Cobweb (2023). Una narrazione metacinematografica

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Cobeweb film coreano locandina

Cobweb

Titolo originale: Geomijip

Anno: 2023

Nazione: Corea del Sud

Genere: Commedia

Casa di produzione: Anthology Studio

Distribuzione italiana: Non specificata

Durata: 135 minuti

Regia: Kim Ji-woon

Sceneggiatura: Shin Yeon-shick

Fotografia: Kim Ji-yong

Montaggio: Yang Jin-mo

Musica: Mowg

Attori principali: Park Jeong-su, Krystal Jung, Oh Jung-se, Song Kang-ho, Lim Soo-jung, Jeon Yeo-been, Jang Young-Nam

Trailer di Cobweb

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Dal celebre regista coreano Kim Ji-woon, noto per aver diretto una varietà di pellicole che spaziano attraverso generi diversi, dal thriller “Two Sisters” (2003) al western “Il buono, il matto, il cattivo” (2008), fino al genere storico d’azione con “L’impero delle ombre” (2016), nel 2023 prende forma la commedia nera “Geomijip”, conosciuta all’estero con il titolo “Cobweb”. Alla sceneggiatura troviamo Shin Yeon-shick, mentre nel ruolo del protagonista troviamo l’acclamato attore coreano Song Kang-ho, noto al pubblico mondiale grazie alla sua partecipazione ai film di Park Chan-wook, come “Mr. Vendetta”, e ai film di Bong Joon-ho, tra cui “Memories of Murder“, “The Host“, “Snowpiercer” e “Parasite“. Per Song Kang-ho, questa è la quinta collaborazione artistica con Kim Ji-woon, dopo aver partecipato come attore in “Jo-yonghan gajok”, “Banchikwang”, “Il buono, il matto, il cattivo” e “L’impero delle ombre”.

“Cobweb” è stato presentato fuori concorso al Festival di Cannes il 25 maggio 2023, ottenendo un interessante successo di pubblico in Corea, con un incasso di 2.174.044 dollari al 14 ottobre 2023. In Italia, la pellicola è stata presentata in anteprima nazionale alla 22ª edizione del Florence Korea Film Fest, il 23 marzo 2024, presso il Cinema La Compagnia, alla presenza del regista e dell’attore.

Trama di Cobweb

Negli anni ’70, Kim (interpretato da Song Kang-ho) si trova in una fase complicata della sua vita. Dopo il successo della sua opera prima, accolto con plauso dalla critica e dal pubblico, la sua carriera ha preso una strada tortuosa, caratterizzata da numerosi insuccessi artistici. Kim è ora tormentato dalle feroci critiche e dalle innumerevoli derisioni dei giornalisti, che lo definiscono un regista fallito. Tuttavia, Kim ha l’intenzione di realizzare il film della sua vita, una pellicola che possa mostrare al mondo intero il suo genio. Dopo aver completato le riprese del suo ultimo film, “Cobweb”, il regista inizia ad avere numerosi sogni che gli donano l’ispirazione necessaria per rendere il suo film un capolavoro, ma per farlo è costretto a rigirare numerose scene. Tuttavia, si trova di fronte a numerosi ostacoli: da un lato, il copione incontra resistenze da parte della censura, che ritiene che la pellicola sia contraria allo Stato; dall’altro lato, la produttrice Baek (interpretata da Jang Young-nam) si oppone alla prosecuzione delle riprese, sostenendo che il film sia già concluso. Nonostante ciò, Kim riesce a convincere la giovane produttrice Shin Mi-do, dipendente di Baek, ad aiutarlo a riprendere il film segretamente. Il regista riunisce sul set tutti gli attori di cui ha bisogno, dall’attrice veterana Lee Min-ja (interpretata da Lim Su-jeong) alla superstar Kang Ho-se (interpretato da Oh Jung-se) e alla giovane stella Han Yoo-rim (interpretata da Jung Soo-jung), ma gli attori, con i loro impegni incrociati, manifestano il loro malcontento. La situazione precipita quando il produttore e il responsabile della censura, tornati da un viaggio d’affari, si presentano sul set, trasformando la situazione in un vero caos… Riuscirà “Cobweb” a diventare il capolavoro del secolo?

Song Kang-ho in Cobweb
Song Kang-ho in Cobweb

Recensione di Cobweb

Se Alejandro González con il suo Birdman – o (L’imprevedibile virtù dell’ignoranza) con il suo approccio da commedia nera ci aveva condotto con eleganza e maestria registica e narrativa dietro le quinte del set teatrale, dove seguivamo l’attore decaduto Riggan Thomson tentare di mettere in scena uno spettacolo teatrale a Broadway, dal romanzo “Di cosa parliamo quando parliamo d’amore” di Raymond Carver, Kim Ji-woon con il suo Cobweb (lett. Ragnatela) ci porta dietro le quinte della settima arte, per raccontarci il regista decaduto Kim in un disperato tentativo di portare sullo schermo, attraverso la realizzazione di un film autoriale e di genere, la sua visione personale e intima di sé stesso e del mondo circostante.

Cobweb è un viaggio dietro le quinte del cinema, dietro il set cinematografico, al fine di raccontarci le numerose sfide produttive e registiche che fanno parte di questo grande gioco che è il Cinema. Per questa sua natura di descrizione accurata del set cinematografico, un luogo narrato attraverso un climax da commedia che erge a primo protagonista il caos generale che avvolge questo luogo, la pellicola risulta possedere un approccio narrativo marcatamente metacinematografico, come lo sono state pellicole quali Effetto Notte (1973), Passion (1982), 8 e mezzo (1963) e perfino la serie italiana Boris. Cobweb va a descrivere narrativamente i meccanismi e i vari funzionamenti del linguaggio cinematografico, di come vengono realizzate sul set determinate scene e come il regista si comporta e si atteggi nei confronti dei suoi attori. Tuttavia, va notato che il lungometraggio non riesce completamente a mostrare e a raccontare i vari meccanismi del cinema, rischiando di cadere in un caos generale che, a tratti, diventa il protagonista assoluto del film. Cobweb ci conduce in un clima caotico fatto di rumore e di confusione, specialmente con le numerose liti tra il cast, in particolare con la stella emergente coreana Han Yoo-rim, interpretata con estrema maestria dalla cantante Krystal, che mostra tutti i tormenti dell’attrice ‘star’ con i suoi capricci personali, portando il regista Kim in grandi difficoltà più e più volte.

I personaggi ci vengono più o meno presentati con una sorta di semi-tridimensionalità narrativa, ma nessuno di essi riesce a risultare veramente interessante, nonostante le ottime prove attoriali del cast. Anche il personaggio di Kim, interpretato da Song Kang-ho, avrebbe potuto e dovuto essere maggiormente approfondito e avere un ruolo di maggior peso all’interno del film. A tratti, infatti, sembra che la storia si dimentichi di raccontare questo uomo, con la sua personalità spaventata e piena di insicurezze caratteriali, che al primo pericolo decide di tagliare la corda. La narrazione, infatti, in alcuni momenti sembra dimenticarsi del suo protagonista, concentrando l’attenzione su una storia corale più interessata a descrivere le difficoltà nel fare cinema e i rapporti complicati tra attori, regista, casa di produzione e censura. Questo avviene all’interno di un climax apertamente caotico che, se da un lato aggiunge una componente di commedia più intellettuale alla storia, dall’altro risulta pesante nel lungo andare, con numerose scene che sembrano ripetersi senza portare la narrazione avanti.

La pellicola sembra voler essere una critica all’industria cinematografica coreana degli anni ’70. Il tema centrale del film è la difficoltà nel realizzare un film, con gli sceneggiatori e il regista costretti a fare numerosi aggiustamenti alle loro opere. Non è un caso che Kim, durante l’intero arco narrativo, debba scontrarsi sia con la casa di produzione, che non gli permette di rifare alcune scene, sia con la censura, un organo che vuole costringere il regista a effettuare tagli e modifiche per permettere la distribuzione cinematografica del suo film. Allo stesso tempo, ‘Cobweb’ risulta essere un atto romantico nei confronti del cinema, in cui un regista sfida tutto e tutti per donare al pubblico la sua autentica visione. Per certi versi, sembra che lo sceneggiatore Shin Yeon-shick voglia sottolineare che per realizzare un grande film di genere, il regista autoriale deve essere lasciato libero di esprimersi senza vincoli e censure, considerando quest’ultima come la principale nemica dell’espressività autoriale e del cinema stesso.

Song Kang-ho in Cobweb
Song Kang-ho in Cobweb

Dal punto di vista visivo, il film offre scene di grande interesse, come quella che mostra il regista impegnato in un long take. Questa sequenza, che si distingue per la sua durata prolungata e la continuità dell’azione senza interruzioni, aggiunge profondità e coinvolgimento allo spettatore, immergendolo completamente nell’azione. Inoltre, è degno di nota il gioco fotografico adottato dal regista, che utilizza il colore per rappresentare la vita sul set e il bianco e nero per le scene di recitazione o del film stesso. Questa scelta crea un contrasto visivo distintivo tra la realtà e la finzione, fornendo uno stile visivo retrospettivo che si sposa perfettamente con il contesto del film. Questa dualità visiva tra colore e bianco e nero non solo aggiunge interesse estetico al film, ma aiuta anche lo spettatore a distinguere chiaramente tra le due dimensioni, consentendo una migliore comprensione dei momenti di realtà e di finzione che si intrecciano lungo il percorso narrativo.

In conclusione

Cobweb offre uno sguardo affascinante e caotico dietro le quinte del cinema, esplorando le sfide produttive e registiche che caratterizzano l’industria cinematografica. Sebbene il film presenti un approccio metacinematografico e offra momenti visivi di grande interesse, alcuni personaggi risultano meno sviluppati di altri, compromettendo la profondità complessiva della narrazione. Tuttavia, l’opera si distingue per la sua critica dell’industria cinematografica degli anni ’70 e per il suo elogio dell’espressione artistica senza vincoli. Nel complesso, Cobweb offre una visione intrigante e riflessiva del mondo del cinema, invitando gli spettatori a riflettere sulle dinamiche e sulle sfide dietro alla creazione di un film.

Note positive

  • Esplorazione del dietro le quinte del cinema: Il film offre uno sguardo approfondito e coinvolgente sulle sfide e le dinamiche del processo di produzione cinematografica. Questo approccio metacinematografico offre spunti interessanti sulla complessità e il caos che possono caratterizzare il mondo del cinema.
  • Critica dell’industria cinematografica: “Cobweb” offre una critica intelligente e pungente dell’industria cinematografica coreana degli anni ’70, esplorando le difficoltà e le pressioni che i registi devono affrontare da parte delle case di produzione e della censura. Questo tema centrale aggiunge profondità e rilevanza al film.
  • Interpretazioni di alto livello: Il cast offre ottime prove attoriali, con particolare menzione per Song Kang-ho nel ruolo del protagonista Kim. Le performance contribuiscono a rendere i personaggi credibili e coinvolgenti per lo spettatore.
  • Estetica visiva interessante: Il film presenta scene visivamente accattivanti e una fotografia che gioca con il contrasto tra colore e bianco e nero per distinguere la realtà dalla finzione. Questo contribuisce a creare un’atmosfera suggestiva e coinvolgente.

Note negative

  • Caratterizzazione dei personaggi: Nonostante le ottime performance del cast, alcuni personaggi non riescono a emergere completamente a causa di una caratterizzazione superficiale. Il protagonista, Kim, avrebbe potuto essere approfondito ulteriormente per rendere la sua storia più coinvolgente e complessa.
  • Peso eccessivo del caos narrativo: Il film rischia a tratti di perdere di focus a causa del caos generale che pervade molte scene, con numerosi personaggi e situazioni che si susseguono senza un chiaro sviluppo narrativo. Questo rende la visione pesante e ridondante in alcuni momenti.
  • Ripetitività delle tematiche: Alcune tematiche, come la lotta del regista contro la censura e le pressioni della casa di produzione, vengono ripetute più volte nel corso del film, senza offrire nuovi spunti o sviluppi significativi. Ciò contribuisce alla sensazione di pesantezza della narrazione.
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