cittadini di Kakakmucho e proteggerli dalla crescente minaccia di Ika Chu, sempre più agguerrita.

Hawk in Paws of fury – La leggenda di hank
Hawk in Paws of fury – La leggenda di hank

Recensione di Paws of Fury – La leggenda di Hank 

Siamo lontani dai fasti della grande animazione. “Paws of Fury – La leggenda di Hank” è indubbiamente una valida pellicola per i più piccoli, sapendo intrattenere con un mix interessante di ironia, dramma e azione, il tutto con un sapore orientale che richiama i film d’arte marziale e di samurai. Tuttavia, la pellicola avrebbe potuto offrire di più, specialmente considerando la regia di due grandi nomi come Chris Bailey e Rob Minkoff, noti per opere di spessore come “Oliver & Company” (1988) e “Il Re Leone” (1996). Questi film hanno sempre puntato sull’aspetto visivo dell’animazione, affiancato da sofisticate sceneggiature adatte a un pubblico di tutte le età.

Il principale difetto di “Paws of Fury – La leggenda di Hank” è il fatto che sembra essere rivolto esclusivamente a un pubblico molto giovane, anche se, probailmente, l’intenzione non era questa da parte degli sceneggiatori, viste le numerose citazioni immesse all’interno della pellicola. Nonostante gli intenti iniziali, gli spettatori più maturi potrebbero avere difficoltà a entrare nella trama a causa di una scrittura piuttosto didascalica riguardo ai personaggi, che risultano essere delle macchiette stereotipate di personaggi già ampiamente utilizzati in film che trattano arti marziali e combattimenti. In un certo senso, questa ricerca di personaggi macchietta potrebbe essere stata una scelta degli sceneggiatori, poiché durante il film, questi caratteri intrattengono un gioco metacinematografico con lo spettatore più adulto. Ci sono numerosi momenti in cui i personaggi rompono la quarta parete, giocando con i canoni degli archetipi narrativi associati al “Viaggio dell’eroe” di Christopher Vogler, spiegando in modo esplicito la struttura narrativa che sta dietro alla creazione di storie sull’addestramento di un personaggio incapace che deve acquisire nuove abilità o sul rapporto tra allievo e maestro. Questi riferimenti includono citazioni dirette a film come “Guerre Stellari” e ai classici d’animazione Disney, come “Hercules” e “Mulan”.

Accanto a questo gioco narrativo, la sceneggiatura di “Paws of Fury – La leggenda di Hank” si rifà espressamente a “Blazing Saddles”, la commedia nera western del 1974 diretta da Mel Brooks, che aveva impostato la storia entro i contorni della satira, elemento che Paws of Fury – La leggenda di Hank tenta di rifare suo ma senza grande successo. Nel lungometraggio di Mel Brooks, una piccola città di Rock Ridge è minacciata dalla costruzione di una ferrovia, con il malvagio magnate Hedley Lamarr che intende far scacciare gli abitanti di Rock Ridge per acquistare le terre a basso prezzo. Per compiere questa missione, Lamarr assume Bart, un astuto e intelligente ex sceriffo di colore, ingiustamente accusato di vari crimini, per seminare il caos nella città. In “Paws of Fury – La leggenda di Hank”, la struttura della trama è simile, ma con alcune variazioni. Il personaggio di Lamarr diventa Ika Chu, e il suo obiettivo muta nel bisogno di avere una bella veduta panoramica dal suo palazzo, un dettaglio che appare piuttosto ridicolo. La presentazione del protagonista, Hank, è piuttosto distante da quella di Bart. L’unico elemento in comune tra i due è la loro diversità: Bart è un nero in un mondo di bianchi, mentre Hank è un cane in un mondo di gatti. Questo permette ai due film di esplorare tematiche antirazziste. Quando Hank arriva nel villaggio, viene quasi ucciso a causa della sua natura di cane. Sta a lui conquistare il suo posto dimostrando come cani e gatti, sebbene diversi, possano vivere insieme in totale sintonia. Anche Bart scopre che il razzismo e la discriminazione sono all’ordine del giorno nella sua situazione. Tuttavia, con il suo spirito indomito e il suo senso dell’umorismo, inizia a guadagnarsi la fiducia degli abitanti. Un’altra similitudine importante tra le due storie è la trasposizione del personaggio dell’ex sceriffo Waco Kid, caduto in disgrazia e divenuto un alcolizzato nel film originale, che nel cartone diventa il samurai Jimbo, anch’esso alcolizzato e privo di speranza per il futuro. Tuttavia, nel prosieguo della trama, le due pellicole si discostano abbastanza, specialmente nel rapporto tra Jimbo e Hank.

A livello visivo, il film è stato realizzato con l’uso della computer grafica, donando alla pellicola una tinta luminosa e colorata. Molti elementi visivi del film richiamano gli stili dell’animazione e delle scenografie di “Kung Fu Panda”, ma la qualità visiva di “Paws of Fury” risulta inferiore. Mentre l’animazione per la maggior parte non è così accattivante, soprattutto per quanto riguarda la resa tridimensionale dei personaggi, poco dettagliati, si può notare un miglioramento tecnico durante i flashback narrativi e nella scena introduttiva. Se questo stile più particolareggiato fosse stato adottato per l’intera durata della pellicola, il risultato sarebbe stato indubbiamente migliore.

L'allenamento in Paws of fury – La leggenda di hank
L’allenamento in Paws of fury – La leggenda di hank

In conclusione

“Paws of Fury – La leggenda di Hank” offre intrattenimento per i più giovani, con un mix di ironia, dramma e azione che richiama i film d’arte marziale e dei samurai. Tuttavia, la pellicola non riesce a raggiungere l’alto standard stabilito dai registi Chris Bailey e Rob Minkoff, noti per opere come “Oliver & Company” e “Il Re Leone”.

Note Positive:

  • Intrattenimento per i più piccoli con un mix di generi.
  • Omaggio all’arte marziale e al cinema dei samurai.
  • Gioco metacinematografico e riferimenti a opere cinematografiche famose.

Note Negative:

  • Scrittura dei personaggi didascalica e stereotipata, poco coinvolgente per gli spettatori più grandi.
  • Tentativo di emulare la satira di “Blazing Saddles” senza successo.
  • Qualità visiva altalenante con una miglioria nelle scene introduttive e nei flashback.
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