Passages (2023): l’amore tra tossicità e superficialità.

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Locandina di Passages

Passages

Titolo originale: Passages

Anno: 2023

Paese: Francia

Genere: Drammatico

Casa di produzione: SBS Films

Distribuzione: Mubi, Lucky Red

Durata: 91’

Regia: Ira Sachs

Sceneggiatura: Ira Sachs, Mauricio Zacharias

Fotografia: Josée Deshaies

Montaggio: Sophie Reine

Musica: –

Attori: Adèle Exarchopoulos, Franz Rogowski, Ben Whishaw, Erwan Kepoa Falé

Trailer di Passages

Informazioni sul fim e dove vederlo in streaming

Disponibile nei cinema italiani dal 17 agosto 2023 grazie a Mubi e Lucky Red, Passages è un lungometraggio drammatico, con tematiche inerenti al gender fluid, diretto dal regista statunitense Ira Sachs (I toni dell’amore – Love is Strange, Little Men), con protagonista l’attore tedesco Franz Rogowski, Ben Whishaw (Skyfall, Paddington, Women Talking – Il diritto di scegliere) e la vincitrice della Palma d’oro a Cannes Adèle Exarchopoulos (La vita di Adele, The Five Devils). La pellicola è stata presentata in primis al Sundance film festival e successivamente alla Berlinale, dove ha riscosso un caloroso successo di critica.

Trama di Passages

Tomas (Franz Rogowski) un giovane regista omosessuale durante una festa fa la conoscenza di Agathe (Adèle Exarchopoulus) incontro che sfocierà in una calda notte di passione, sullo sfondo di un Parigi  piuttosto “asciutta”, spogliata dalla sua classica aurea romantica. Successivamente il cineasta, stravolto dall’assoluta novità dell’esperienza erotica appena vissuta, deciderà di confessare l’avvenimento a suo marito Martin (Ben Whishaw) il quale, con lucida freddezza, sceglierà di ignorare l’accaduto.

Con il passare dei giorni Tomas si ritroverà a incarnare il focus di un triangolo amoroso malato, in costante limbo tra la passione sessuale e la dipendenza affettiva, il filmmaker assumerà più che ruolo di vittima quello di carnefice, il suo egocentrismo patologico alimenterà questo circolo vizioso composto da dinamiche relazionali tutt’altro che sane.

Fotogramma di Passages
Fotogramma di Passages

Recensione di Passages

Dal punto di vista registico Passages gode di una certa armonia formale conferita dalle scelte stilistiche adottate dal regista. Ira Sachs, infatti, opta per una regia per lo più classica ornata da alcune inquadrature e movimenti di macchina chiaramente ispirati al cinema autoriale francese, ad esempio alle volte durante un dialogo i due interpreti “escono” dall’inquadratura, svuotando quest’ultima e creando un effetto straniante, un’operazione tipica di certi autori appartenenti alla Nouvelle vague. 

Degne di nota risultano le scene di carattere sessuale, un fine elogio alla comunicazione fisica, dove l’eros viene espresso intensamente dalle eccezionali performance attoriali, in particolare Adèle Exarchopoulos garantisce una prestazione eccelsa tramite i suoi movimenti a metà tra l’erotico e il sublime. In generale quindi, si possono indicare le performance attoriali come uno dei pilastri su cui la pellicola si erge, gli attori hanno svolto un lavoro sopraffino nell’interpretare i personaggi.

Quest’ultimi rappresentano la nota dolente del lungometraggio, inizialmente nei primi minuti della visione essi appaiono come macchiette stereotipate in attesa di uno sviluppo più approfondito delle relative personalità. Con il passare dei minuti i nostri protagonisti non sono soggetti a una caratterizzazione più specifica, risultando superficiali, appaiono come strumenti utili unicamente per la rappresentazione del triangolo amoroso e tossico accennato in precedenza. Ad esempio, Tomas come sappiamo è un regista di carattere autoritario, gestisce il set senza mezze misure, ma nello svolgimento narrativo dell’intreccio questo elemento caratterizzante del personaggio scompare, per poi ritornare brevemente sul finale, come se fosse appunto un oggetto utile unicamente allo sviluppo drammaturgico.

La sceneggiatura di Ira Sachs e Mauricio Zacharias è in grado di trattare in maniera dignitosa tematiche tanto complesse quanto comuni, gli autori preferiscono focalizzarsi sulle tematiche e non sui personaggi, il risultato di ciò è una difficile identificazione emotiva, che di certo non giova al film e al messaggio che intende lanciare, alle emozioni che intende suscitare.

Il “profilmico” invece si presenta solido è ben realizzato. La fotografia diretta da Josée Deshaies, valorizza gli interni, creando in un alcune sequenze un accostamento di luci e di ombre piacevoli da vedere, questo anche grazie alla scenografia di Pascale Consigny che ha svolto un lavoro minimale per certi versi ma estremamente efficace. Spicca invece l’ottimo lavoro di Khadija Zeggai per quanto riguarda i costumi, credibili e originali, colpiscono l’occhio e sono sempre adeguati alle personalità dei personaggi. Il montaggio (Sophie Reine) è di natura classica e si attiene alla narrazione in modo ottimale.

Franz Rogowski (Passages, Ira Sachs 2023)
Franz Rogowski (Passages, Ira Sachs 2023)

In conclusione

Passages è un’opera esteticamente valida che intende trattare tematiche contraddittorie ma universali.Il risultato è un lungometraggio classico ma di ispirazione autoriale, dove brillano le eccezionali performance attoriali e il profilmico generale, a discapito però della sceneggiatura e del relativo sviluppo drammaturgico, il quale non approfondisce il lato più umano dei suoi protagonisti.Un buon lavoro che avrebbe certamente beneficiato di un approccio meno superficiale.

Note positive

  • Cast attoriale
  • Fotografia
  • Costumi 
  • Scenografia 
  • Regia

Note negative

  • Scarso approfondimento dei personaggi
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