La ragazza che sapeva troppo (1963). Uno dei capostipiti del giallo all’italiana

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Trailer de La ragazza che sapeva troppo

Informazione sul film e dove vederlo in streaming

La ragazza che sapeva troppo,” diretto e sceneggiato da Mario Bava, rappresenta un capitolo significativo nella sua carriera cinematografica. Prima di lavorare a questo film, Bava si era preso una pausa di sei mesi dopo aver terminato le riprese degli effetti speciali per il suo film precedente, “Gli invasori.” Durante questo periodo, Bava si immerse nella lettura di riviste di mistero e horror, considerando persino la possibilità di ritirarsi dalla regia e concentrarsi solo sugli effetti speciali per il cinema. Tuttavia, fu convinto a tornare a dirigere da Samuel Arkoff e Jim Nicholson, produttori di film italiani per l’uscita negli Stati Uniti. “La ragazza che sapeva troppo” fu il primo film di questa collaborazione per la loro compagnia American International Pictures (AIP). La produzione fu gestita dalla Galatea Film, che aveva anche prodotto il precedente film di Bava, “La maschera del demonio,” e dalla Coronet Films. Grazie all’accordo tra la AIP e la Galatea, il film beneficiò di una distribuzione confermata anche all’estero.

Il cast del film includeva Letícia Román, nel suo primo ruolo da protagonista, e John Saxon. Román era stata scelta per il ruolo principale e aveva invitato Saxon a lavorare nel film, anche se Saxon aveva inizialmente frainteso l’invito, pensando si trattasse di un film d’arte a Roma anziché di un film horror. Il film iniziò le riprese il 2 maggio 1962, con Bava concentrato sugli aspetti tecnici, come la decisione di girare il film in bianco e nero, una scelta insolita in quel periodo, ma che enfatizzava l’atmosfera misteriosa della trama. Le riprese si svolsero in diverse location di Roma, inclusi l’Aeroporto Leonardo da Vinci-Fiumicino e la Trinità dei Monti. Alcuni elementi di set furono presi in prestito da altri film italiani, come il dipinto nella casa della zia di Nora, proveniente da “Divorzio all’italiana.” La colonna sonora invece è cantata da Adriano Celentano, con la composizione musicale di Roberto Nicolosi, che aveva già collaborato con Bava in “La maschera del demonio” e Gli Invasori.” Nonostante gli sforzi creativi e tecnici, il film non ottenne un grande successo commerciale al suo rilascio nel febbraio 1963 a Cagliari, guadagnando meno di 27.000 dollari nel suo weekend di apertura e non riuscendo a coprire i costi di produzione. Fu uno dei film meno commercialmente riusciti nella carriera di Bava. Negli Stati Uniti, fu distribuito dalla American International Pictures il 6 maggio 1964, in un doppio spettacolo con un altro film di Bava, “Black Sabbath,” e ribattezzato “The Evil Eye.” Questa versione includeva alcune modifiche, come la cancellazione di alcune scene e l’aggiunta di momenti più comici, oltre a un cambiamento nella colonna sonora, sostituita con una composizione di Les Baxter.

Trama de La ragazza che sapeva troppo

Durante una vacanza a Roma, Nora Davis visita la sua anziana zia malata, che è in cura presso il dottor Marcello Bassi. La situazione prende una svolta sinistra quando la zia di Nora muore nella prima notte della sua visita. Mentre si dirige all’ospedale per avvisare il dottor Bassi, Nora viene brutalmente aggredita in Piazza di Spagna e sviene. Al suo risveglio, si trova accanto al cadavere di una donna, mentre un uomo barbuto estrae un coltello dal corpo della vittima. Nora, scioccata, denuncia l’aggressore alla polizia dell’ospedale, ma incredibilmente, non vengono trovate prove del crimine.

Successivamente, nel tentativo di fare luce sulla morte della zia, Nora incontra un’amica intima di lei, Laura Torrani, che vive proprio in Piazza di Spagna. Laura, che sta per partire per le vacanze, offre a Nora ospitalità nella sua casa. Mentre è lì, Nora scopre articoli che parlano dell'”Alphabet Killer”, un serial killer che ha ucciso le sue vittime in ordine alfabetico basandosi sui loro cognomi. Le vittime con cognomi che iniziano con “A”, “B” e “C” sono già state colpite. In modo inquietante, l’ultima vittima è stata la sorella di Laura, un omicidio avvenuto dieci anni prima e che Nora aveva visto in una visione. La situazione si fa ancor più angosciante quando Nora riceve una chiamata anonima che le dice che “‘D’ sta per morte”, indicando che sarà la prossima vittima del killer.

Leticia Roman in La ragazza che sapeva troppo
Leticia Roman in La ragazza che sapeva troppo

Recensione de La ragazza che sapeva troppo

“La ragazza che sapeva troppo” è considerato uno dei capostipiti del giallo all’italiana. Il titolo italiano è un chiaro omaggio al film di Hitchcock L’uomo che sapeva troppo (uscito sette anni prima), una scelta forse commerciale per attirare più spettatori in sala. Il film inizia con la bella Nora Davis che viene in Italia per fare visita ad alcuni amici di famiglia. La ragazza appassionata di romanzi gialli e molto felice di visitare l’Italia si troverà subito invischiata in eventi poco piacevoli. Infatti, non ha il tempo di mettere piede nella capitale che si ritrova subito nei guai, prima il suo vicino di posto le passa un pacchetto di sigarette alla marijuana (il tizio verrà arrestato a Fiumicino), poi l’anziana amica che doveva ospitarla muore la notte del suo arrivo, cercando aiuto viene infine aggredita sulla scalinata di Trinità dei Monti e scippata da un balordo cade e perde i sensi. Mentre è svenuta assiste o crede di assistere a uno strano omicidio, che la porterà in un tourbillon di eventi fino all’epilogo. L’unico a credergli è il medico Marcello Bassi che decide di accompagnarla in giro per Roma, al fine di sbrogliare il bandolo della matassa.

Nonostante la trama apparentemente lineare, il film si distingue per diversi elementi innovativi nel genere del giallo. La protagonista è coinvolta nella vicenda per puro caso, e la situazione iniziale appare inverosimile, ma ciò nonostante avvincente. Il regista Mario Bava fa un uso magistrale degli elementi cinematografici: enfatizza i rumori, gioca con le luci e crea un mix affascinante tra il mondo onirico e la realtà. L’uso sapiente della suspense e l’ironia contribuiscono a rendere il film memorabile. Bava, consapevolmente o meno, ha contribuito a lanciare un genere cinematografico che avrebbe influenzato numerosi registi, il più famoso dei quali è Dario Argento che ha attinto a piene mani entro questa struttura narrativa per forgiare la sua cinematografia dell’orrore e del giallo, sia a livello di impianto drammaturgico sia a livello musicale e visivo. Ciò che rende, inoltre, il film straordinario è la capacità di Bava di trasformare le bellezze della Roma notturna un set cinematografico mozzafiato. La città stessa diventa un personaggio, fornendo uno sfondo suggestivo alle vicende della protagonista. La pellicola dimostra la capacità di Bava di saper giocare le location, riuscendo a rendere luoghi iconici come Piazza di Spagna e l’Aeroporto Leonardo da Vinci-Fiumicino in scenari di tensione e di mistero. Questo approccio ha contribuito a definire il giallo all’italiana come un genere che sfrutta appieno l’ambientazione.

Fotogramma de La ragazza che sapeva troppo (1963)
Fotogramma de La ragazza che sapeva troppo (1963)

In conclusione

“La ragazza che sapeva troppo” si erge come un buon film intriso di suspense e mistero nel panorama del giallo all’italiana. Il film non solo omaggia le radici hitchcockiane, ma si distingue per la maestria nella manipolazione degli elementi cinematografici. Bava trasforma Roma in un’ambientazione suggestiva, rendendo la città non solo uno sfondo, ma un personaggio vitale nella storia. L’uso sapiente della suspense, l’atmosfera onirica e l’ironia tessuta nella trama elevano il film, contribuendo a definire il genere giallo italiano in modo unico e indimenticabile.

Note positive

  • L’originalità della messa in scena.

Note negative

  • Estrema semplificazione della trama.

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