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I contenuti dell'articolo:
Young Hearts
Titolo originale: Young Hearts
Anno: 2024
Nazione: Belgio, Paesi Bassi
Genere: Drammatico
Casa di produzione: Polar Bear, Family Affair Films, Kwassa Films
Distribuzione internazionale: Films Boutique
Durata: 97’
Regia: Anthony Schatteman
Sceneggiatura: Anthony Schatteman
Fotografia: Pieter Van Campe
Montaggio: Emiel Nuninga
Musiche: Ruben De Gheselle
Costumi: Gudrun Wylleman
Scenografia: Kato Bulteel
Attori: Geert Van Rampelberg, Dirk Van Dijck, Lou Goossens, Emilie De Roo, Marius De Saeger
Trailer di Young Hearts
Informazioni sul film e dove vederlo in streaming
Young Hearts è il primo lungometraggio del regista belga Anthony Schatteman. Fra i suoi lavori precedenti, il cortometraggio d’esordio Kiss Me Softly (2012) che si può considerare prodromo del film attuale.
L’autore belga ha spesso raccontato storie queer con giovani ragazzi protagonisti. Schatteman ha sempre affermato la sua necessità di riportare sullo schermo racconti legati alla sua giovinezza per voler compensare la mancanza di narrazioni a tema di quando lui affrontava la sua maturità. Rispetto ai suoi lavori precedenti, nel lungometraggio i protagonisti sono due ragazzi molto giovani.
Anthony Schatteman
Young Hearts parla di un ragazzo, proprio come lo ero io, che non sa come affrontare la sua sessualità in erba.
Young Hearts è stato premiato alla Berlinale 2024 con la Menzione Speciale della Kinderjury nella sezione Generation Kplus. La proiezione è avvenuta il dove la proiezione è avvenuta il 17 febbraio.
Trama di Young Hearts
Il quattordicenne Elias incontra il suo nuovo vicino di casa, Alexander, ad anno scolastico iniziato. Alexander è un ragazzo di Bruxelles, alla parvenza sicuro di sé e testardo, e i due diventano subito amici. Durante una conversazione, Alexander confida a Elias di essere stato innamorato di un ragazzo. Elias si diverte a passare del tempo con Alexander, ma tiene segreti i suoi sentimenti crescenti. Ha paura delle reazioni delle altre persone, oltre che di affrontare questo nuovo lato di sé, sconosciuto finora.
Il giovane protagonista finisce per ingarbugliarsi in una serie di bugie e azioni contrastanti, fino a quando decide di allontanarsi da Alexander. Tuttavia, dopo una conversazione toccante con suo nonno, che parla dell’amore che provava per sua moglie defunta, Elias capisce che l’amore è troppo prezioso per essere lasciato sfuggire. Decide quindi di trovare un modo per riconquistare Alexander.
Recensione di Young Hearts
Anthony Schatteman arriva al lungometraggio dopo anni d’esperienza in corti e serie tv, tutte a tematica queer. Il regista e autore ha una necessità atavica alla rappresentazione di ciò che gli ricorda la sua gioventù e, per questa ragione, spesso i protagonisti sono giovani uomini. Rispetto ai suoi lavori precedenti, in Young Hearts viene completamente eliminato l’aspetto dell’attrazione sessuale.
Una esigenza data anche dalla giovane età dei due protagonisti: ragazzi di quattordici anni che iniziano a confrontarsi con l’aspetto romantico della vita. Elias e Alexander sono due ragazzini, con tutti i problemi che la vita può far affrontare loro.
Elias è un giovane educato, sovrastato dall’ingombrante padre, cantante di successo e che ha la sua prima relazione amorosa – almeno lui crede – con la coetanea Valerie. Alexander è invece orfano di madre e si ritrova in questo borgo campestre dopo aver sempre vissuto a Bruxelles. Il giovane è molto più consapevole di sé rispetto al nuovo amico: conosce il mondo più complesso offerto dalla città e, soprattutto, è consapevole della propria omosessualità.
Una narrazione fra velatura e realtà
Rispetto ad altri autori, Schatteman decide di non celare il tema dell’omosessualità ma, allo stesso tempo, cerca di non andare oltre un certo limite. Ciò lo porta a velare alcune rappresentazioni: non c’è il confronto fra Alexander e i compagni, che pare accettino totalmente il ragazzo. Un racconto che si va a scontrare con il bullismo subito da Elias, che paga sulla propria pelle il lavoro appariscente del padre.
![Young Hearts - Lou Goossens](https://www.locchiodelcineasta.com/wp-content/uploads/2024/02/Young-Hearts-Lou-Goossens.jpg)
Del resto, il regista non è intenzionato ad andare troppo in profondità ma vuole giocare sulla corda dell’emotività. Cosa che ha fatto anche nei suoi lavori precedenti, ma qui è più accentuata a causa dell’età dei protagonisti. Schatteman riveste di pudore la sua pellicola, consapevole della delicatezza della tematica affrontata, asessualizzandola per evitare possibili polemiche.
Chiamami col tuo nome e Close come paradigmi
Il regista belga, nella scelta rappresentativa, si avvicina molto ai lavori di Guadagnino e Dhont. Dal regista di Chiamami col tuo nome, prende l’aspetto bucolico, la forte connotazione con la natura, le fonti d’acqua, oltre all’aspetto della lotta interiore del protagonista – Elias, come Elio, ha un momento di confronto con se stesso e con la madre.
Dall’autore di Close (2022), invece prende la volontà di raccontare un coming of age evitando, però, di occultare totalmente la tematica queer, che nel film di Dehon era frutto di una supposizione. Inoltre, il dramma del film del 2022 viene sostituito da una storia romantica.
Anthony Schatteman
Young Hearts parla di un ragazzo, proprio come lo ero io, che non sa come affrontare la sua sessualità in erba.
Schatteman dosa in maniera attenta tutto ciò che può avere un richiamo sessuale. Anche i tre baci che si scambiano i ragazzini sono frutto della volontà di rendere la storia queer protagonista senza però sfociare in discorsi più complessi. Ciò porta a una evirazione della tematica: la pulsione amorosa, ottimamente esposta, nasce anche da una pulsione sessuale, decisamente censurata, presumibilmente per l’età dei personaggi principali.
Una storia che soverchia la rappresentazione
Il regista belga è talmente concentrato sul racconto che non si interessa di utilizzare una raffigurazione particolare. La regia non ha guizzi autorali, così come gli altri aspetti della pellicola. La troupe offre un buon lavoro ma che non lascia un segno indelebile. Anche Ruben De Gheselle si trova a limitare le sue musiche, perché non prevalgano sulla storia.
![Young Hearts - I due protagonisti in una scena del film](https://www.locchiodelcineasta.com/wp-content/uploads/2024/02/Young-Hearts-I-due-protagonisti-in-una-scena-del-film.jpg)
Young Hearts è volutamente studiato per arrivare a un pubblico giovane, sdoganare l’amore in ogni sua forma senza però andare a pungolare la suscettibilità di chi vede il sentimento queer come cosa sbagliata. Rispetto a Close, lavoro per moltissimi versi similare, si spinge in gesti spogliati dalla componente erotica.
Per questa rappresentazione, Schatteman si è affidato a un cast decisamente a fuoco. I giovani Lou Goossens e Marius De Saeger sono perfetti nella loro innocenza e spavalderia. Il primo, che interpreta Elias, ha la difficoltà di mantenere l’attrazione entro il limite imposto dall’autore, ma ci riesce perfettamente, aiutato anche dal suo sguardo, i cui occhi azzurri sono protagonisti.
Anthony Schatteman
È giunto il momento di sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema: l’amore è universale e bisogna seguire il proprio cuore.
De Saeger, interprete di Alexander, porta sullo schermo la sicurezza di un giovane più maturo, che gestisce il suo essere e la relazione con l’amico in modo impeccabile rispetto alla sceneggiatura.
A loro si affiancano le figure adulte e i compagni di scuola. Geert Van Rampelberg ed Emilie De Roo sono i genitori di Elias. Un padre scomodo ed egocentrico e una madre accogliente che, nella scena in auto, ricorda Annetta Perlman, genitrice di Elio nel film di Guadagnino. Dirk Van Dijck è il nonno premuroso di Elias che si affianca agli altri attor giovani a formare un cast che riesce a rivestirsi di buonismo, accettazione, accoglienza.
Young Hearts è un film queer che mancava
Il lungometraggio di Schatteman ha delle peculiarità che non piaceranno alle contrapposte fazioni. Sicuramente, alcuni troveranno scandaloso che due ragazzini così giovani affrontino un tema così “scabroso”, con tanto di baci. Per tutelarsi da queste opposizioni, il regista belga mette ben in risalto il fatto di aver usato un professionista specializzato in psicologia infantile, proprio per accertarsi che l’esperienza non risultasse greve per Goossens e De Saeger.
Altri potranno imputare alla pellicola la troppa accettazione, al netto delle emozioni dei protagonisti. Siamo abituati a film dove, realisticamente, un coming out non è mai accompagnato dalla piena accoglienza di amici, familiari e conoscenti. Schatteman invece crea un mondo protetto, nella speranza che questo possa essere emulato, andando oltre il prodromo Kiss Me Softly.
In conclusione
È questo aspetto che rende Young Hearts un’opera ancor più meritevole di essere vista. Il film si discosta dal velamento ostinato di Dehon e dalle pruderie di un pubblico guardone. Ciò permette di lasciare ampio spazio al solo aspetto romantico degno dei film anni Ottanta con Molly Ringwald.
Note positive
- Un film queer prettamente romantico
- Coming of age queer
Note negative
Troppi riferimenti ad altri film a tematica