M. Il figlio del secolo (2024). Luca Marinelli è il perfetto capitano della nave camp-espressionista progettata da Joe Wright

Recensione, trama, cast della serie tv M. Il figlio del secolo (2024) di Joe Wright, su Sky Atlantic dal 10 gennaio 2025, riguardante la storia di Mussolini.

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Trailer di “M – Il figlio del secolo

Informazioni sulla serie e dove vederla in streaming

M – Il figlio del secolo è una serie, prodotta da Sky Studios, tratta dal bestseller omonimo di Antonio Scurati, vincitore del Premio Strega 2019, ed è sceneggiata da Stefano Bises e Davide Serino, noti per essere autori di serie di successo come Gomorra – La serie (2014-2021) e The Bad Guy (2022-in corso).

Alla realizzazione hanno collaborato The Apartment in co-produzione con Pathé, in associazione con Small Forward Productions, e in collaborazione con Fremantle e Cinecittà S.p.A.

La serie consta di otto episodi, suddivisibili in due sezioni da quattro episodi ciascuno, della durata di un’ora circa ciascuno. Alla regia troviamo Joe Wright, autore fra l’altro di L’ora più buia (2017), La donna alla finestra (2021) e Cyrano (2021).

Una storia poco studiata nelle scuole, circonfusa più di luoghi comuni e di leggenda che di una verità storica rimasta confinata nei manuali e nella saggistica e che, anche per rispetto dell’impianto del romanzo, andava raccontata senza cadere nelle grandi insidie poste dalla trasposizione in racconto seriale: creare empatia con un protagonista mostruoso, cedere a un’impostazione ideologica, rinchiudersi in una rievocazione storica classica. (Stefano Bises)

M – Il figlio del secolo è stato presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema Internazionale di Venezia 2024. Luca Marinelli, vincitore in passato della Coppa Volpi a Venezia 2019 per Martin Eden e interprete di Benito Mussolini, è stato affiancato, fra gli altri, da Francesco Russo, Barbara Chichiarelli, Benedetta Cimatti, Paolo Pierobon, Lorenzo Zurzolo, Vincenzo Nemolato e Gaetano Bruno.

La produzione sarà disponibile su Sky Atlantic e, in streaming, solo su NOW Tv a partire dal 10 gennaio 2025, con uscita ogni venerdì.

Trama di “M – Il figlio del secolo

La serie narra le vicende che porteranno il fascismo e Benito Mussolini al potere. Dalla fondazione dei fasci nel 1919 al discorso che il Duce fece in Parlamento nel 1925, dopo l’omicidio di Giacomo Matteotti.

In questo excursus temporale, vedremo il protagonista anche nel suo privato: la sua relazione con Margherita Sarfatti, il suo delicato equilibrio matrimoniale con la moglie Rachele e i rapporti con i suoi fidati collaboratori, fra cui Cesare Rossi.

Gaetano Bruno interprete di Giacomo Matteotti in una scena nel Parlamento
Gaetano Bruno interprete di Giacomo Matteotti in una scena nel Parlamento (foto da Ufficio Stampa Sky)

Recensione di “M – Il figlio del secolo

La storia del fascismo e dell’ascesa di Benito Mussolini è stata protagonista di diversi lungometraggi e serialità televisiva. Affrontare una tematica politicamente così forte e, per certi versi, contrastante – soprattutto in Italia – non è lavoro da poco. Per questo, a prescindere dalla resa finale del progetto, un plauso per il coraggio va a Sky Studios e alle società che hanno collaborato alla realizzazione di M – Il figlio del secolo.

Un coraggio che gli sceneggiatori hanno fatto loro. Stefano Bises e Davide Serino, forti di una buona base di partenza – il romanzo di Antonio Scurati – hanno affrontato la scrittura di questa serie in maniera coscienziosa e, soprattutto, originale. Un racconto storicamente accurato che è dato in pasto al pubblico in maniera sagace e ideale per il mainstream OTT.

Una biografia ben riuscita fra camp e noir

M – Il figlio del secolo, che è stato uno dei lavori più apprezzati della Mostra del Cinema di Venezia 2024, può essere suddiviso in due parti. La prima – quella dei primi quattro episodi –racconta la salita al potere del Duce. Una realizzazione che è un’esplosione pop-rock che arriva al confine con il barocco per immergersi totalmente nel camp – con qualche licenza a battute legate all’attualità. Ironia, dissacrazione e tensione ben mescolati grazie a un lavoro perfetto fra tutte le componenti artistiche della serie.

La regia di Joe Wright ci fa accompagnare da un Benito Mussolini, magnificamente interpretato da Luca Marinelli, nei suoi melodrammi politici e sentimentali. L’uso degli “a parte” viene fatto con cognizione di causa e rendendo lo spettatore quasi parte integrante del racconto.

… un racconto che avesse più toni, alternando la tragedia con tratti di commedia nera, e dando al protagonista, Mussolini, la possibilità di rivolgersi direttamente allo spettatore e intavolare un dialogo che rivelasse per intero la spregiudicatezza della sua intelligenza e la ferocia delle sue azioni. Un Mussolini, come nella realtà storica, ingannatore sulla scena pubblica e nella vita privata, ma sincero nel rapporto con lo spettatore; al quale rivela, senza pudori, il suo unico intento: la conquista del potere attraverso un uso massiccio dell’inganno e della violenza. (Stefano Bises)

Una immersione agevolata dalla fotografia di Seamus McGarvey, che amplifica l’emotività delle scene, e dal montaggio pressoché perfetto di Valerio Bonelli. Queste suggestioni visive sono impeccabilmente accompagnate dalle musiche di Tom Rowlands, del duo The Chemical Brothers, tra i primi a rendere accessibile il big beat al grande pubblico.

Barbara Chichiarelli e Luca Marinelli sono Margherita Sarfatti e Benito Mussolini
Barbara Chichiarelli e Luca Marinelli sono Margherita Sarfatti e Benito Mussolini (foto da Ufficio Stampa Sky)

Un cambio di marcia ben congeniato

La seconda parte della serie riguarda la narrazione degli avvenimenti che porteranno all’omicidio di Giacomo Matteotti. Questa tranche, di altrettanti quattro episodi, evidenzia una mutazione narrativa e registica non solo efficace ma più che necessaria. Il regista e la sua troupe decelerano e ciò porta a una visione più emotiva ma per nulla romantica.

Entrare nell’animo dei personaggi e delle situazioni diventa primario, si tralascia il camp e ci si immerge nell’espressionismo – meno didascalico di quello storico del secolo scorso. A questo punto è possibile respirare gli stati d’animo, essere meno colpiti da scenografie e costumi – comunque ben realizzati da Mauro Vanzati e Massimo Cantini Parrini.

Wright riesce, in questo momento a catturare lo spettatore grazie al suo cast attoriale che viene esaltato dalla precisione quasi chirurgica del lavoro prodotto. Così, anche le rappresentazioni più deboli – non in senso generico quanto specificatamente di questa serie – vengono accompagnate rendendo le caratterizzazioni ben amalgamate al contesto proposto.

Paolo Pierobon interpreta Gabriele D'Annunzio
Paolo Pierobon interpreta Gabriele D’Annunzio (foto da Ufficio Stampa Sky)

Attori al massimo grazie a una guida risoluta e sicura

C’è davvero poco da dire sulle interpretazioni di Luca Marinelli, che si conferma uno dei migliori giovani attori italiani, e di Francesco Russo, che porta sullo schermo egregiamente il personaggio di Cesare Rossi ovvero il consigliere – grillo parlante di Mussolini.

Le donne del Duce sono ben definite e delineate. Barbara Chichiarelli è una Margherita Sarfatti algida e determinata e il regista riesce a convogliare il caratteristico tono dell’interprete – distinguibile in diversi film da lei interpretati e che non ne rappresenta difetto bensì particolarità – in un ulteriore valore aggiunto. Benedetta Cimatti è più definita, la sua interpretazione di Rachele Mussolini è relegata a donna dalle umili origini e devota al marito. Nonostante ciò, l’attrice riesce a non esagerare con la caratterizzazione, accentuandone invece l’emotività.

Fra le altre interpretazioni si segnalano quelle di Gaetano Bruno, un Giacomo Matteotti composto e borghese, di Paolo Pierobon, nel ruolo del Vate D’Annunzio, e di Vincenzo Nemolato, che porta con la giusta dose di ironia la figura del re Vittorio Emanuele III.

Rachele Mussolini è interpretata da Benedetta Cimatti (foto da Ufficio Stampa Sky)
Rachele Mussolini è interpretata da Benedetta Cimatti (foto da Ufficio Stampa Sky)

In conclusione

M – Il figlio del secolo è una delle migliori produzioni dell’ultimo periodo, che non può che accontentare sia gli amanti di fiction storiche che quelli più portati all’azione. La suddivisione in episodi da un’ora circa rende il tutto facilmente fruibile. Ma è stato un piacere anche per gli addetti ai lavori, che hanno dovuto vedere la serie in due spezzoni da quattro puntate ciascuno.

Note positive

Note negative

  • Interpretazioni di ottimo livello
  • Lavoro tecnico e registico rasente la perfezione
  • Racconto senza demagogie
  • Non adatto a chi ha preconcetti

Review Overview
Regia
Fotografia
Sceneggiatura
Musiche
Interpretazione
SUMMARY
9.0
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Renato Soriano
Renato Soriano

Mi occupo di spettacolo ed eventi culturali dal lontano 1991. Nasco come attore per diventare poi regista e autore teatrale. I miei studi mi hanno portato a specializzarmi verso la rappresentazione omonormativa nel cinema, italiano e non. Inoltre, sono ideatore del progetto TeatRealtà, legato alla consapevolezza delle nuove tecnologie usando il teatro come realtà.

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