Un Altro Ferragosto (2024). Ritorni “sul delirio del mare”

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Trailer di Un Altro Ferragosto

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Arriva dal 7 Marzo 2024 nelle sale italiane (distribuito da 01 Distribution) “Un Altro Ferragosto”, atteso sequel di quel “Ferie d’Agosto” che nel ’96 riuscì a imporsi come cult dipingendo lo scontro sociale fra Mazzalupi e Molino. Paolo Virzì (La Pazza Gioia, Siccità) dopo 28 anni torna sull’Isola di Ventotene per raccontare il proseguo delle storie di quei personaggi. Il film, come il primo, è arguto e cinico eppure attraversato da una malinconia e da atmosfere crepuscolari molto più forti di allora. Questo seguito è dunque tante cose: un atto d’amore a quei personaggi così imperfetti e così umani, l’ipotesi di riscatto di certe sconfitte, la presa d’atto che “c’eravamo tanto odiati”, in ultimo il racconto, attimo per attimo e volto per volto, di due famiglie e tante storie.

Trama Un Altro Ferragosto

In una sera d’agosto di quel 1996, nella casa di Ventotene dove il giornalista Sandro Molino trascorreva le vacanze, la sua compagna Cecilia gli rivelò di essere incinta. Oggi Altiero Molino è un ventiseienne imprenditore digitale che torna a Ventotene col marito fotomodello per radunare i vecchi amici intorno al padre malandato e regalargli un’ultima vacanza. Ma i Molino non si aspettavano di trovare l’isola in fermento per il matrimonio di Sabry Mazzalupi col suo fidanzato Cesare: la ragazzina goffa figlia del bottegaio romano Ruggero, è diventata una celebrità dei social e le sue nozze sono un evento mondano che attira i media e anche misteriosi emissari del nuovo potere politico. Due tribù di villeggianti, due Italie apparentemente inconciliabili, destinate ad incontrarsi di nuovo a Ferragosto, per una sfida stavolta definitiva.

La famiglia Molino al matrimonio Mazzalupi
La famiglia Molino al matrimonio Mazzalupi

Recensione Un Altro Ferragosto

Tornare a Ventotene. “Fra le acque di un’isola antichissima” (citando Gigio Alberti nel primo film) si sono specchiati secoli di storia e diversi miti: da Giulia, figlia dell’imperatore Augusto, esiliata per adulterio ai confinati politici ai tempi del fascismo (fra cui Altiero Spinelli ed Eugenio Colorni che lì insieme ad altri padri fondatori dell’Unione Europea scrissero e firmarono il “Manifesto di Ventotene“, prima idea di Europa unita). N.B: nel film viene a più riprese citata anche Ursula Hirhsmann, moglie di Colorni che, non soggetta a misure restrittive, tornando spesso sulla terraferma fu fondamentale per la diffusione di quelle idee.

Quei luoghi e quelle spiaggie molti decenni dopo sono state attraversate dai Molino e dai Mazzalupi in un estate che, a suo modo, anch’essa si è trasformata in mito. Indimenticabili le loro avventure, ormai intimamente legate all’Isola, ai suoi vicoli, alle sue spiagge. Come riavvicinare quindi quel mito?

È nei primi minuti che Virzì mette in atto la prima e fortissima intuizione cinematografica del sequel: Altiero Molino (ricco figlio di Sandro: Silvio Orlando) si avvicina all’Isola in motoscafo, la colonna sonora di quel momento è un Remix delle frasi più “celebri” del primo film (in gran parte tratte dal litigio serale fra Sandro Molino e Ruggero Mazzalupi). Un Remix su musica dance/pop delle frasi pronunciate quasi trent’anni prima con tanta veemenza da ognuno per i propri ideali. Virzì ci sta forse dicendo che “la storia si ripete sempre due volte, la prima come tragedia e la seconda come farsa”? Più che una critica ai personaggi si tratta di una critica al tempo. Intuizione cinica eppure pop: geniale. Non abbiamo nemmeno più ideali, siamo in un mondo di influencer che vendono il nulla e decantano il vuoto. In breve lo scontro sociale si riavvia, Altiero finito sull’isola per regalare un ultimo Ferragosto (titolo originario, forse troppo funereo e quindi scartato) al malato e stanco padre Sandro Molino si ritrova a condividere di nuovo il “campo da gioco” con la brigata Mazzalupi. L’isola è infatti in fermento, fra eccentrici influencer ed arrampicatori sociali, per quello che si prospetta essere l’evento dell’estate.

Sabrina Mazzalupi (Anna Ferraioli Ravel nel ruolo che fu di Vanessa Marini) sta infatti per sposarsi col fascistone Cesare (Vinicio Marchionni). Sabrina è oggi un influencer che pubblicizza prodotti per unghie e make-up, pronta a entrare in politica (su suggerimento di altri). Un matrimonio che la prepara forse ad una vita infelice, o almeno questo è il pensiero di Zia Marisa (Sabrina Ferilli) che, accompagnata dal suo nuovo fidanzato (l’ingegnere Masciulli interpretato da Christian De Sica) sembra non accogliere di buon grado il matrimonio.

Il matrimonio di Sabri Mazzalupi (Anna Ferraioli Ravel) con Ruggero (Vinicio Marchionni) è l'evento dell'estate a Ventotene
Il matrimonio di Sabri Mazzalupi (Anna Ferraioli Ravel) con Ruggero (Vinicio Marchionni) è l’evento dell’estate a Ventotene

Tutti qui, ancora una volta a Ventotene insomma: ed è in questo “safari umano” che Virzì dimostra tutta la sua capacità da direttore d’orchestra. Il film si rileva essere un intelligentissimo caleidoscopio di un paese culturalmente allo sbando (molto più oggi che nel’96) ma a cui non si può smettere di voler bene. La macchina da presa di Virzì si muove sinuosamente fra volti e cose (notevole l’impiego di macchina a mano e di vari carrelli) mostrandoci quella decadenza emotiva che tanto sembra affascinarlo (“siamo una famiglia di infelici” diceva in fondo Sabry Mazzalupi nel primo film, e forse non si sbagliava).

Anche Ventotene è cambiata da allora, nonostante mantenga il suo fascino millenario e imperituro. L’occhio di Virzì la ritrae come imperturbabile, teatro silente ma sempre pronto ad ascoltare turbamenti e passioni di chi la abita. Molti i momenti malinconici, e non solo per Sandro, ormai preda di deliri in cui crede di ritrovarsi con Spinelli ai tempi del confino (scene in bianco e nero, anche queste molto ispirate) ma per tutti i personaggi che hanno affollato questo dittico che si sviluppa su trent’anni, una saga familiare e storica che continua a raccontarci l’Italia e le sue contraddizioni.

Sul set di Un Altro Ferragosto
Sul set di Un Altro Ferragosto

In conclusione

Se il primo film si sviluppava attraverso una semplicità registica e anche “una freschezza” di pensiero incredibile, “Un Altro Ferragosto” è il controcanto di quella storia. Complesso, registicamente strutturato, funereo e malinconico. Eppure c’è anche qui tantissima carica e vitalità pop: si citano ad esempio la bellissima scena dell’intenso bacio omosessuale sulle note di ITALODISCO, durante cui Virzì dimostra tutta la sua forza che attraverso registri anche apparentemente pop non ha paura del gesto di “mostrare”, o ancora la sfarzosa e complessa scena della festa (con un notevolissimo impiego del carrello), in cui fra balli sfrenati e musiche martellanti sembra andare in scena una resa dei conti. Non tanto fra i personaggi ma una resa dei conti col destino stesso, un “altro ferragosto” che fino alle albeggianti e chiare luci della mattina non condurrà forse a una conclusione netta ma è in fondo nelle interruzioni che sta la vita (e Virzì lo sa bene, d’altronde già il primo film nel finale dichiarava i suoi personaggi profondamente irrisolti).

Un Altro Ferragosto è tantissime cose, tanti piccoli momenti, diretti da un regista che ha chiarissima visione e capacità di messa in scena e direzione attoriale (gli interpreti son tutti straordinariamente in parte). E noi siamo qui, dopo trent’anni ancora a Ventotene, ancora con Molino e Mazzalupi, ancora a esprimere desideri alle stelle cadenti, ancora sognando una Libertà che su quel mare sembra così vicina.

“Non ci prendono più”

Sandro Molino

Note positive

  • Virzì è un direttore d’orchestra esperto e sapiente, la sua regia ci accompagna con grazia fra volti e storie
  • Il cast è perfettamente in parte, restituendo quella varietà umana che tanto caratterizzava il primo film.
  • Il ritorno a Ventotene è nostalgico ma allo stesso tempo ricco di vitalità e speranza.

Note negative

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