X – A Sexy Horror Story (2022): tra citazionismo e sperimentazione

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Trailer italiano di X

Midnight Factory, etichetta di proprietà di Koch Media, distribuisce  X – A Sexy Horror Story di Ti West con Mia Goth, il nuovo atteso horror slasher prodotto da A24 in uscita il 14 luglio 2022 nelle sale cinematografiche. Girato in Nuova Zelanda, X porta sullo schermo un’irriconoscibile Mia Goth alle prese con un doppio ruolo – grazie all’uso di un incredibile trucco prostetico – che la porterà a lottare con se stessa per la sopravvivenza. Il film ha ottenuto inoltre l’approvazione del maestro dell’horror Stephen King, che l’ha definito “un film horror estremamente buono. Spaventoso, intelligente, consapevole. Ah! E anche divertente”.

Nello stesso giorno dell’uscita in sala in oltre 200 copie, X – A Sexy Horror Story è stato vietato ai minori di 18 anni dalla Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche incaricata dalla Direzione generale Cinema e audiovisivo del Ministero della Cultura. Le emozioni forti che il film promette hanno evidentemente impressionato la Commissione a tal punto che l’ha reputato non adatto ai minori per “l’insieme delle scene in cui sono presenti uno o più contenuti sensibili, il tono e l’impatto potenziale delle stesse nonché il contesto narrativo, il livello d’intensità del contenuto sensibile rilevato”; l’efficace miscela di horror e p*rno hanno conseguentemente portato ad alzare il divieto per la visione ai maggiorenni.  

Trama di X – A Sexy Horror Story

1979. Wayne, produttore di film p*rnografici, conduce la sua troupe – composta dal regista RJ con la fidanzata Lorraine, dagli attori Jackson e Bobby-Lynne e dalla star e compagna Maxine – nel profondo Texas rurale, per girare una pellicola di ambientazione redneck. La troupe affitta una casa isolata di proprietà del vecchio Howard e della moglie Pearl, tanto misteriosa quanto inquietante.

Recensione di X – A Sexy Horror Story

Il lungometraggio di Ti West è, insieme a Men di Alex Garland, uno dei film dell’orrore distribuiti dalla A24, azienda statunitense celebre per le innovazioni portate nel mondo dell’horror. X, tuttavia, si discosta decisamente dalle atmosfere new wave di Eggers, Aster e affini, avvicinandosi piuttosto a una rilettura provocatoria del sottogenere slasher, che estremizza il postmodernismo parodico di Scream e approfitta delle attualizzazioni mainstream targate Netflix – si pensi al recente Fear Street, ma anche alla quarta stagione di Stranger Things, chiaramente figlia di Michael Myers e compagnia.

Il citazionismo compulsivo caratterizza in modo spesso esagerato l’attuale cinema postmoderno, e X non fa eccezione: West si dimostra bravissimo nel saccheggiare i suoi punti di riferimento ma, complice un miscuglio di spunti difficile da tenere in equilibrio, non si rivela altrettanto abile a strutturare una storia originale. Tuttavia, nonostante il senso d’incertezza che pervade la sceneggiatura, la direzione estetica e tematica di West riesce a emergere e a rendere interessante la pellicola. La ripresa dello slasher non si configura come piatta imitazione di Scream, ma si concentra su aspetti del genere tendenzialmente trascurati dal citazionismo horror contemporaneo: il principale modello di riferimento è infatti Non aprite quella porta di Tobe Hooper, slasher estremamente adulto, crudo e realistico, oltre che adatto a interpretazioni socio-politiche che West inserisce nella sua pellicola.

Il conflitto interno agli USA tra la gioventù innovatrice e la tradizione conservatrice è portato al centro di X grazie al gioco di sovrapposizione tra horror e p*rnografia. L’ambiente del cinema a luci rosse è ispirato a Boogie Nights di Paul Thomas Anderson, l’altro grande punto di riferimento di West: il citazionismo di X esce quindi dal puro ambito dell’horror per sconfinare in altri generi, compresa la commedia (è presente addirittura un omaggio a Harry, ti presento Sally), minando la coesione tematica del film ma conferendogli anche la giocosità che il regista ricerca. Nel conflitto gioventù – vecchiaia, rappresentato in senso sia orrorifico che politico come battaglia sul corpo della donna, sono evidenti le tracce della poetica di Sam Levinson, nome di punta della A24 e co-produttore esecutivo, noto per le sue rappresentazioni femminili provocatorie e suggestive, anche se spesso didascaliche.

Un momento di X

In conclusione

X è un horror imperfetto e spesso confuso, ma anche interessante e decisamente attuale. La regia di West si dimostra inoltre abile e coerente, grazie soprattutto all’uso di una splendida pellicola vintage 35mm.

Note positive

  • Sovrapposizione tematica di horror e p*rnografia
  • Regia e soprattutto fotografia
  • Cast in parte

Note negative

  • Scarsa coesione narrativa
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