The Good Place – Prima stagione (2016). Sei morto, sei nel paradiso, ma c’è stato un errore

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Locandina di The Good Place - Stagione 1

The Good Place – Prima stagione (2016)

Titolo originale: The Good Place – Prima stagione

Anno: 2016

Paese: Stati Uniti d’America

Genere: Commedia, Fantastico

Casa di Produzione: Fremulon, 3 Arts Entertainment, Universal Television

Distribuzione italiana: Netflix, Infinity TV

Ideatore: Michael Schur

Stagione: 1

Puntate: 13

Regia: Drew Goddard

Sceneggiatura: Michael Schur, Alan Yang, Megan Amram, Jen Statsky, Joe Mande, Daniel Schofield, Matt Hubbard, Aisha Muharrar

Fotografia: David J. Miller

Montaggio: Eric Kissack

Musica: David Schwartz

Attori: Kristen Bell, Ted Danson, William Jackson Harper, Jameela Jamil, D’Arcy Carden, Manny Jacinto

Trailer di The Good Place – Prima stagione

Informazioni sulla serie e dove vederla in streaming

Michael Schur, noto per il suo lavoro come sceneggiatore, produttore e regista in serie TV di successo come The Office, Brooklyn Nine-Nine e nel programma Saturday Night Live (1997-2004), oltre a essere il co-creatore, insieme a Greg Daniels, della serie NBC Parks and Recreation, ha avuto la sua grande occasione nel 2015. Il 13 agosto 2015, la NBC annunciò la realizzazione di una serie di tredici episodi, al momento senza titolo, basata interamente su un’idea di Schur. La serie prese il nome ufficiale di The Good Place, una sitcom fantasy e comica che è stata trasmessa dal 19 settembre 2016 al 30 gennaio 2020 su NBC, per un totale di cinquantatré episodi distribuiti in quattro stagioni. In Italia, la prima stagione è andata in onda su Infinity TV, che ha rilasciato tutti i 13 episodi il 26 aprile 2017. La serie, acclamata dalla critica, vede nel cast Kristen Bell, nota per il ruolo di Veronica Mars dal 2004 al 2019, nel ruolo di Eleanor Shellstrop, la protagonista della serie. Gli altri membri del cast includono William Jackson Harper (Paterson, 2016; Midsommar – Il villaggio dei dannati, 2019), Jameela Jamil, D’Arcy Carden (Bombshell – La voce dello scandalo, 2019; Barry, 2018-23), Manny Jacinto (7 sconosciuti a El Royale, 2018; Top Gun: Maverick, 2022) e Ted Danson.

Trama di The Good Place

Eleanor Shellstrop apre gli occhi e si ritrova in una strana sala d’attesa, dove viene accolta da Michael, un uomo sulla sessantina, che la informa della sua morte improvvisa quando era ancora una giovane donna.

Michael: D’accordo, allora tu, Eleanor Shellstrop, sei defunta. La tua vita terrena è finita e ora sei nella fase successiva della tua esistenza nell’universo.
Eleanor: Forte.

Michael, inoltre, si congratula con Eleanor per essere stata una delle migliori persone sulla Terra e che, proprio grazie alla sua meravigliosa bontà come avvocato che difende le persone nel braccio della morte, ha ottenuto il punteggio per poter entrare nel “The Good Place”, un’utopia paradisiaca in cui vivono le persone che hanno vissuto nella maniera più educata, caritatevole e altruistica sulla Terra. Michael le spiega che in questo luogo paradisiaco ogni umano ha una sua anima gemella, dettata dal cosmo. L’anima gemella di Eleanor è Chidi Anagonye (William Jackson Harper), un professore di etica senegalese. Quando i due rimangono da soli, Eleanor svela a Chidi un segreto: lei non è quell’Eleanor Shellstrop meritevole di stare nel “The Good Place”, ma è il suo opposto. Lei è un Eleanor Shellstrop egoistica, che viveva vendendo, in maniera consapevole, degli integratori ai malati e agli anziani, ben sapendo che quei prodotti non funzionavano minimamente. Inoltre, nella sua vita, non ha mai compiuto un’azione realmente buona e altruistica.

Eleanor è consapevole che il “The Good Place” non è il suo posto, ma allo stesso tempo non vuole andarsene, ben sapendo che se direbbe la verità terminerebbe nel “The Bad Place”, un luogo infernale di tortura. La donna così chiede aiuto alla sua anima gemella, Chidi, che dovrà aiutarla a diventare un umano altruistico meritevole di vivere in quella dimensione spirituale. Nel suo viaggio nel The Good Place, Eleanor e Chidi stringeranno amicizia con Tahani Al-Jamil (Jameela Jamil), una ricca filantropa inglese, e la sua anima gemella Jianyu Li (Manny Jacinto), un Monaco buddista che ha deciso di mantenere il voto del silenzio dall’età di sette anni.

Kristen Bell e William Jackson in the good place - stagione 1
Kristen Bell e William Jackson in the good place – stagione 1

Recensione di The Good Place

Michael Schur realizza per NBC una serie geniale, che gioca con le regole dell’aldilà per consegnarci un paradiso e un inferno alquanto inaspettati. La serie ci catapulta in un aldilà in cui gli esseri umani vengono inviati a “The Good Place” o “The Bad Place” dopo la morte, attraverso un attento e meticoloso calcolo numerico. A ogni essere umano viene assegnato un punteggio numerico basato sulla moralità della loro condotta nella vita, e solo coloro che hanno i punteggi più alti possono vivere per l’eternità nel “The Good Place”, dove i suoi cittadini possono godere di una felicità infinita in cui ogni loro desiderio viene esaudito, grazie all’intelligenza artificiale chiamata Janet. Solo una piccola parte, però, riesce a entrare nel “paradiso”; gli altri, la maggioranza, finiscono nel Bad Place, dove sperimentano un’eternità di torture infinite. Ciò che manca in questo aldilà, in maniera evidente, è una “reale” parte di mezzo (come dichiarerà molteplici volte Eleanor), ma il tutto ci suddivide in buono o cattivo. Ciò che colpisce dalla creazione di questo aldilà è l’aver eliminato, dalla narrazione, ogni sorta di elemento spirituale o religioso, fin dal suo incipit quando Michael dichiara a Eleanor che nessuna religione o arte spirituale ci è mai avvicinata, minimamente, alla comprensione del vero aldilà. Nella serie “The Good Place”, tutto si muove dentro una logica moralistica e di natura etica.

Michael Schur:

Lo spettacolo non prende posizione, le persone che sono lì provengono da ogni paese e religione. Si afferma chiaramente che questa non è una religione qualsiasi. C’è una frase in cui Kristen dice a Ted: ‘Chi aveva ragione su tutto questo, gli indù, i buddisti, i musulmani?’ E dice che ogni religione ha ragione per circa il 5%. Ora, nel 1986 quella linea avrebbe ricevuto forti resistenze… [oggi] nessuno ha mai detto una parola su quella linea. Spirituale ed etico è il modo in cui la pensavo.

La prima stagione, attraverso situazioni assurde e una raffinata ironia, ci introduce nel vero senso di bontà secondo Schur, basato sul concetto di etica. Lo spettatore viene immesso accanto alla nostra protagonista, una donna egoistica che non ha mai compiuto un gesto di bontà o altruismo, ma che ha sempre pensato solamente a sé stessa. Per scappare dalla sua situazione e dal rischio di finire sotto tortura, deve diventare brava. Per farlo, intraprenderà, nel corso della stagione, non tanto delle azioni ma uno studio attento dell’etica filosofica per comprendere il vero significato di cosa vuol dire essere una brava persona. A insegnarle l’etica ci sarà Chindi, la sua anima gemella, uno studioso incallito di etica e filosofia, che però non ha vissuto una reale vita, rimanendo imprigionato dentro ragionamenti senza fine. Le lezioni di etica hanno un duplice ruolo: da un lato rafforzano la tematica della serie che ci conduce a riflettere, insieme ai nostri personaggi, sul significato di bontà; dall’altro servono per gettare le basi del rapporto tra Eleanor e Chindi, fondamentale per il proseguimento dell’intera serie. Eleanor, una persona ignorante e poco incline allo studio, dovrà apprendere e comprendere le complesse logiche e riflessioni etiche di Platone, Sofocle e Kant al fine di trasformarsi in una buona persona e soprattutto comprendere cosa significhi essere una brava persona. Il suo arco narrativo in questa stagione è totalmente strutturato su questo concetto di diventare una brava persona. Il tema filosofico-utopistico su cosa significhi, a livello estetico, essere degno di stare nel paradiso, muove l’intera stagione non solo riguardo al personaggio di Eleanor, ma anche, come vedremo nella sorprendente puntata finale della prima stagione, riguarda Chindi, Tahani Al-Jamil e Jianyu Li, che dovranno confrontarsi con una dura verità riguardo al loro agire. Il significato dell’intera stagione può essere racchiuso in queste parole del creatore dello show, appassionato di filosofia, che per realizzare questo prodotto, un po’ come la protagonista, ha dovuto leggere e studiare numerosi libri di filosofia etica.

Per me, dipende interamente dalle circostanze della persona che compie l’azione. Ora, il tipo di azione, i risultati e le intenzioni dietro l’azione, eccetera, sono tutti fattori importanti da considerare, ma è chiaramente ingiusto aspettarsi che l’uomo più ricco del mondo e la persona più povera del mondo si comportino allo stesso modo date le stesse circostanze. Nessun sistema ragionevole si aspetterebbe che queste due persone agiscano nello stesso modo, né si aspetterebbe che la persona ricca riceva lo stesso credito per aver fatto qualcosa di molto semplice. Consideriamo un’azione come la donazione di un dollaro a un ente di beneficenza. Per Jeff Bezos, che possiede 165 miliardi di quei dollari, tale azione è praticamente inutile. Sarebbe assurdo dargli credito per aver donato un dollaro a un ente di beneficenza. Ma se si tratta di una persona che guadagna quattro dollari al mese e dona un dollaro a un orfanotrofio locale, questa azione è straordinaria. Rappresenta il 25% del loro reddito mensile. Peter Singer ha scritto riguardo a Buffett quando ha promesso 30 miliardi di dollari alla Fondazione Gates. Ha detto: “La gente dice che Warren Buffett è ora il più grande filantropo di tutti i tempi, perché 30 miliardi di dollari rappresentano la più grande donazione mai fatta in beneficenza”. Ma Warren Buffett ha 60 miliardi di dollari, quindi non dovremmo vederlo come una persona che dona 30 miliardi di dollari in beneficenza, ma piuttosto come una persona che ha 30 miliardi di dollari e non ne dona nulla in beneficenza. Quando Bezos ha donato 5 miliardi di dollari, ho pensato: “Ha 165 miliardi di dollari” e capisco che non siano soldi liquidi. So che non sono semplicemente i soldi in cassaforte che può distribuire. Le cose non funzionano in questo modo. Tuttavia, questo è il primo dono significativo che ha dato in beneficenza.

A livello strutturale e di ritmo, la stagione si dimostra ben realizzata, seguendo in modo evidente le orme di “Lost”, soprattutto nell’uso dei numerosi cliffhanger che ci mostrano frammenti delle vite dei nostri protagonisti, proprio come accadeva nella serie “Lost”. Non a caso, prima della realizzazione della serie, Schur ha discusso l’idea embrionale di “The Good Place” con il co-creatore di “Lost”, Damon Lindelof. I primi tredici episodi sono ben scritti, immergendoci nel suo universo in modo ottimale. La stagione guadagna ulteriore valore grazie alle performances attoriali del cast, che riescono a rendere i loro personaggi sorprendentemente complessi nonostante siano in parte stereotipati: c’è il nerd, l’idiota, l’egoista e la filantropa.

Kristen Bell in The Good Place - Stagione 1
Kristen Bell in The Good Place – Stagione 1

In conclusione

Un’ottima sitcom che, nonostante i personaggi stereotipati, funziona bene a livello di ritmo, comicità e tematiche affrontate. Se siete appassionati di storie con ragionamenti filosofici a tratti grotteschi e comici, questa potrebbe essere la serie adatta a voi.

Note positive

  • Intepretazione
  • Sceneggiatura
  • Tematica

Note negative

  • Tahani Al-Jamil, Jianyu Li e Chindi sono un pizzico troppo stereotipizzati 
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