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I sospiri del mio cuore
Titolo originale: Mimi o sumaseba
Anno: 1995
Paese: Giappone
Genere: Sentimentale, animazione
Produzione: Studio Ghibli
Distribuzione: Lucky Red
Durata: 1h 51m
Regia: Yoshifumi Kondo
Sceneggiatura: Hayao Miyazaki
Fotografia: Atushi Okui
Montaggio: Takeshi Seyama
Musiche: Yuji Nomi
Animatori: Akihiko Adachi, Masashi Ando, Hiroyuki Aoyama, Tsutomu Awata, Takeshi Imamura, Kazuo Oga
I sospiri del mio cuore e il primo ed unico lungometraggio diretto dal veterano dell’animazione nipponica Yoshifumi Kondo (ha preso parte a numerosi lavori fra i quali: Porco Rosso, Pioggia di ricordi, Principessa Mononoke). Una storia sentimentale semplice, onesta e non melensa che fanno vedere che oltre a rispettato animatore (Porco Rosso, Pioggia di ricordi, Principessa Mononoke sono solo alcuni dei suoi lavori) Kondo ci sapeva fare anche come regista. Purtroppo non ha potuto replicare; è morto infatti nel 1998 per un problema cardiaco, causato da eccessivi ritmi di lavoro, ad appena 47 anni.
Trama de: I sospiri del mio cuore
È il 1994 e Shizuku, una ragazza sul finire delle medie con la grande passione per i libri, si accorge, durante una delle sue visite in biblioteca che uno sconosciuto ragazzo sembra avere i suoi stessi gusti letterari.
Passano pochi giorni e la ragazza durante un tragitto in metro vede un gatto nella sua stessa carrozza e, alla discesa di questi ad una fermata, decide di seguirlo arrivando in una tranquilla zona collinare della città dove, ad attirare l’attenzione della ragazza è un piccolo ma strabordante negozio di antiquariato. Shizuku fa la conoscenza del proprietario che le mostra alcuni suoi “tesori” fra cui un gatto elegantemente vestito che il vecchio chiama “Il Barone”; al negozio la ragazza fa la conoscenza del misterioso ragazzo con i suoi medesimi gusti letterari: Seiji Amasawa, nipote del proprietario è un amante della musica e sogna di fare il liutaio, motivo per cui, dopo alcuni giorni in cui l’amicizia fra i due cresce e si rafforza, il ragazzo informa Shizuku che dovrà partire presto per un tirocinio formativo a Cremona per imparare l’arte della liuteria. Shizuku lo aspetterà e nell’attesa scriverò un romanzo con protagonista Il Barone prendendosi un periodo sabbatico dagli studi-

Passano alcune settimane, il libro di Shizuku è pronto e lei decide di riprendere a studiare per affinare le sue doti. Tutto sembra tranquillo quando, una mattina all’alba, si palesa inaspettatamente sotto casa sua, Seiji inaspettatamente tornato prima dall’Italia. Perché è tornato in anticipo e cosa vorrà dire a Shizuku?
Recensione de: I sospiri del mio cuore
Fra i lavori di Studio Ghibli bisogna annoverare anche I sospiri del mio cuore di cui ci si può dimenticare, e non tanto per demeriti suoi, ma per altri film Ghibli più “significativi”. Surclassato per fama dall’epico Principessa Mononoke (che uscì due anni dopo), dal “prosciuga lacrime” Una tomba per le lucciole e dall’iconico La città incantata, l’opera di Yoshifumi Kondo, non va però dimenticata.

La storia scritta da Miyazaki – che ha apportato piccole modifiche al manga di riferimento scritto da Aoi Hiiragi – è diretta dal regista di Gosen con attenzione, procedendo tranquilla e in maniera lineare, con piccoli colpi di scena che sollevano l’attenzione che può scemare. Gli scenari sono molto curati e la veduta dall’alto della città di notte ad inizio film è molto bella. Di particolare interesse, sono le scene con protagonista il Barone.
A livello di personaggi, particolare enfasi è data a Shizuku, la protagonista di questa nostra storia; un personaggio davvero ben realizzato anche se a detta di chi scrive, abbastanza snervante e a tratti insopportabile. Tutti gli altri trovano comunque un loro giusto spazio attorno a lei; particolarmente Seiji e suo nonno Shirou Nishi, il personaggio più interessante dell’unica regia di Yoshifumi Kondo.

Chiudiamo il tutto con una sottolineatura sull’interessante utilizzo dell’immortale brano di John Denver: Take me home, country roads per l’occasione è stato riadattato in giapponese cambiando testo e senso della canzone (con un arrangiamento davvero molto bello) e che il nostro Gualtiero Cannarasi ha tutto sommato riadattato in maniera accettabile.
Note positive
- La graduale costruzione del rapporto fra Shizuku e Seiji
- La scena della canzone Take me home, country roads cantata nel negozio di antiquariato
- Le scene con protagonista il Barone
- Il personaggio di Shirou Nishi
Note negative
- Il personaggio di Shizuku