Fleishman a pezzi (2022): una torrida estate newyorkese

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Locandina della miniserie Fleishman a pezzi

Fleishman a pezzi

Titolo originale: Fleishman Is in Trouble

Anno: 2022

Paese: Stati Uniti d’America

Genere: drammatico

Casa di Produzione: ABC Signature, FX Productions, Timberman-Beverly Productions

Distribuzione italiana: Disney +

Ideatore: Taffy Brodesser-Akner

Stagione: 1

Puntate: 8

Regia: Shari Springer Berman, Robert Pulcini, Jonathan Dayton, Valerie Faris, Alice Wu

Sceneggiatura: Taffy Brodesser-Akner, Michael Goldbach

Fotografia: Tim Orr, Corey Walter

Montaggio: Josh Beal, Jeffrey M. Werner, Jacquelyn Le

Musica: Caroline Shaw

Attori: Jesse Eisenberg, Lizzy Caplan, Claire Danes, Meara Mahoney-Gross, Maxim Swinton, Adam Brody

Trailer italiano di Fleishman a pezzi

Il 17 novembre 2022 ha debuttato in America, sulla piattaforma Hulu, la miniserie FX Fleishman Is in Trouble (Fleishman a pezzi) basata sull’omonimo bestseller del 2019 di Taffy Brodesser – Akner, giornalista e autrice americana di testate di fama mondiale come il GQ, con cui collabora come freelance dal 2014, e il The New York Times, dove è tuttora scrittrice a tempo pieno. Fleishman a pezzi è il suo primo romanzo ed è stato pubblicato da Randon House negli Stati Uniti mentre in Italia è edito da Einaudi che l’ha pubblicato a Marzo 2021. La miniserie, costituita da otto puntate, è stata creata per la televisione da Taffy Brodesser – Akner, che ha adattato il suo acclamato romanzo ed è executive producer con Sarah Timberman, Carl Beverly e Susannah Grant. Anche Valerie Faris e Jonathan Dayton (Little Miss Sunshine, La battaglia dei sessi) sono executive producer e hanno diretto diversi episodi della serie. Shari Springer Berman e Robert Pulcini sono ulteriori executive producer per alcuni episodi da loro diretti. Fleishman a pezzi è prodotta da ABC Signature. Il cast vede nomi noti della cinematografia americana come Jesse Adam Eisenberg (Benvenuti a Zombieland, 2009; The Social Network; 2010; To Rome with Love, 2012), Claire Danes (Piccole Donne, 1994; Romeo + Giulietta di William Shakespeare, 1996; Il Serpente dell’Essex, 2022), Lizzy Caplan Masters of Sex, 2013-16; Castle Rock, 2018-19; Now You See Me 2 – I maghi del crimine, 2016) e Josh Radnor (How I Met Your Mother, 2005-15; Hunters 202023). La serie è disponibile, in Italia, dal 21 febbraio 2023 su Disney Plus.

Trama di Fleishman a pezzi

Toby Fleishman (Jesse Eisenberg), 41 anni, stimato dottore, divorziato da poco, si tuffa nel nuovo e coraggioso mondo delle app di appuntamenti, ottenendo un successo che non ha mai avuto quando era più giovane, prima di sposarsi alla fine della scuola di medicina. Ma proprio all’inizio della sua prima estate di libertà, la sua ex moglie, Rachel (Claire Danes), scompare, lasciandolo con i suoi figli: Hannah (Meara Mahoney Gross) di undici anni e Solly (Maxim Swinton) di nove. Toby non sa dove Rachel sia finita e non ha idea se la donna abbia intenzione di tornare da loro o se li abbia abbandonati o, peggio ancora, se le sia successo qualcosa di terribile e misterioso che le impedisca di riabbracciare i suoi figli. Toby, già dentro una profonda crisi personale, si trova perso e smarrito dentro questa situazione, vedendoci costretto, per la prima volta della sua vita, a bilanciare la genitorialità e il suo lavoro in ospedale, dove è in lizza, per una probabile, promozione. Nel frattempo, anche per far fronte alle sue difficoltà interiori, riaggancia un rapporto d’amicizia con dei suoi vecchi amici del college, Libby (Lizzy Caplan) e Seth (Adam Brody), due persone che vivono, a loro volta, un periodo complicato che li porta a dover riflettere sulla loro vita e sul dove stiano andando. Toby, nel turbinio di Manhattan, si renderà conto che non sarà mai in grado di capire cosa sia successo a Rachel finché finalmente non affronterà ciò che è successo al loro matrimonio.

Fotogramma di Fleishman a pezzi
Fotogramma di Fleishman a pezzi

Recensione di Fleishman a pezzi

Dove stiamo andando? Che cosa stiamo facendo? Abbiamo scelto la via giusta, all’interno delle miriadi di scelte possibili e infinite che avevamo dinanzi a noi? Che cosa significa diventare grandi? Cambiare è uno schifo o un dono? Che cosa siamo diventanti nel corso negli anni? Sappiamo ascoltare gli altri e guardare chi siamo davvero? Fleishman a pezzi sono miriadi di domande che ti entrano nel cuore e nella mente e che ti portano su una concezione spirituale drammatica e veritiera di cosa sia realmente l’esistenza umana e la vita, un viaggio turbolento privo di pause, privo di possibilità di ritornare indietro e di cambiare gli attimi o di riviverli, per riassaporare determinate emozioni e sapori sentiti in un determinato istante di vita. L’esistenza è un flusso incessante di momenti che vengono e che volano via per diventare passato e memoria nella nostra mente, in cui l’unico appiglio a ciò che è avvenuto a noi stessi è il ricordo, il nostro ricordo di noi del passato, un noi destinato a mutare e a trasformarsi, mostruosamente, dall’età giovanile d’infanzia, segnata da un solido senso d’innocenza (solitamente), all’età adulta che consiste nell’entrata sociale, nell’ordine delle cose stabilite dalla legge dove tutto viene incasellato, volente o nolente, dentro delle stabilite tessere a cui non abbiamo via di fuga.  Libby, la nostra narratrice, ha paura del diventare adulta, una donna di mezz’età. Fugge, con tutta se stessa, da questa verità, dalla consapevolezza che ciò che ha scelto ormai è stabilito, eterno e che non può più cancellare le proprie scelte del passato e ritornare la lei giovane di un tempo. I suoi vent’anni sono svaniti, andati e ore lei è una donna sposata, amata e con due splendidi figli ma è infelice, depressa e priva di entusiasmo dinanzi a tutte quelle cose che dovrebbe fare, essendo ormai un’adulta. Lei rifiuta la crescita desiderando altro da quello che ha, vorrebbe riprovare quelle emozioni di un tempo e ottenere altro da quello che ha, persa dentro un tormentoso desiderio alla Schopenhauer, dove appena si ottiene qualcosa si perde quell’entusiasmo riversandolo su un nuovo obiettivo, entro una dinamica di pessimismo e di autolesionismo psichico. Contrariamente a lei abbiamo Seth, l’eterno Peter Pan, un uomo che ha raggiunto quarantuno anni e che si rende conto che il tempo gli sta volando via e che la sua vita non è altro che un futile susseguirci di momenti privi di senso, in cui l’età adulta sembra non arrivare mai, un’età però che lui desidera ardentemente, sempre di più, puntata dopo puntata. Accanto a loro poi abbiamo il Signor. Fleishman un uomo che ha perso il suo baricentro, un uomo disperato e distrutto dal divorzio e che non riesce più a rimettere in piedi la propria vita, perdendosi dentro un’autocommiserazione senza fine, che lo conduce a lamentarsi della sua esistenza con tutti, soprattutto con i suoi vecchi amici, Libby e Seth, che aveva perso da ben dieci anni di vista. A Toby sembra che tutto il mondo se l’abbia con lui e che niente potrà toglierli dal petto quel senso di spavento per il futuro, quel futuro misterioso e oscuro, che lo attanaglia con lame di ghiaccio sul petto.

La miniserie, nel suo pilot, ci mostra dei personaggi e delle situazioni di vita che poi ci va, puntata dopo puntata, ad approfondire mostrandocele sotto svariati punti di vista che donano nuove prospettive alla narrazione e alla conoscenza dei personaggi.  Prendiamo ad esempio due protagonisti della storia come Toby e Libby, noi per lunghi tratti drammaturgici vediamo i fatti dalla loro prospettiva per il modo in cui la vicenda è struttura: Toby ricopre una sorta di ruolo protagonistico della vicenda, pur non essendolo, mentre Libby ci fugge da narrazione quasi onnisciente, che sembra sapere tutto di tutto senza però saperlo realmente. A un tratto della serie però la prospettiva muta, si capovolge e noi iniziamo a scorgere i fatti sotto una luce nuove, sconosciuta, dove i racconti di Toby e quelli di Libby assumono un sapore diverso, soprattutto in connessione con i loro partner, questo cambio di focus darà, al pubblico, una nuova chiave di lettura, altamente tridimensionale, riguardo ai due personaggi, mettendo in scena anche un’altra tematica come l’egocentrismo personale e il non sapere ascoltare, in effetti nessuno di loro sembra sapere ascoltare l’altro, solo in alcune scene troviamo un vero ascolto e comprensione dell’altro, scene che vengono situate nelle ultime puntate dello show come il momento tra Toby e la figlia quando lei decide di non voler essere ebrea o nell’ultimo dialogo tra Toby e Libby, un dialogo confessione dal sapore premonitorio. I personaggi indubbiamente sono la forza di questa serie FX, venendo scritti con estrema bravura e umanità, il tutto ci viene narrato con una sana ironica, con tocchi da commedia alla Woody Allen per certi versi, e un senso di estrema umanità immessi dentro una storia con un elevato ritmo narrativo che ci tiene incollati allo schermo, anche, va detto, grazie alla bravura dei protagonisti perfetti nei loro ruoli, soprattutto Claire Danes e Lizzy Caplan.

Fotogramma di Fleishman a pezzi
Fotogramma di Fleishman a pezzi

In conclusione

Che cosa dire dunque di questa serie? Che va vista, che sa conquistare con forza emotiva e umana lo spettatore possedendo un ottimo ritmo narrativo, ironico e triste allo stesso tempo, il tutto possedendo una regia interessante seppur non sempre riuscita, soprattutto nelle inquadrature capovolte che compaiono solo di tanto in tanto, apparendo prive di senso a tratti. La storia inoltre possiede una sua impronta pesantemente femminista, ma questa viene narrata con saggezza e calibrata dentro il racconto, apparendo si come una tematica importante dello show ma non quella su cui l’intera opera drammaturgica poggia il suo senso finale. Insomma andate a vederla.

Note positive

  • Interpretazione di Claire Danes e Lizzy Caplan.
  • Sceneggiatura
  • Fotografia
  • Ritmo

Note negative

  • /
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