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Siccità
Titolo originale: Siccità
Anno: 2022
Nazione: Italia
Genere: Drammatico
Casa di produzione: Wildside, Vision Distribution
Distribuzione: Vision Distribution
Durata: 124 minuti
Regia: Paolo Virzì
Sceneggiatura: Francesca Archibugi, Paolo Giordano, Francesco Piccolo, Paolo Virzì
Fotografia: Luca Bigazzi
Musiche: Francesco Piersanti
Montaggio: Jacopo Quadri
Attori: Silvio Orlando, Valerio Mastandrea, Elena Lietti, Tommaso Ragno, Claudia Pandolfi, Vinicio Marchioni, Monica Bellucci, Diego Ribon, Emanuela Fanelli, Max Tortora, Gabriel Montesi, Sara Serraiocco
Siccità viene presentato fuori concorso a Venezia 79; Paolo Virzì dirige, e scrive assieme a Paolo Giordano, Francesca Archibugi e Francesco Piccolo, la sua nuova opera, mostrando una Roma arida da tre anni, in un futuro non definito. La città eterna, presentata sotto a un profilo distopico, fa da sfondo all’intreccio della storia di diversi personaggi appartenenti a stili di vita differenti, esorcizzando la disparità delle caste sociali a cui appartengono. Rispecchiando ambiziosamente quando accaduto durante la pandemia, Paolo Virzì cerca di dedicare attenzione ai comportamenti dell’uomo all’interno di circostanze estreme, con le quali verosimilmente, ci siamo già misurati.

Trama di Siccità
Siamo a Roma, ma non quella che conosciamo, la città frenetica e delle arti è ormai un lontano ricordo. La metropoli si presenta sotto nuove vesti, appare arida, secca e afosa. Vediamo un Tevere prosciugato, gente accaldata e scarafaggi in ogni dove. Il caldo prorompente dilaga in tutta la città, portando con se una pestilenza che si abbatte anche sui cittadini. Dinanzi a questa condizione, vengono mostrate storie intrecciate di diversi personaggi, appartenenti a contesti sociali molto diversi: Dai bassi fondi periferici con acqua contingentata, ai quartieri nobili, dove le piscine e le jacuzzi non possono mancare. Si assiste alle vicende a cui i protagonisti della storia sono sottoposti, enfatizzando il rapporto umano e solidale il quale dovrebbe prevalere all’interno di contesti estremi, non così inverosimili.

Recensione de Siccità
Fin dall’inizio il film mette in chiaro le sue intenzioni: stiamo assistendo quando accaduto due anni fa, sulla nostra pelle, all’interno delle nostre case e ai bordi dei lettini ortopedici dei centri ospedalieri. Con questa contestualizzazione Paolo Virzì ci proietta in una Roma immaginaria, ma neanche verosimile; la tematica viene esorcizzata e metaforizzata attraverso l’assenza di acqua e la proliferazione di un virus sospetto, apparentemente trasportato e diffuso da degli scarafaggi, che ormai dilagano a piede libero in ogni dove. Un punto di forza dovrebbero essere i personaggi, con un cast di tutto rispetto, ma che a tratti faticano a emergere. Attraverso una sceneggiatura fin troppo carica e ambiziosa, lo sviluppo della storia si arena, lasciandoci appesi, attendendo quella evoluzione che tarda ad arrivare.

Come reagiremmo in un contesto verosimile? Siccità ci aiuta a rispondere a questa domanda, facendoci ragionare su noi stessi, sui nostri cari, sui nostri amori e su chi, lontano da noi è tutt’altro che caro. Nei 124 minuti vengono narrati argomenti attuali e concreti, la risposta dell’ambiente alle condizioni climatiche è il contesto estremizzato che fa da sfondo alla vicenda; l’uomo invece, dominatore e colonizzatore, imperterrito e impegnato nella sua quotidianità, arranca giorno dopo giorno, sottoposto alle intemperie irreversibili, e forse proprio come gli scarafaggi che infestano la città, deve sopravvivere, accettando il proprio fato.
La malattia, portata dagli insetti, dilaga proprio come una risposta dell’ambiente, infestando tutto ciò che incontra. Siccità è anche questo, una profonda lezione di vita, che in un periodo storico come questo, non dovrebbe passare inosservato.
In conclusione
Con questo film Paolo Virzì ci proietta due anni indietro, rimembrando tempi ormai passati, affatto dimenticati. Con forte ambizione ci viene presentata una Roma già sulla via della distruzione, non vi è presentazione storica, ma ci si trova catapultati in una nuova realtà. Con forti immagini, degne di un montaggio e una fotografia elaborata, la storia però risulta un horror vacui tutt’altro che secca e arida, catapultando lo spettatore in uno stato di sorpresa, tensione e amarezza.
Note positive
- Montaggio
- Fotografia
- Cast
Note negative
- Sceneggiatura
- Caratterizzazione dei personaggi
- Evoluzione narrativa