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La sottile linea rossa
Titolo originale: The Thin Red Line
Anno: 1998
Paese: Stati Uniti d’America
Genere: Guerra / Drammatico
Casa di produzione: 20th Century Fox, Phoenix Pictures
Prodotto da: Grant Hill
Durata: 2 hr 50 min (170 min)
Regia: Terrence Malick
Sceneggiatura: Terrence Malick
Montaggio: Billy Weber, Leslie Jones, Saar Klein
Dop: John Toll
Musiche: Hans Zimmer
Attori: Sean Penn, Jim Caviezel, Nick Nolte, Elias Koteas, Adrien Brody, Ben Chaplin, John Cusak, Woody Harrelson, John C. Reilly, Jared Leto, Miranda Otto, John Travolta, George Clooney
RECENSIONE DI LA SOTTILE LINEA ROSSA
Forse gli uomini appartengono a un’unica grande anima: tutti ne fanno parte. Tutti volti dello stesso essere, un unico grande essere. Tutti cercano la salvezza seguendo il proprio sentiero. Tutti come un piccolo carbone tolto dal fuoco.
CIT. SOLDATO WITT (JIM CAVIEZEL)
Terrence Malick è un autore unico nel panorama cinematografico contemporaneo. Dopo aver diretto due cult indimenticabili negli anni Settanta (La rabbia giovane e I giorni del cielo), Malick impiegherà più di vent’anni prima di tornare alla ribalta con la (libera) trasposizione del romanzo omonimo di James Jones. Un progetto colossale che riunisce mestieranti d’alto calibro, come il geniale compositore tedesco Hans Zimmer (Il Gladiatore), e un cast corale di attori noti e di talento che comprende Nick Nolte (Cape Fear), Sean Penn (Mystic River) e George Clooney (La tempesta perfetta), e si presenta al pubblico come un atipico film di guerra che, nella sua particolarità, va annoverato tra i migliori realizzati.
L’uscita in contemporanea con Salvate il Soldato Ryan ha scatenato un inevitabile quanto vivace paragone tra i due film, così uguali e al contempo così diversi l’uno dall’altro. Entrambi parlano della natura umana in tempo di guerra, ma lo fanno in maniera completamente opposta: il war movie di Spielberg prende ripetutamente a calci lo stomaco dello spettatore con una violenza intensa e disturbante, Malick invece lascia che siano le voci fuoricampo dei suoi protagonisti a esternare i messaggi che il regista vuole mandare. E anche se La Sottile Linea Rossa impressiona molto meno di Ryan, non significa che sia meno efficace.
TRAMA DI LA SOTTILE LINEA ROSSA
Tutte bugie. Tutto quello che vedi, tutto quello che senti. Così grosse da vomitare. Non fanno che arrivare, uno dopo l’altro. Ti ritrovi in gabbia, una gabbia che va di qua e di là. Ti vogliono morto… o parte della loro bugia. Un uomo può fare una sola cosa, trovare una situazione che sia sua, crearsi un’isola attorno. Se non ti incontrerò mai in questa vita, almeno che io senta la tua mancanza. Uno sguardo dei tuoi occhi e la mia vita sarà tua.
CIT. SERGENTE WELSH (SEAN PENN)
Nel 1942, in piena Seconda Guerra Mondiale, un gruppo di soldati americani guidati dall’inflessibile e determinato colonnello Toll (Nick Nolte) sbarca nell’isola di Guadalcanal per togliere ai giapponesi un’importante postazione e per avere il completo controllo sul Pacifico. Allo sbarco non viene opposta alcuna resistenza, infatti i giapponesi si sono ritirati nell’entroterra, pronti per un sanguinoso agguato ai danni del nemico…
ANALISI DI LA SOTTILE LINEA ROSSA
Guardi questa giungla. Guardi quelle piante rampicanti come si attorcigliano intorno a quegli alberi ingoiando tutto. La natura è crudele, Staros.
CIT. COLONNELLO TOLL (NICK NOLTE)
Le riflessioni dei soldati sull’orrore che li circonda, sulla loro visione del dovere e dell’onore, e il loro rapporto con la vita, con l’amore e con la morte sono i nodi principali di questo film di evidente matrice filosofica. La guerra diviene qualcosa di più di un osceno scontro tra uomini, viene paragonata ad uno stupro contro la Natura e ad un’offesa blasfema e spietata nei confronti di Dio, e in particolare la battaglia del Guadalcanal è più un pretesto per inscenare su pellicola un complesso e intelligente discorso etico-riflessivo.
Il contenuto intellettuale non è mai a discapito dell’azione, la cui magistrale messa in scena viene potenziata da quella che forse è la miglior colonna sonora di Zimmer in assoluto. Le poche scene di guerriglia sono lunghe, intense, violente e ben dirette, e c’è anche un riuscito tentativo di ‘umanizzare’ il nemico giapponese, troppo spesso rappresentato nel cinema di guerra come assassino spietato e cieco nella propria folle determinazione, in una delle scene più cruente della pellicola.
Forse le tante inquadrature naturalistiche porteranno alcuni spettatori a considerare il film troppo prolisso, ma si tratta di una consapevole scelta artistica all’interno di un discorso coeso e coerente, in cui la Natura bellissima e crudele (come dice il personaggio di Nick Nolte) sembra scrutare rassegnata questi piccoli uomini che si distruggono a vicenda. La potenza della messinscena e la bravura di un cast in stato di grazia chiudono perfettamente il cerchio di un vero capolavoro.
NOTE POSITIVE
- Messa in scena.
- Cast corale al suo massimo.
- La miglior colonna sonora di Hans Zimmer di sempre.
- Il discorso filosofico.
NOTE NEGATIVE
- Nessuna.