Winter Brothers – Una storia di mancanza d’amore (2017). L’uomo dell’alcool

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Locandina di Winter Brothers - Una storia di mancanza d’amore

Winter Brothers – Una storia di mancanza d’amore

Titolo originale: Vinterbrødre

Anno: 2017

Nazione: Danimarca, Islanda

Genere: Drammatico

Casa di produzione: Masterplan Pictures, Join Motion Pictures, New Danish Screen

Distribuzione italiana: Trent Film

Durata: 90 min

Regia: Hlynur Pálmason

Sceneggiatura: Hlynur Pálmason

Fotografia: Maria von Hausswolff

Montaggio: Julius Krebs Damsbo

Musiche: Toke Brorson Odin

Attori: Elliott Crosset Hove, Simon Sears, Vic Carmen Sonne, Lars Mikkelsen, Peter Plaugborg, Michael Brostrup, Anders Hove, Laurits Honoré Rønne, Jannik Jensen, Christopher Lillman

Trailer e Clip di Winter Brothers – Una storia di mancanza d’amore

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Hlynur Pálmason è un artista/regista islandese del 1984, che ha iniziato come artista visivo per poi continuare la sua carriera nel cinema, materia appresa presso la Danish National Film School. Il suo film di laurea, A Painter (2013), ha vinto come miglior cortometraggio all’Odense IFF, Reykjavík. Il suo corto Seven Boats (2014) è stato presentato in anteprima al Toronto IFF. Winter Brothers è il suo film d’esordio, premiato a Locarno per il Miglior Attore Protagonista, a Elliott Todd Crosset Hove, nel 2017. Nel 2019 realizza la sua seconda opera A White White Day – Segreti nella nebbia, selezionata nella Semaine de la Critique a Cannes, dove vince un premio. Nel 2022 a Cannes viene selezionato l’opera terza Godland – Nella terra di Dio, ancora girato in Danimarca, che ottiene un grosso successo in Francia. Se la terza e la seconda pellicola sono giunte con semplicità in Italia, ciò non è accaduto per Winter Brothers – Una storia di mancanza d’amore che, nonostante fosse del 2007, arriva nelle nostre sale solo il 25 maggio 2023, grazie al Trent Film.  

Winter Brothers è il mio esordio nel lungometraggio, ed è una vera e propria estensione di tutto il mio lavoro precedente. Si tratta di un film diverso da qualunque produzione recente, islandese o danese. I miei primi lavori puntavano già in altre direzioni, ovviamente sto esplorando altro. Lo dico anche se non credo che esistano al mondo due filmmaker perfettamente identici: se sei veramente autentico nel tuo lavoro riuscirai a creare qualcosa di veramente unico. Penso che sia il singolo artista, con il suo temperamento e la sua personalità, a dare colore e vita al cinema di oggi.

Il regista Hlynur Pálmason

Trama di Winter Brothers – Una storia di mancanza d’amore

Un’odissea tra fratelli che non potrebbero essere più diversi, Johan ed Emil, ambientata in una comunità rurale di estrazione del gesso durante un rigido inverno. Il minore, Emil, combatte la noia del lavoro e della sua vita distillando un liquore Moonshine  a base di sostanza chimiche rubate dalla fabbrica dove lavora, che va a vendere ai suoi colleghi di lavoro, che lo acquistano con assiduità. Emil però viene considerato da tutti come un ragazzo stravagante e strano, venendo accettato dalla comunità mineraria solo grazie a suo fratello maggiore Johan. Questa situazione farà precipitare il giovane dentro una solitudine interiore, entro una vita priva di amicizie e d’amore, quando l’unica cosa che lui ricerca è l’affetto e l’amore altrui. Per Emil e Johan, tutto cambia, quando un collega di lavoro si ammala gravemente. I dipendenti della cava di gesso e il datore di lavoro accuseranno Emil e il suo alcool, ritenendoli cancerogeni e pericolosi per la salute umana. Secondo loro è Emil l’assassino del loro amato collega.

Fotogramma di Winter Brothers - Una storia di mancanza d’amore
Fotogramma di Winter Brothers – Una storia di mancanza d’amore

Scopri anche: Dichiarazioni di Hlynur Pálmason su Winter Brothers – Una storia di mancanza d’amore (2017)

Recensione di Winter Brothers – Una storia di mancanza d’amore.

Oscurità. Brevi dettagli di uomini che lavorano in cunicoli dove il sole non sembra penetrare. La macchina da presa li segue, li mostra, ci fa scoprire il loro mondo, la loro routine, sfruttando una luce realistica dove l’elemento di finzione scenica non entra, appieno, in scena. L’unica fonte d’illuminazione proviene dalla piccola torcia posizionata sui loro caschi, illuminazione realistica. Questa piccola luce sulla loro testa è l’unico elemento che gli permette di visionare la spazio, ed è attraverso questa fonte d’illuminazione che noi scorgiamo l’ambiente circostante, alcuni volti, alcuni dettagli di persone, più o meno definite. Entro questa dimensione di buio e di qualche sprazzo di luce, il rumore fa da padrone scenico, divenendo l’elemento portante di questa introduzione realistica. Udiamo un rumore industriale forte e intenso, percepiamo le voci incomprensibili dei dipendenti, sentiamo il battere dei loro utensili da lavoro sulla roccia e sul gesso. Hlynur Pálmason, con astuzia narrativa, ci fa entrare a pieno dentro la vita di questi individui e con dei semplici espedienti narrativi immette già, in questa scena introduttiva, gli elementi fondanti del suo lungometraggio, partendo dal ruolo di Emil in questa società maschile. 

Dai. Ok, adesso falla ricomparire, così si facciamo una bevuta. 

Un gruppo di colleghi del ragazzo gli stanno intorno. Un uomo gli chiede di far comparire una bottiglietta di alcool. Emil, col fare divertito, fa qualche mossa di magia per poi far comparire, quasi dal niente, una bottiglietta che il lavoratore prende rapidamente, iniziando a berla. Questa scene mette in luce due delle caratteristiche di Emil: da un lato il suo lato più infantile, quello connesso all’elemento magico e immaginario, molto lontano dal mondo in cui fa parte, e dall’altro troviamo il suo ruolo all’interno di questa società, quel ruolo che gli permette di essere accettato dall’altro e che risiede nella sua capacità di vendere dei liquori da lui realizzati. Tutti si rivolgono a lui, esclusivamente, per questo motivo e lui realizza questa sostanza, essenzialmente, per farsi voler bene dagli altri, per farsi accettare da quella comunità. La storia del resto ci parla di questa dimensione interiore, di una ricerca da parte di Emil di sentirsi benvoluto dagli altri, una ricerca da parte del giovane di sentirsi accettato da quel contesto sociale.

Con Emil, sto esplorando la mancanza di amore o il desiderio e il bisogno di essere desiderati e amati. Volevo rappresentare tutto questo in Emil, con un linguaggio cinematografico. Emil ha un disperato bisogno di aggrapparsi a qualcuno o qualcosa, ma allo stesso tempo è alieno rispetto a chiunque. Ho provato a spogliarlo di tutto tranne che dei suoi istinti di base. Forse è per questo che soffre così tanto. È “l’idiot savant” e forse un po’ fuori dal proprio tempo.

Hlynur Pálmason

Fuoriuscendo dall’oscurità, scorgiamo un ambiente impregnato di bianco, sia dato dall’inquinamento, sia dato dalla neve che è precipitata sul suolo, una sorta di dicotomia tra l’oscurità e il rumore aziendale e l’ambiente naturalistico e imbiancato della vita fuori dalle caverne. La luce però non rende la vita d Emil più piena e più felice, ma il giovane è sempre avvolto da un importante solitudine interiore, causata anche dai suoi numerosi comportamenti stravaganti e anormali, come la scena in cui ruba un paio di mutandine alla ragazza che ama ma a cui non riesce a dichiarasi. Hlynur Pálmason ci costruisce una storia interamente incentrata su Emil, sul suo malessere interiore e sulla sua ricerca folle della felicità, che vediamo, brevemente, solo nell’ultima scena, dove scorgiamo, in maniera definitiva, ciò di cui lui ha realmente bisogno: un amico, un qualcuno che lo ascolti per ciò che lui è realmente. Da applauso è indubbiamente la performance dall’attore Elliott Todd Crosset Hove, protagonista anche in Godland – Nella terra di Dio, che riesce a donarci l’essenza del suo personaggio folle e buono, che agisce male senza accorgersene realmente, a causa della sua ricerca di un ruolo all’interno di quella società maschile in cui si ritrova a dover sopravvivere. 

Fotogramma di Winter Brothers - Una storia di mancanza d'amore (2017)
Fotogramma di Winter Brothers – Una storia di mancanza d’amore (2017)

In conclusione

La pellicola a livello tematico arriva piuttosto bene, ma non si dimostra essere un lungometraggio perfetto, soprattutto nella scrittura dei personaggi secondari che ci appaiono troppo abbozzati, soprattutto il fratello e Anna (Victoria Carmen Sonne), la donna che lui ama. Nonostante ciò il film risulta assolutamente godibile grazie alla mano del regista, un autore in grado di raccontare storie semplici con grande efficacia.

Note positive

  • Regia
  • Montaggio
  • Interpretazione di Elliott Todd Crosset Hove

Note negative

  • Scrittura dei personaggi secondari, che vengono raccontati veramente poco. 
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