Billy Lynn – Un giorno da eroe (2016): il provocatorio messaggio di Ang Lee

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Trailer italiano di Billy Lynn – Un giorno da eroe

Diretto dal due volte Premio Oscar Ang Lee (per I segreti di Brokeback Mountain e Vita di Pi, rispettivamente nel 2006 e nel 2013), Billy Lynn – Un giorno da eroe è basato sul romanzo È il tuo giorno, Billy Lynn! (2012) scritto da Ben Fountain che ha ottenuto il National Book Critics Circle Award. Il film, sceneggiato dall’esordiente Jean-Christophe Castelli, è curato dal direttore della fotografia John Toll (Vento di passioni, 1994; Braveheart – Cuore impavido, 1995; La sottile linea rossa, 1998) e montato da Tim Squyres (La tigre e il dragone, 2000; Vita di Pi, 2012), mentre la colonna sonora è coordinata dal duo Jeff DannaMychael Danna (Oscar 2013 proprio per Vita di Pi). Nel cast, oltre all’esordiente Joe Alwyn (poi visto in La Favorita e Harriet), figurano Garrett Hedlund (tra i protagonisti della nuova serie Tulsa King, 2022), Vin Diesel, Steve Martin, Chris Tucker e la candidata all’Oscar 2022 Kristen Stewart (per Spencer, Pablo Larraín, 2021). Il lungometraggio ha ottenuto candidature sia all’Hollywood Film Awards 2016 (vincendo entrambi i premi) sia al Satellite Awards 2017 nelle categorie migliore fotografia, migliori effetti speciali, migliore montaggio e migliore montaggio sonoro.

Joe Alwyn e Vin Diesel in Billy Lynn - Un giorno da eroe
Joe Alwyn e Vin Diesel in Billy Lynn – Un giorno da eroe

Trama di Billy Lynn – Un giorno da eroe

In seguito ad una coraggiosa azione effettuata durante la guerra in Iraq, i membri della Bravo Squad diventano eroi nazionali, tanto da venire richiamati in patria per effettuare un tour che culminerà nella loro presenza durante una partita della National Football League il Giorno del Ringraziamento. Tra loro c’è il diciannovenne Billy Lynn (Joe Alwyn), protagonista assoluto, insieme al Sergente Maggiore Shroom (Vin Diesel), della storia svolta in Iraq. Negli States è invece il Sergente David Dime (Garrett Hedlund) ad essere impegnato nel gestire la squadra tra le difficoltà delle varie “incombenze civili”, come l’ipotetica produzione di un film basato sulla storia della Bravo Squad: un progetto coordinato da Albert (Chris Tucker) e potenzialmente finanziato dall’uomo d’affari Norm Oglesby (Steve Martin), molto interessato alla trasposizione cinematografia dell’azione di Billy Lynn e dei suoi commilitoni…

Una scena di Billy Lynn - Un giorno da eroe
Una scena di Billy Lynn – Un giorno da eroe

Recensione di Billy Lynn – Un giorno da eroe

Il penultimo lungometraggio di Ang Lee, prima del discusso Gemini Man (2019), è senz’altro un’opera complessa, esito del (profondo) pensiero di un cineasta che ama sperimentare in ogni campo: dall’aspetto prettamente tecnico – Billy Lynn è il primo film ad essere girato a 120 frame al secondo – fino a quello estetico e narrativo, dando seguito allo scalpore ottenuto con il premiato I segreti di Brokeback Mountain (2005). In questo caso, affidandosi ad un cast che comprende (anche) artisti comici e icone del cinema action, Lee sfida gli stereotipi di un’era contemporanea che, secondo il suo pensiero, può essere considerata il sinonimo di una drammatica messinscena priva di valori e dominata dal cinismo. Un ragionamento certamente pessimistico, dal carattere personale, in grado di travestirsi da “scenografia” dell’intero lungometraggio. Perché in Billy Lynn non vi è solo una compressione temporale della storia (meno di 24 ore, escludendo i flashback), ma anche – e soprattutto – un senso di oppressione e smarrimento, in cui il protagonista (un plauso all’esordiente Joe Alwyn) appare alla mercé di un sistema impegnato a confezionare uno script senza grande considerazione di quella (vera) “sceneggiatura” che lo ha preceduto.

Billy Lynn - Un giorno da eroe
Billy Lynn – Un giorno da eroe

In tal senso, la produzione di un ipotetico film con un cast altisonante associato all’invito ad una partita di football americano il Giorno del Ringraziamento e alla promessa di guadagni ingenti, non fanno altro che rappresentare una finzione che Lee, contestando (e provocando) un atteggiamento considerato ipocrita, accosta al nobile concetto di “eroe”. Nel suo film, che può essere associato ad una particolare “opera teatrale”, inserisce infatti i membri della Bravo Squad in un ambiente paradossalmente ignaro della realtà del passato, la cui attenzione è totalmente rivolta alla programmazione del presente, ovvero il periodo in cui bisogna apparire, comunicare la propria forza, rispondere a dei bisogni poi concretizzati con la marcia durante l’halftime show in compagnia delle Destiny’s Child. Le stesse che Lee rappresenta sempre sfuggenti, in un certo senso ricalcando le evanescenti “sirene” di Fratello, dove sei? (J. Coen, E. Coen, 2000), quasi a conferma del “sogno” che Billy e la sua squadra stanno vivendo. E del resto la verità, in Billy Lynn, ha davvero i contorni di un miraggio. Intervallato da flashback che raccontano ciò che è avvenuto prima: dal principio di una sceneggiatura spesso combaciante con eventi drammatici in cui la parola “eroe” assume un significato ben più complesso. La figura del Sergente Maggiore Shroom, ad esempio, in tale contesto ottiene una profondità che scompare nel presente, sostituita dall’operosità di Albert e dal cinismo di Norm Oglesby.

Viene così spontaneo avvicinarsi al personaggio interpretato da Joe Alwyn, conturbato da un palcoscenico a cui non appartiene e ostaggio di continui rimandi alla tragedia della guerra. I fuochi d’artificio durante l’halftime show e l’Hummer H2 Limousine che trasporta la squadra verso lo stadio ne sono un esempio. Quel veicolo ricorda a Billy l’Humvee dell’Iraq, mentre lo spettacolo pirotecnico rappresenta la chiara analogia con il dramma del conflitto rendendo la Bravo Squad un elemento solitario nell’ambiente civile: uno stato d’animo perfettamente rappresentato dalla raffinata (a livello estetico) estraneità di Lynn durante lo show delle Destiny’s Child. Del resto, la squadra trova nelle rigide regole militari la propria (paradossale) comfort zone, sottolineando le innumerevoli difficoltà nel “tornare a casa”. Per questa ragione Shroom diventa il riferimento e Norm Oglesby la persona da cui prendere le distanze. Forse eccessivamente stereotipato (come i personaggi di Kristen Stewart e della cheerleader Makenzie Leigh), il carattere interpretato da Steve Martin definisce però il duro impatto dei giovani soldati con una parte del mondo dell’entertainment, qui convinto di potersi impossessare di una storia allo stesso tempo personale e complessa. Esattamente come il film di Ang Lee, al quale bisogna riconoscere il pregio di trattare un argomento da un punto di vista provocatorio e (decisamente) inusuale.

Joe Alwyn e Kristen Stewart in Billy Lynn - Un giorno da eroe
Joe Alwyn e Kristen Stewart in Billy Lynn – Un giorno da eroe

In conclusione

Come spiegato nella recensione, Billy Lynn non è propriamente un film di guerra. Il cineasta Ang Lee coglie lo “spunto bellico” per analizzare la società dell’oggi, inserendo i giovani soldati della Bravo Squad all’interno di una scenografia civile capace di omaggiare e isolare al tempo stesso. Un lungometraggio basato su concetti profondamente personali in cui Lee riveste il ruolo di assoluto protagonista.

Note positive

  • Il racconto atipico e provocatorio di un “dietro le quinte” dal carattere originale
  • Il convincente esordio di Joe Alwyn
  • L’inserimento di Vin Diesel e Steve Martin in ruoli diversi dalle loro più comuni interpretazioni
  • La fotografia di John Toll (con un plauso ai fuochisti)
  • Il montaggio di Tim Squyres

Note negative

  • Alcuni personaggi possono apparire eccessivamente stereotipati. La motivazione può comunque essere spiegata con l’intenzione, da parte di Lee, nel sottolineare le ipocrisie identificate dalle sue riflessioni
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