Monkey Man (2024). L’opera prima di Dev Patel

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Trailer di Monkey Man

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

L’attore candidato al Premio Oscar®, Dev Patel (noto per i suoi ruoli in “Lion – La Strada Verso Casa” e “The Millionaire – Slumdog Millionaire”), fa il suo debutto alla regia con “Monkey Man”, un thriller adrenalinico e senza pause. Il film segue le vicende di un uomo determinato a vendicare la morte della madre per mano dei leader corrotti che continuano a opprimere i poveri e i deboli. Ispirato alla leggenda di Hanuman, simbolo di forza e coraggio, “Monkey Man” vede Patel interpretare Kid, un giovane senza identità che si guadagna da vivere partecipando a combattimenti illegali in un club underground, mascherato da gorilla. Dopo anni di rabbia repressa, Kid trova un modo per infiltrarsi tra l’élite criminale della città, alimentando la sua forza interiore attraverso il dolore del passato. Con un’esplosiva campagna di vendetta, cerca di ripagare le ingiustizie subite dalle persone che gli hanno portato via tutto. Il film è ricco di combattimenti e inseguimenti emozionanti e spettacolari.

Il cast internazionale include anche Sharlto Copley (District 9), Pitobash (Million Dollar Arm), Vipin Sharma (Attacco a Mumbai – Una Vera Storia di Coraggio – Hotel Mumbai), Sikandar Kher (Arya – Aarya), Adithi Kalkunte (Attacco a Mumbai – Una Vera Storia di Coraggio – Hotel Mumbai), Sobhita Dhulipala (Made in Heaven), Ashwini Kalsekar (Ek Tha Hero), Makarand Deshpande (RRR), Jatin Malik al suo debutto cinematografico e Zakir Hussain (Duranga).

La storia è prodotta da Dev Patel, Jomon Thomas (Attacco a Mumbai – Una Vera Storia di Coraggio – Hotel Mumbai, L’Uomo Che Vide L’Infinito – The Man Who Knew Infinity), Jordan Peele (Nope, Scappa – Get Out), Win Rosenfeld (Candyman, la serie Hunters), Ian Cooper (Nope, Noi – Us), Basil Iwanyk (la saga John Wick, i film Sicario) e Erica Lee (la saga John Wick, Silent Night – Il Silenzio della Vendetta), Christine Haebler (Shut In, Bones of Crows), Sam Sahni (produttore associato di The Wedding Guest – L’Ospite Sconosciuto, produttore esecutivo di To Kill a Tiger) e Anjay Nagpal (produttore esecutivo di Bombshell – La Voce dello Scandalo, Greyhound – Il Nemico Invisibile).

La fotografia è curata da Sharone Meir (Silent Night – Il Silenzio della Vendetta, The Ring 3 – Rings), la scenografia da Pawas Sawatchaiyamet (Buffalo Boys, Samui Song), i costumi da Divvya Gambhir (Sam Bahadur, Sonchiriya) e Nidhi Gambhir (Sam Bahadur, Sonchiriya). Il montaggio è a cura di Dávid Jancsó (Pieces of a Woman, The Crowded Room), Tim Murrell (City of Crime – 21 Bridges, StreetDance 2) e Joe Galdo (Borderline, assistente montatore su Ferrari). Il casting è affidato a Seher Latif (la serie dei film The Best Exotic Marigold Hotel, Million Dollar Arm). Le musiche sono composte da Jed Kurzel (L’Esorcista del Papa – The Pope’s Exorcist, Alien: Covenant) con la supervisione di Peymon Maskan (The Long Game: Bigger Than Basketball, La Vita Dopo – The Fallout). Gli effetti visivi sono curati da Murray Pope, noto per il suo lavoro su “The Matrix Reloaded” e “Il Signore degli Anelli: La Compagnia dell’Anello – The Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring”.

Monkey Man è distribuito da Universal Pictures ed è una produzione di Bron Studios, Thunder Road, Monkeypaw, Minor Realm, S’Ya Concept, in associazione con WME Independent e Creative Wealth Media ed arriva nei cinema italiani il 4 aprile 2024.

Trama di Monkey Man

Ispirato alla leggenda di Hanuman, simbolo di forza e coraggio, Monkey Man vede Patel nei panni di Kid, un giovane anonimo che si guadagna da vivere in un fight club clandestino dove, notte dopo notte, indossando una maschera da gorilla, viene picchiato a sangue da lottatori più famosi in cambio di denaro.

MONKEY MAN, directed by Dev Patel
MONKEY MAN, directed by Dev Patel

Recensione di Monkey Man

Note di regia

Dalla più tenera infanzia sono ossessionato dal cinema d’azione. Sgattaiolavo nel cuore della notte per assistere sullo schermo alle avventure di Bruce Lee in I 3 dell’Operazione Drago – Enter the Dragon, per entusiasmarmi alla vista di Shah Rukh Khan che combatteva contro centinaia di rivali per salvare l’amore della propria vita, per scoprire il cinema coreano, che ha esplorato il concetto di vendetta trasformandolo in un genere completamente a sé stante. Ero certo che un giorno sarei riuscito a fondere il mio amore per tutte queste culture cinematografiche, questi stili capaci di raccontare storie diverse, per realizzare qualcosa per persone come me. E non intendo semplicemente il ragazzo dalla pelle scura nato a Londra e con parecchia confusione sulla propria identità. Io volevo fare un film che fosse un inno per i sottovalutati. Un eroe privo di strumenti non può garantire la battuta perfetta ad ogni momento; il ragazzo che tenta e fallisce, per poi tentare ancora, potrà fallire ancora una volta. Un giovane abituato ad essere sottostimato, nutrito da un mix equilibrato di dolore e rabbia, devastato da un trauma reale…quella persona, che finisce per imbattersi nei suoi simili, che lo aiuteranno a maturare e a trovare il coraggio per combattere per ciò che è buono e vero. Il genere d’azione può facilmente essere annacquato dal sistema, che cerca di tirare fuori contenuti privi di sostanza per un profitto rapido. Ma da vero amante del genere, sapevo che si poteva mettere di più sul piatto. Il pubblico si attende di più. Per questo ho voluto aggiungere una robusta dose di cultura al mix. Da giovane, mio nonno mi ha introdotto alla storia di Hanuman, la divinità scimmia. Ero sbalordito da quanti fumetti moderni avessero preso ispirazione dalla filosofia e dall’iconografia dell’Est. C’è stato un lungo periodo in cui ero costantemente incasellato per le mie origini durante i casting che facevo da attore. Poi ho compreso che invece di scappare dalla mia eredità, dovevo rafforzare quella identità e mostrare ciò che mi rendeva orgoglioso. Se il film punta a celebrare la mia cultura, posso affermare che corrisponde un equivalente impegno a denunciare questioni sistemiche che continuano a essere perpetuate e imposte su comunità svantaggiate e vulnerabili. Nel suo profondo Monkey Man è una lettera d’amore alla mia famiglia. Cerca di coinvolgere la mitologia che mio padre e mio nonno hanno condiviso con me e di onorare la potenza delle incredibili figure femminili che hanno fatto parte della mia vita, a cominciare da mia madre. Per dimostrare come si possa arrivare lontano per vendicare un torto inflitto su qualcuno che ami così teneramente – Dev Patel

Sono molti gli anni che Dev Patel ha passato davanti alla cinepresa e diversi sono i registi per la quale ha recitato, ma ora è arrivato il momento per l’attore britannico di fare un passo in più nella sua carriera e di sedersi sulla sedia da regista e realizzare il suo primo film dove sta anche dietro la macchina da presa. Il suo debutto registico è segnato da un action movie ispirato sia al cinema moderno, come John Wick, dove si fa riferimento anche all’interno del film di Patel con una divertente battuta, ma anche dai classici dell’azione e delle arti marziali come I 3 dell’operazione Dragon, con protagonista Bruce Lee.

Dev Patel prende tutto il suo bagaglio culturale cinematografico, sia come attore che come spettatore, e inserisce tutto ciò che ha imparato dentro il suo film, creando una pellicola carica di citazioni e riferimenti cinematografici, ma anche con la volontà di sperimentare e provare cose nuove e trovare uno stile proprio, senza per forza appoggiarsi totalmente ai registi che lo hanno ispirato nella realizzazione di questo film. Una storia violenta, sanguinosa e piena di vendetta e riscatto, ispirata ad una leggenda indiana e in generale dalla cultura di quest’ultima, creando un mix perfetto tra cinema moderno ed americano, con un cinema più autoriale e rurale, con Dev Patel che scava nelle sue origini e radici indiane, trasponendo in chiave moderna il racconto di Hanuman.

Dev Patel in MONKEY MAN, directed by Dev Patel
Dev Patel in MONKEY MAN, directed by Dev Patel

La bellezza che si può trovare in questo film è l’ingenuità e la volontà di realizzare a tutti i costi un progetto, non per soldi, ma per amore che si prova nei confronti del cinema e del film stesso. Una prima regia che permette di sperimentare le idee più folli e fantastiche che si possano avere. Dev Patel, gira tutto ciò che poteva girare e come lo voleva girare. Con una regia frenetica e una fotografia satura che ben distingue i luoghi e l’introspezione del personaggio nelle varie fasi del film. Ma la cosa che maggiormente attira la curiosità su questa pellicola è la sua produzione che con pochi soldi e con il rischio giornaliero di non realizzare il film, Dev Patel gira Monkey Man in pieno lockdown per colpa della pandemia, ritrovandosi su una piccola isola come setting, attrezzature rotte e con tecnici, truccatori e costumisti a fare da comparse. Un ambiente di lavoro completamente disperato ma che credeva totalmente nel progetto e questo si sente per tutto la durata del film e cioè quanto la troupe sia diventata una famiglia nel realizzare Monkey Man. Sono in questi casi demoralizzanti che nascono le migliori idee e soluzioni per portare a termine una scena o una semplice inquadratura.

Una storia di vendetta provocata dal rancore e dolore che si trasforma in una rabbia bestiale, adattata al meglio con scene d’azioni ben coreografate e con piani sequenza che non fanno altro che seguire i pugni di Patel che tira ai suoi avversari. Un po’ nello stile di John Wick, ma con una crudezza e una realtà maggiore.

La trama comunque è scontata e semplice, ma con spunti interessanti che purtroppo non vengono approfonditi ulteriormente, come il mondo del wrestling clandestino dove il nostro protagonista combatte, che sono le scene più interessanti della pellicola. Sono in queste scene che Patel riesce a tirar fuori una regia unica e personale, mostrando di essere più che capace nel gestire delle scene d’azione che hanno una drammaticità valida e non sono fine a se stesse. 

Fotogramma di Monkey Man
Fotogramma di Monkey Man

In conclusione

Monkey Man, opera prima di Dev Patel, è un buon film d’azione che unisce il cinema moderno ad una cultura e un mondo ancora poco esplorato, con i suoi usi e costumi che catturano l’occhio dello spettatore non lasciandolo più.

Note Positive

  • Regia
  • Fotografia
  • Musiche
  • Scene d’azione
  • Produzione

Note Negative

  • Trama
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