Fabbricante di Lacrime (2024). Dal romanzo al film

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Trailer di Fabbricante di lacrime

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

La storia di Erin Doom, pseudonimo di Matilde, ha visto la luce nel 2017 quando decise di condividere a puntate i suoi primi due romanzi inediti, “Nel modo in cui cade la neve” e “Fabbricante di lacrime”, su Wattpad. Wattpad è un social network di lettura sociale che ospita una comunità multilingue di lettori e scrittori, offrendo loro la possibilità di pubblicare qualsiasi contenuto originale sul proprio profilo. I due romanzi hanno ottenuto un enorme successo all’interno della piattaforma, spingendo Erin Doom a pubblicare, a proprie spese, su Amazon il romanzo “Fabbricante di Lacrime”. Quest’opera è diventata un vero caso letterario dell’anno, tanto che la casa editrice Magazzini Salani ha contattato la scrittrice per acquistare e ripubblicare a proprie spese il romanzo. Il libro ha ottenuto un grande successo commerciale grazie alla spinta della comunità di BookTok italiana su TikTok. Influencer di spicco nel mondo della letteratura hanno incoraggiato i propri fan ad acquistare il romanzo, rendendolo il libro più venduto nel 2022 con circa 450.000 copie vendute.

Nel 2023, la Colorado Film ha acquisito i diritti del libro “Fabricante di Lacrime” per realizzare un adattamento cinematografico destinato al pubblico giovane. La regia è stata affidata al cineasta e sceneggiatore Alessandro Genovesi, noto per opere come “La peggior settimana della mia vita” (2011), “10 giorni con Babbo Natale” (2020) e “7 donne e un mistero” (2021). Nel cast troviamo la debuttante Caterina Ferioli nel ruolo della protagonista Nica, e l’attore-rapper ex-amici Simone Baldasseroni, conosciuto come Biondo nella scena musicale, nel ruolo del misterioso Rigel. La pellicola italiana, prodotta da Iginio Straffi, creatore di Winx, e Alessandro Usai, viene distribuita su Netflix a partire dal 4 aprile 2024, senza passare per le sale cinematografiche.

Trama di Fabricante di Lacrime

All’interno delle mura dell’orfanotrofio di Grave, dove Nica ha trascorso gran parte della sua vita, circola da sempre una leggenda: quella del Fabbricante di Lacrime, un enigmatico artigiano ritenuto responsabile di aver plasmato tutte le paure e le angosce che affliggono gli uomini. Tuttavia, a diciassette anni, per Nica è giunto il momento di abbandonare le favole e affrontare la realtà. Il suo più grande desiderio, l’adozione, sembra finalmente avverarsi: i coniugi Milligan sono pronti ad accoglierla nella loro famiglia. Tuttavia, la nuova casa porta con sé una sorpresa inaspettata: insieme a Nica viene adottato anche Rigel, un ragazzo orfano dal carattere inquieto e misterioso, l’ultima persona al mondo che Nica avrebbe desiderato come fratello adottivo. Nonostante abbiano un passato comune al Grave, la convivenza tra Nica e Rigel sembra impossibile. Tuttavia, scopriranno che gentilezza e rabbia sono solo due modi diversi di affrontare il dolore, e saranno destinati a diventare l’uno per l’altro proprio quello di cui hanno bisogno. Ma il Fabbricante di Lacrime non accetta menzogne, e Nica e Rigel dovranno trovare il coraggio di accettare la forza che li attira l’uno verso l’altro: l’amore.

I due protagonisti in Fabricante di Lacrime
I due protagonisti in Fabricante di Lacrime

Recensione di Fabbricante di Lacrime

Alessandro Genovesi realizza un’opera cinematografica che vive una forte commistione di generi. Ci conduce, sia attraverso l’impianto drammaturgico che quello visuale e fotografico, all’interno di una narrazione che oscilla tra un mondo fiabesco e fatato in stile serie TV Netflix “Winx“, attraverso la leggenda del Lupo e del misterioso Fabricante di Lacrime, fino a un mood prettamente adolescenziale, il tutto riferendosi a pellicole romantiche per giovanissimi in stile “Twilight” e “After“. Tuttavia, possiede anche una sottotrama tematica di enorme peso, in grado di spostare la pellicola entro i contorni del dramma personale. “Fabricante di Lacrime”, infatti, attraverso la sua storia d’amore e i suoi toni adolescenziali, intende raccontarci una storia di abusi fisici e psicologici. Nella narrazione si tratta delle violenze che i personaggi hanno dovuto sia subire sia assistere all’interno dell’orfanotrofio Grave, per mano della capo istruttrice Margaret, abilmente interpretata da un irriconoscibile Sabrina Paravicini. Quest’ultima ci viene presentata come una donna che non esita a punire ferocemente i suoi piccoli ospiti, torturandoli continuamente, rinchiudendoli al buio e legandoli a letto in luoghi oscuri e pieni di scarafaggi. Dunque, questa pellicola non è solo una storia adolescenziale d’amore tormentato alla “After”, ma possiede uno sguardo più ampio sui suoi personaggi, intessendo una narrazione che sa scrutare l’animo dei suoi protagonisti, in special modo di Nica, che diviene l’eroina della storia creata da Erin Doom.

Il lungometraggio possiede dunque una commistione importante di generi cinematografici che riescono a convivere bene all’interno di questa pellicola. Pur non essendo così originale e non risultando riuscitissima sotto alcuni aspetti, la storia riesce comunque a mantenere un climax narrativo che unisce l’impianto fantasy a quello adolescenziale e maggiormente drammatico. Alessandro Genovesi ha il pregio di essere riuscito a livello registico, fotografico e di sceneggiatura a proporre questa storia e i suoi svariati generi e piani di lettura, rintracciando un equilibrio tra le varie parti del racconto e calibrando i fili della storia. Questa capacità di bilanciare bene le parti della storia al fine di creare un unico lungometraggio con uno stile visivo e registico ben preciso ci permette di entrare nel climax narrativo senza avere una narrazione fin troppo spezzettata e incongruente, specialmente a livello visivo e d’atmosfera narrativa. Ciò avviene anche attraverso la scelta intelligente del regista e del direttore della fotografia di adottare un genere visuale marcatamente fantasy, che avvolge l’intera pellicola. La fotografia, con i suoi colori accessi tendenti al verde, insieme alla scelta delle location (in stile anglosassone) e dei costumi che richiamano i college americani di Riverdale, e l’immissione della storia in un non-luogo geografico ben definito, trasmettono alla vicenda una sua dimensione fantasy, nonostante questo genere non entri mai marcatamente e realmente in gioco, rimanendo più sulla carta che a livello narrativo.

Il fantasy è più un espediente stilistico e di mood narrativo che la pellicola possiede, piuttosto che un vero e proprio genere appartenente alla storia, che ci avvicina a questo genere solo per alcuni elementi immessi nel racconto ma non sviluppati pienamente, ma messi esclusivamente come contorno narrativo.

  1. La leggenda del Fabricante di Lacrime, un artigiano che crea lacrime di cristallo in un mondo in cui le emozioni sono diventate rare. Questa leggenda tenta di approfondisce la parte drammatica del film, contribuendo allo sviluppo di Rigel.
  2. Nel corso della pellicola ci viene più volte raccontata la storia del Lupo Cattivo, che aggiunge un elemento fiabesco alla vicenda trattata. Allo stesso tempo, seppure attraverso vari cliché, la storia del Lupo cattivo “approndisce” la relazione tormentata dei due giovani orfani al centro della vicenda.
  3. Il nome del personaggio femminile, Nica Flavilla, che richiama il mondo fatato. Esiste effettivamente una farfalla chiamata “Nica Flavilla”, il che aggiunge un elemento di magia e mistero al personaggio.

Qualche superficialità narrativa

Onestamente, non ho letto il romanzo, quindi non posso confermare se ci sono effettivamente delle divergenze tra la pellicola e il libro, né posso determinare se le lacune sceneggiative derivino dalla storia creata da Erin Doom o dalla trasposizione cinematografica. Senza dubbio, la durata narrativa del film rispetto al libro avrà comportato dei tagli, influenzando la completezza della storia. Gli sceneggiatori, comunque, dovrebbero migliorare le trame dei romanzi e cercare di evitare elementi narrativi banali e scontati.

Il problema di “Fabbricante di Lacrime” non risiede tanto nella regia, sebbene vi siano alcune leggerezze (come si nota fin dall’incipit), quanto nella scrittura che risulta un po’ banale. Sebbene la storia abbia diversi piani di lettura interessanti, la sua trasposizione filmica risulta piuttosto prevedibile. Dopo l’introduzione dei genitori adottivi, lo spettatore anticipa già lo sviluppo della trama, soprattutto dal punto di vista sentimentale.

La scelta degli attori per i ruoli principali, sebbene possa essere stata motivata da diversi fattori, porta inevitabilmente alla comparazione con le figure iconiche di Twilight, soprattutto a livello estetico e di look. Le somiglianze visive e comportamentali e di scrittura dei personaggi, tra Rigel ed Edward Cullen, così come tra Nica e Bella, sono evidenti, fin troppo. Inoltre, l’interpretazione degli attori tende ad enfatizzare e esasperare troppo alcuni atteggiamenti e momenti romantici presenti anche in Twilight, contribuendo a rafforzare ulteriormente le associazioni e similitudini tra le due opere. Questa somiglianza è una mancanza di originalità nel processo di casting e direzione degli attori, oltre che di sceneggiatura e questa eccessiva similitidine potrebbe limitare la capacità del film di distinguersi e di creare un’esperienza narrativa unica e autentica per il pubblico. Una maggiore diversità e originalità nell’interpretazione degli attori avrebbe potuto contribuire a rendere i personaggi e la storia più distinti e memorabili

Il personaggio di Rigel, interpretato in modo piuttosto stereotipato dal rapper Biondo, si presenta come un’incarnazione dei cliché del “cattivo ragazzo”. La sua caratterizzazione è centrata sulla sua oscurità interiore ed esteriore, che lo rende il classico “Lupo cattivo” capace di conquistare il cuore della luminosa e pura Nica con il suo atteggiamento misterioso e spaventoso. Tuttavia, questa rappresentazione d’amore tormentato è figlia di epoche passate risultando molto didascalica e prevedibile, mancando di originalità e innovazione, specialmente considerando il contesto del 2024. Una caratterizzazione più sfaccettata e un approccio meno convenzionale avrebbe donato a una rappresentazione più stimolante della vicenda, che invece ricade nel prevedibile.

Anche caratterizzazione del personaggio di Lionel, l’innamorato di Nica, costituisce un altro punto debole della narrazione. Lionel si presenta inizialmente come un bravo ragazzo, l’archetipo del fidanzato ideale, ma si rivela inevitabilmente e banalmente molto più pericoloso e disturbato di Rigel, diventando il vero antagonista della storia e un ostacolo alla loro relazione tenebrosa e oscura. La presenza di Lionel, un tipico stereotipo dei film romantici adolescenziali, contribuisce a rendere la parte sentimentale della storia anche più banale e prevedibile, con sviluppi poco sorprendenti. Inoltre, alcuni personaggi secondari, come i compagni di scuola di Nica, vengono introdotti solo sporadicamente e rimangono poco approfonditi, presentando caratterizzazioni superficiali. Analogamente, la fidanzata del figlio defunto dei genitori adottivi di Nica rappresenta un personaggio marginale, presente solamente in due scene e priva di un contributo significativo alla trama. Questi elementi lasciano alcune lacune nella costruzione del mondo narrativo, diminuendo l’impatto complessivo della storia.

Una storia di rinascita


La storia funziona esclusivamente nel suo sottotesto di rinascita interiore, dove troviamo Nica, discretamente interpretata dall’esordiente Caterina Ferioli, a tratti non sempre nella parte, dover combattere contro i suoi demoni interiori, i quali ci vengono presentati man mano che la storia procede attraverso interessanti salti temporali che approfondiscono il suo passato in orfanotrofio, dove ha vissuto numerosi soprusi fisici e violenze psicologiche, e il presente, dove deve affrontare i problemi interiori lasciati da quei momenti passati.

“Fabbricante di Lacrime” è molto più di una semplice storia; è il racconto avvincente della rinascita di una ragazza spezzata, dei suoi tormenti interiori e della sua lotta per trovare la pace e la felicità. La presenza dei cerotti sulle dita di Nica è un potente simbolo della sua sofferenza e dei suoi traumi passati, che la ragazza porta con sé come segni visibili della sua lacerazione interiore. Durante il suo toccante intervento in tribunale contro Margaret, la fonte dei suoi dolori, Nica decide finalmente di strappare via quei cerotti, simbolo tangibile della sua decisione di liberarsi dal passato e abbracciare una nuova vita. Questa scena rappresenta un momento di profonda trasformazione per Nica, poiché simboleggia la sua volontà di guarire e di rinascere dalle ceneri del suo passato doloroso. Tuttavia, nonostante questo potente simbolismo, il film manca di un approfondimento completo del personaggio di Nica. Anche se sappiamo che ama gli animali, non vediamo mai una vera e propria interazione di Nica con questo mondo nel corso della storia. Questo aspetto discutibile indebolisce il personaggio e toglie potenza alla sua narrazione di rinascita. Sarebbe stato importante esplorare più a fondo questo lato del suo carattere per renderla ancora più autentica e coinvolgente agli occhi dello spettatore.

Nica e le sua amiche in Fabricante di Lacrime
Nica e le sua amiche in Fabricante di Lacrime

In conclusione

“Fabricante di Lacrime” si distingue per la sua commistione di generi cinematografici, che si mescolano abilmente all’interno della trama. Tuttavia, nonostante il suo tentativo di spaziare tra il fantasy, il romanticismo adolescenziale e il dramma personale, la narrazione risulta a tratti prevedibile e superficiale. Pur presentando interessanti tematiche di abusi fisici e psicologici, il film pecca nella caratterizzazione dei personaggi secondari e nella costruzione del mondo narrativo, lasciando alcune lacune nella trama. Tuttavia, la storia funziona efficacemente come un racconto di rinascita interiore, concentrandosi sul viaggio personale di Nica verso la guarigione e la riscoperta di sé, nonostante alcuni difetti nella sua rappresentazione. In definitiva, pur non essendo privo di difetti, il film riesce comunque a offrire un’esperienza coinvolgente e riflessiva, guidando lo spettatore attraverso un viaggio emotivo e introspettivo.

Note Positive:

  • Commistione di generi: Il film riesce a mescolare con successo diversi generi cinematografici, tra cui il fantasy, il dramma personale e il romance adolescenziale, offrendo agli spettatori una varietà di elementi narrativi ed emotivi.
  • Equilibrio narrativo: Nonostante la presenza di diversi generi, il regista Alessandro Genovesi riesce a mantenere un equilibrio nella narrazione, creando un’unica storia coesa e coinvolgente che si sviluppa in modo fluido.
  • Fotografia e atmosfera visiva: La fotografia del film contribuisce a creare un’atmosfera suggestiva e avvolgente, utilizzando colori accesi e location ben scelte che richiamano il mood fantasy della storia.
  • Approfondimento tematico: Oltre alla trama romantica, il film affronta tematiche importanti come gli abusi fisici e psicologici subiti dai personaggi nell’orfanotrofio, aggiungendo profondità e complessità alla storia.
  • Le performance di Sabrina Paravicini nel ruolo della capo istruttrice Margaret, è convincente.

Note Negative:

  • Superficialità narrativa: Nonostante l’approfondimento tematico, alcune parti della trama risultano superficiali e prevedibili, specialmente per quanto riguarda lo sviluppo dei personaggi secondari e degli stereotipi romantici adolescenziali.
  • Elementi narrativi banali: Alcuni elementi della storia, come la rivalità tra due personaggi maschili per l’affetto della protagonista femminile, richiamano stereotipi narrativi già visti in altre opere, mancando di originalità e innovazione.
  • Mancanza di approfondimento dei personaggi: Nonostante il tema della rinascita interiore di Nica, il personaggio non viene completamente sviluppato, perdendo potenziale per una caratterizzazione più approfondita e per interazioni significative con altri elementi della trama, come la sua passione per gli animali.
  • Interpretazione dei due attori protagonisti
  • Alcuni dialoghi pieni di frasi ad effetto e stereotipate
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Un commento

  1. Non condivido con la nota do coesione o filo conduttore
    L’errore fondamentale del regista è di aver voluto creare una similitudine con Twilight.
    Che bisogno c’era di creare questi ambienti cupi e angoscianti ? Che bisogno c’era di far passare Rigel da futuro femminicida / angelo dannato ?
    Era come se fossero filmati tanti pezzettini per poi farne un collage.
    Peccato

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